agosto 28, 2009

Le folte chiome


A che età si tagliano i capelli a un bambino? Non è che il pensiero mi togliesse il sonno ma siccome già tre persone si sono offerte di accorciare le chiome ai miei pargoli mi è venuto il dubbio che forse sia arrivato il momento. E' vero: dietro andrebbero, come si dice, "alleggeriti". Ma siccome i miei pupi non sono mai stati capelloni e ancora non lo sono, un po' mi dispiace perché quei ricciolini lì sono così soffici e...naturali!
Il consorte - che in queste cose potrebbe anche non esprimersi - sostiene di aver sentito dire che fino a non-si-ricorda-quanti-anni non si devono toccare. (Bah!?) Gliel'ho sentito dire anche ieri. In risposta al nonno che (pure lui) ci faceva notare la cosa: fino ai due anni non si devono tagliare i capelli ai bambini! Bleffava clamorosamente ma intanto ha chiuso l'argomento. Mio marito in questo è un genio.
Comunque qualcuno sostiene serva a rinforzarli e non mi sembra proprio una follia.
Si accettano consigli su come, dove e perché procedere. :D

agosto 24, 2009

Alle sette in punto.


Punto numero uno: i miei figli si svegliano alle ore sette. Per la precisione è sempre lo stesso che si sveglia a quell'ora e in men che non si dica tira dietro l'altro.
Alle sette in punto (o quasi). Cascasse il mondo. Inutili i tentativi di pilotare un riveglio posticipato, tipo mandarli a letto più tardi la sera. No. Non funziona. La loro sveglia suona comunque a quell'ora. Quindi tra il metterli a letto alle nove o sorbirmi due bambini esagitati per la stanchezza fino alle dieci, scelgo la prima. Almeno loro dormono un'ora in più e io ci guadagno in salute (mentale).
Punto numero due: nella mia vita precedente (all'avvento gemellare) andavo a lavorare per le dieci. Il consorte per deformazione professionale vive con un fuso di almeno un'ora indietro al mio per cui lui alle sette è ancora nella fase sonno profondo o quasi mentre io, a distanza di mesi, non ce l'ho fatta a rassegnarmi ad alzarmi a quell'ora lì. ALMENO NON NEL WEEK END.
Punto numero tre: da noi il lettone è bandito. E non per ragioni etiche bensì pratiche. Da noi mettere un pargolo nel nostro letto di prima mattina per guadagnare quel quarto d'ora in più (che in quei momenti lì sembra farti la differenza) significa due volte su tre dare il via a giochi di equilibrio e stupidére varie. Si vede che loro il lettone lo associano a quello. E vabbé.
Stamattina, ore sette: il richiamo. Io, la mamma al quadrato, mi alzo. Totalmente incosciente. Acchiappo il pargolo (il solito), gli do da bere, gli infilo il ciuccio e lo sdraio accanto a me senza grandi speranze. Lui si adagia in mezzo ai cuscini, senza fare una piega, mezzo appiccicato e mezzo no. La brezza mattutina (dopo settimane di afa insopportabile) ci accarezza la pelle. Sono nel dormiveglia e lui pure. Il tempo passa. Il mio piccolino è allungato accanto a me, si gira, mi guarda, mi sorride, mi fa una carezza, piano. Io mi sciolgo perché non è che capita tutti i giorni e gliene chiedo un'altra e poi una terza. Lui mi accontenta: si vede che in fondo pensa che me le merito. E lì mi sento beata, in pace con me stessa. Cosa posso chiedere di più dalla vita? Questo è un paradiso. Poi all'improvviso mi rendo conto che mannaggia la miseria è lunedì mattina e mi devo alzare. Comunque.

agosto 13, 2009

Uomini e donne

Ore 14.30. Una moglie rientra a casa e conversa con il marito.
Lei: "E' venuta mia mamma a cucinare per i bambini?"
Lui: "Sì".
Lei: "Gli avete dato da mangiare insieme?"
Lui: "Sì".
Lei: "E tu? A chi (dei due) hai dato da mangiare?".
Lui: "Ehm, ti dirò, non mi ricordo".
Lei: "Ma come fai a non ricordartelo? Prova a pensarci".
Lui: "Senti Laura, non me lo ricordo".

agosto 11, 2009

Su di me (random)

Claudia di Voglio vivere così mi ha girato questo giochino.
Sono un po' imbranata in queste cose: anche se mi concentro, non mi viene in mente niente di significativo da dire su di me. Quindi le butto lì, alla rinfusa.

1) Ero equilibrata e diplomatica. Da quando sono mamma non so più mordermi la lingua.
2) Mi piace leggere. Qualsiasi cosa: libri, riviste, dépliant dell'Esselunga...
3) Non sono golosa. Di più. Il top? Una coppa di gelato "corretta" con il latte fresco.
4) Sono caffeina-dipendente: la moka di casa mia, il marocchino e il cappuccino con il cacao.
5) Mi piacciono gli amici che in quarto d'ora decidi di vederti. Quelli che non importa dove ci si vede, purché ci si veda.
6) Sono una frana in cucina ma compro romanzi che parlano di cibo e guardo i canali a tema. Non so perché.
7) Sono disponibile e tollerante ma se mi metti i piedi in testa, ti metto da parte e per me non esisti più.
8) Il mio attuale salvavita: lo scoccare delle 20.30. I pupi nel loro lettino, restituire un senso alla mia casa e riappropriarmi delle ultime ore della giornata.
9) Amo alla follia i miei figli, li strapazzo di baci e mi piace andarli a guardare quando si addormentano.
10) Mi piace il mio blog e tutto quello che ci gravita attorno.

agosto 02, 2009

Shopping car


Hai passato cinque giorni da incubo. Ti sei domandata che fine avessero fatto i tuoi figli. Quelli che vivevano con te prima delle vacanze. Quelli che sì, sì, erano vivaci ma nel modo giusto. Quelli che sì, va be', i fratelli litigano ma senza troppa enfasi. Quelli che se un pomeriggio non hai voglia di uscire, potevi startene anche in casa.
Cinque giorni in cui non ti sono stati sulle scatole quelli che per strada ti guardano con aria simil-compatimento e ti dicono due maschi? Auguri! Perché in fondo, c'hanno ragione. E meno male che i tuoi mangiare mangiano e dormire dormono.
Cinque giorni nei quali hai preso lentamente coscienza del fatto che due teppe in miniatura hanno invaso la tua casa e la mattina si svegliano con l'unica idea di radere al suolo l'ambiente circostante.
Poi venerdì pomeriggio decidi che con quest'afa cittadina hai bisogno di un po' di fresco (condizionato) e di un po' di shopping (compulsivo) e ti infili con tuo marito nel primo centro commerciale. E decidi che vuoi farti uno di quei giri perditempo, dove ti fermi a curiosare qua e là senza che i pargoli reclamino qualcosa. E allora ti armi di due monete da due euro e li fai salire sulla loro shopping car. E quasi ti dimentichi che siano seduti lì. Salvo sentire urla di entusiasmo arrivare dall'abitacolo quando i due carrelli si avvicinano.
Il pupo seduto sul carrello ti era già sembrato una gran cosa ma questi aggeggi qua lo superano alla grande. Tu ti muovi in tranquillità e loro son convinti di guidare. Dove l'avranno imparato, non si sa.