settembre 23, 2014

Alive

Titolo: sopravvissuti
Sottotitolo: ho una relazione complicata con la mia compagna di banco

Sopravvissuti (e sopravvissuta) al primo giorno di scuola.
E anche alla prima settimana, direi.
Un bel po' di confusione quel giorno lì. Qualche foto e tanta attesa. Adrenalina a mille e due zaini che sembravano enormi, in confronto a loro.
Christian che è entrato per primo, per mano al suo papà.
Ma a noi quando ci chiamano? Chiedeva Mattia che è entrato con me.
Un lecca lecca sul banco come benvenuto.
Maestra, posso mangiarlo? (Chri)
Il loro amico al loro fianco.
Le maestre, materne e rassicuranti (o almeno sembra).
Occhioni curiosi e un po' smarriti.
Le due classi vicine così io e il papà ci siamo scambiati (lo switch!) e siamo riusciti a stare con tutti e due. 

Al 7° giorno:
Allora Mattia, ti piace la scuola?
Risposta: Sì, è più bella di quanto pensassi!
Diecipiùpiùpiùamoredimamma per aver ingranato il congiuntivo.
E un sospiro di sollievo per tutto il resto.

E a te, Christian?
Risposta: SI' ma Melissa...

No, dai, datemi una bombola di ossigeno! Vi ricordate la regina di cuori? Quella che lei mi ha detto che quando le parlo mi devo inchinare, quella che tu sei il mio fidanzato e devi giocare sempre con me? Quella che se io gioco con i miei amici lei si mette a piangere? Ecco, lei. 
Da venerdì, in un vorticoso giro di banchi è finita accanto a lui. Che, voglio dire, su 84 bambini, capitarci in classe insieme e pure di banco, sì insomma ci vuole del...talento.
Ora, stamattina la mamma italica che è in me stava per fermare la maestra e domandarle il perché di cotanta sfiga e spiegarle i precedenti che arrivano dritti dritti dall'ultimo anno di materna, dove le insegnanti avevano notato questa esuberanza un po' opprimente. Poi mi sono morsa la lingua ché questionare subito sul posto a sedere mi sembra cosa piccinapicciò. Epperò, conto di formulare una velata richiesta per domani sera, al termine della prima riunione.
Che poi uno dice, dovrebbe smazzarsela da solo, tipo il fratello, che è sfuggito alla compagna di banco - tale scapperona - senza problemi. Lì era solo una questione di naso, per carità, però si è arrangiato autonomamente.

Stay tuned!

settembre 14, 2014

Di ansie e passi avanti

Meno dodici ore all'inizio della scuola elementare.
Respira Laura, puff puff.
E non è per il tempo che passa. Ché se devo dirla tutta, questa età in cui si parla tanto e ci si muove con più libertà mi piace parecchio.
E non è per la sindrome del nido vuoto perché per quella c'è tempo (e poi, vuoto? parliamone).
E' che in un mondo che ci sfracella l'anima con quello che è pedagogicamente giusto e sbagliato, con il tempo di qualità, con il benessere psicofisico eccetera eccetera, tu Madre vorresti che lì (a scuola) fosse tutto perfetto: la maestra dolce e capace, il compagno di sempre seduto al suo fianco, il clima rassicurante e tutto il resto. Invece se solo accenni a pensarci, sei madre ansiosa. Eh già, com'è sta storia?
Sarà che dover scegliere quale dei tuoi figli accompagnare in classe il primo giorno di scuola non è il massimo della vita: crea disagio. Spero in due classi vicine per organizzare con il papà uno switch all'ultimo secondo e se non ci riesco pazienza. Non vi è chiaro il concetto o vi sembra un'esagerazione? Probabilmente non avete due gemelli.
E comunque ormai è fatta, ci siamo quasi. 
Gli zaini sono pronti, i grembiulini anche (che poi sono casacchine ma tant'è). 
Loro dormono, io raccolgo le idee e attendo domani. 
Con ansia. 
Anzi no, con quella leggera sensazione di preoccupazione (ma a fin di bene, s'intende) che vorresti che fosse già domani sera e che niente di catastrofico fosse avvenuto e buonanotte. 

Già che siamo in tema, un'amica l'altro ieri ha condiviso questo  articolo su Fb. Io sono lontana anni luce da quello che hanno descritto lì e credo non possa accadermi mai. Ma, nel dubbio, se domani  mattina decidessi di fare un altro figlio, internatemi!

settembre 04, 2014

Di mesi che iniziano di lunedì

Odio i mesi che iniziano di lunedì: doppio inizio, doppia fatica. Questo settembre poi li batte tutti.
Le vacanze sono archiviate, purtroppo: sono state belle e riposanti. I bambini si sono divertiti molto, hanno trovato tanti amici e hanno fatto gruppo, novità per loro e per me che ho sperimentato le loro micro-autonomie con un iniziale stato di apnea per poi godere degli innegabili benefici.  
Se li controlli ogni due minuti non ha senso lasciarli andare, mi suggeriva il consorte. Già.
Li scopro tanto cresciuti ma per certi aspetti molto fragili. Ti buttano lì domande esistenziali, molto off topic: come ha fatto Dio a creare il mondo? che se sei in coda al supermercato non ce la fai a imbastire una risposta decente. Oppure perché ogni tanto le donne fanno la pipì rossa? che domandato in piscina, no dai, parliamone...
Poi ti rifilano frasi che sono macigni. Parole che riconosci, perché sono le tue. Che ridere e che paura anche. Mia madre dice che dovrei stare più attenta a come parlo ai bambini. Ieri le hanno detto che il loro papà dormiva, come al solito, e che lui in tv vede delle scemenze che non fanno ridere.
Laura, queste sono cose che hai detto tu...
Ehm, bah, non credo.
Negare, negare sempre, come si dice. :-)
E poi, contrariamente ad ogni pronostico, in vacanza ho letto quattro libri. Il quinto, L'amica geniale,  l'ho iniziato al rientro, sull'onda dei commenti delle amiche naviganti. Avevano ragione, cominci e non lo molli più.
E poi sono tornata in ufficio e il capo mi ha omaggiato di un bijou proveniente dalla località vacanziera. A casa mostro il souvenir al consorte che mi dice bello, estivo, adesso devi metterlo, se no pensa che non ti piaccia.
Io, che avevo molto apprezzato ma credevo di riporre l'oggetto nella scatola dei ricordi, rimango perplessa. Ché l'accessorio non è brutto ma un po' appariscente.
Ehm, dici? Gli rispondo. Lo metterò domani. Ma poi per quanti giorni lo devo indossare per dimostrare che ho gradito? 
Ma no, ma no, non devi metterlo subito mi dice il collega modaiolo, se no  sembra che ti devi togliere il pensiero. Mettilo tra qualche giorno, quando ti capita il look giusto.
Ommiodio, ma cosa dice il Galateo?
E insomma, ho atteso. Ieri mi sono vestita tutta in blu e l'ho esibito. - Look o non look, today is the day - ho anticipato ai colleghi via whatsapp.
Risposta: era meglio un total white
Ma non avrei osato mai.