giugno 27, 2012

Di cene, angurie e mamme moleste


Rapido resumé delle ultime settimane. 
Nella classe di Christian hanno organizzato una cena di fine anno con le maestre. Solo che le maestre non sono venute: una non poteva e l'altra era malata. E lì ci sarebbe da dire che son proprio loro quelle che bacchettano di brutto per le assenze alle attività extrascolastiche, poco importa se di sabato mattina o di giorno feriale. Ma vabbe', son quisquilie. 
Cena con le maestre, senza maestre appunto, ma con sorpresa perché la varicella incombe e una mamma sollevando l'orecchio della figlia fa l'infausta diagnosi tra il secondo e l'anguria. Le mamme con l'antisfiga in tasca (quelle che come me, la varicella no, ma questo mese me ne sono già capitate abbastanza) si guardano inorridite. Lì, con un rapido calcolo delle probabilità, mio marito sentenzia: perfetto, tra dieci giorni parto, vedrai che appena ho la valigia in mano la prendono anche loro. Questo perché lui sostiene che tutte le cose di rilievo accadano quando lui non c'è (come dargli torto).
Invece la varicella arriva sei giorni dopo: a Mattia.
Lode lode alla pediatra che dimostra grande pragmatismo chiedendomi prima di ogni cosa: lei deve partire? Sì, ehm, fra tre settimane, anzi stavo per dare la caparra. Aspetti, aspetti a pagare.  Il problema non è lui ma l'altro perché l'incubazione è di circa 15 giorni. Quindi se la prende dal fratello è proprio a ridosso della partenza!
Invece (grande Christian) se l'era già presa, e il giorno dopo è puntinato pure lui. 
Ecco, parliamo dei puntini. Vi hanno detto che l'exploit è nelle prime 48 ore? Pure a me. Tanto è vero che alla fine del secondo giorno, visto che i puntini erano quattro (dico quattro in tutto) mi stavano girando un po' le palle. Soprattutto perché la pediatra, dopo averlo visto, si era così espressa: in effetti, sono un po' titubante, ci aggiorniamo nei prossimi giorni. Il concetto era: ma è varicella o no? Ma non è che poi siamo convinti che l’abbia fatta e invece è un’altra cosa? Ma tutte a me le cose strane? Invece, il terzo e il quarto giorno c'è stata l'esplosione. Varicella senza titubanze insomma.
Cose e persone moleste da segnalare in questi casi:
1) Non ricordarsi se da piccoli avete già dato. Io sì. Mio marito: boh, crede di sì. Ehm, parliamone… 
2) Quelle che ti dicono ma coooome? non gliel'hai fatto fare il vaccino per la varicella? Come se fossi una madre degenere che ha scelto di mettere a repentaglio la vita dei propri figli. (No, voglio dire, la mia pediatra non me ne ha neanche parlato).
3) Mamme che ti propinano tutte le complicazioni del caso (polmonite et similari). Io, che per natura minimizzo e non son solita fare terrorismo psicologico, faccio veramente fatica a comprendere questo atteggiamento.
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E pure se adesso non è più di moda, almeno i primi giorni, tanto talco mentolato per tutti!

giugno 08, 2012

Voglio il premio

Due aerosol. Mamma, lo accendo io. Ma quando finisce? Mamma sono stufo! Due docce. Daiiii, l'acqua è bollentissima! Mi lavo io. No, i capelli no. I denti. Mamma questo dentifricio è cattivo. Devi comprare quello per i piccoli. Aspetta, aspetta, devo bere. Cough, cough, mi viene da tossire. Ti devo dire una cosa: devi fare pianino, guarda, guarda, così! Due gocce di collirio in un occhio. Buaaaaaaaaa, non vedo più nienteeee!
Questo la sera. 
Stamattina nessuno si svegliava. Uscivo trafelata con il mio look peggiore e la coda di cavallo più moscia della mia vita. Ferma allo stop prima dell'asilo, avevo il tempo di pensare ma se mi do malata e mi chiudo in un centro di bellezza? Invece sono andata in ufficio. Ho raccattato il rimmel e un lucidalabbra e mi sono data un'aggiustata. Qualcuno direbbe sei andata a riposarti. Sì, da un certo punto di vista sì, però, parliamone.
Stasera ho cenato al volo e mi sono messa a fare labirinti, disegni, ritagli e quant'altro. Poi ho ricominciato il valzer della sera. E sarà stato quel mamma sono contento che sei tornata o quella meravigliosa R alla francese che fa capolino tra una parola e l'altra (mannaggia ai fonemi difficili), ma sono stata, nonostante tutto, paziente. Stanca ma paziente. E spesso non lo sono. Lo ammetto.
E qui ci sta il discorso di rito che propino a mio marito quando torna da una trasferta. In genere di mattina, quando vorrei fare tutto quello che mi occorre fare, ma devo andare a lavorare. E' un discorso terra a terra, ma di prima mattina è un bel mattone. Questa la sintesi: perché noi due ci facciamo un mazzo mentre c'è gente che ha la vita facile? Qual è il senso? Prima o poi il premio arriva? Ecco, questo è il punto: io voglio il premio.