maggio 08, 2011

Di screening, annessi e connessi


E poi c'è lo screening oculistico al nido. Tu gli raccomandi di non fare storie, di non mettersi a piangere, che la dottoressa gli chiederà di guardare qualcosa e loro dovranno dirle cosa vedono.
Va bene?
Sìiii.
Oh, mi raccomando!
Sìiii.
Che poi più che altro ti raccomandi con Mattia che è un fifone scelto, che si metterà a piangere di sicuro. Christian invece è un tipo tosto, di recente al pronto soccorso è stato coraggiosissimo.
E poi entri dalla dottoressa.
Ciao, come ti chiami? Scena muta.
Quanti anni hai? Scena muta.
Guarda che bel quadretto, dimmi cosa ci vedi. Scena muta.
Ci sono tre oggettini. Mi dici cosa sono? Scena muta.
Vuoi indicarli con il ditino alla mamma? Scena muta.
Il tutto col magone in arrivo. Mattia apre bocca solo per miagolare "naso sporco mamma".
Ma anche suo fratello è così timido?
Nooooo, l'altro è più estroverso...
E' poi entra Christian, che ripete la scena paro paro, magone a parte. Perché lui la tipa non la teme, la snobba proprio. E per non smentirsi, in qualità di gemello, apre bocca per dire una sola cosa, giusto giusto identica al fratello: "naso sporco, mamma" (che poi è pure strano perché lui è quello che aaaargh, si snaricia con la manica)
Morale: lo screening è fallito. Miseramente.
Lei comunque più tardi glielo domandi cos'hanno visto nel quadretto. Spesso poi lo dicono. Ti spiega la dottoressa con la voce modulata ad arte, che poi ti è venuto il dubbio che il problema fosse proprio quello. Che ai bambini tocca rivolgersi con grazia ma soprattutto con naturalezza senno il pupo lo capisce che cerchi di arruffianartelo e si chiude a riccio.
E allora la sera a cena glielo dici: eh però che figuraccia che mi avete fatto fare. Non avete spiccicato una parola. Ma poi cosa ci avete visto in quel quadretto lì?
E lì, come se niente fosse: macchinina, stella e...gattino! Zac. Tuttodiunfiato. Come da copione.