ottobre 14, 2010

Il mio autunno



E' uno di quei periodi al cardiopalma. Quelli che inizi la mattina correndo, corri (metaforicamente parlando) tutta la giornata, corri la sera mentre torni a casa. Corri, corri e corri ancora. Poi a un certo punto ti fermi e ti accorgi che ti mancano quelle due, tre ore di veglia per fare quelle seimila cose che ormai rimandi all'infinito e che non è che siano essenziali ma che un loro perché ce l'hanno comunque. Tipo? Farti una manicure basic, neanche laccata. Cambiare borsa o in alternativa bonificarla. Sistemare le bollette pagate. Togliere i volantini pubblicitari dal parabrezza che poi se piove, coi tergicristalli li riduci in poltiglia. Dare un occhio al tuo guardaroba autunnale. Comprare la farina gialla per il nido. E simili.
E' uno di quei periodi in cui la sfiga, quella leggera e un po' prevedibile, ti sta alle costole. E pure quella mette stanchezza.
E' uno di quei periodi in cui le relazioni sociali annaspano ma chi vive una vita come la tua lo sa e aspetta tempi migliori.
E' uno di quei periodi in cui giri fissa con la coda di cavallo perché quella sciroccata della tua parrucchiera ti ha fatto uno scalato improponibile. E mentre aspetti che ti ricrescano, ti girano un po' le palle.
E' uno di quei periodi in cui ti lamenti di tutto ma alla fine della tua vita non cambieresti niente. O quasi.
Brutta storia l'autunno.