agosto 03, 2016

Gare di delfini reali

Noi si parte. Si va. Non chiedeteci dove perché non ne siamo proprio sicuri. On the road, come si dice. La faccenda del camper ve l'avevo già raccontata: l'idea sarebbe di raggiungere la Puglia. 
Se ci arriviamo, ripeto io tipo mantra. 
Ravanata cosmica del consorte. 
Ma nooooo, preciso. Nel senso che forse ci sembrerà troppo lontano e ci fermeremo a metà strada. 
Ah. Ok
Io voglio andare fino a dove il mare è del colore della piscina. Se devo fare tanta strada per vederlo non proprio blu, faccio anche a meno.
Va bene. Fa finta di capire lui.
Comunque.
Ci lasciamo alle spalle un periodo impegnativo. Un giugno al Centro Estivo dell'oratorio già ribattezzato Centro alla SperoinDio (che non succedesse niente) per il grado di libertà e di controllo registrato.  
Un luglio di cambiamenti. Di fatiche genitoriali e lavorative. Di una vacanza corta ma piacevole in Toscana, fino a Pisa. 
Piccola consapevolezza di poter fare - in vacanza - un po' di più di quanto fatto finora, in termini di libertà, di spazi e orari. Ci sono coppie che con figli della nostra età sono già stati in Canada e Thailandia ma qui ci muoviamo con tempi lunghi  e ci riteniamo soddisfatti.
Rimane  la stanchezza di gestire la convivenza gemellare dei mesi estivi: la vicinanza h24 accentua in maniera esponenziale la loro complicità, al limite dell'umana sopportazione. Una bomba nucleare, oserei dire. Aggiungerei la questione compiti che se avete figli-ligi-all'impegno-scolastico-in-vacanza, io vi invidio molto, sappiatelo. Qui i compiti si fanno, ma con estremo lavoro di convincimento e richiamo all'attenzione. Faticaaaaaaa.
Proveremo a tuffarci in queste vacanze con lo spirito giusto. Sulla carta so quale dovrebbe essere ma nella pratica mi viene difficile. Durante l'ennesima sgridata uno dei miei figli, mi ha detto testuali parole: è vero, noi ci comportiamo male. Ma voi non siete disponibili! 
Che colpo al cuore!
A parte il linguaggio burocratico che voglio dire, da dove gli è uscita? Ho chiesto spiegazioni, come farei se il mio capo, dopo ore e ore di straordinari non pagati, mi rinfacciasse che non faccio abbastanza.
In che senso non sarei disponibile?
Eh. Non giochi con noi. Per esempio, stamattina, quando eravamo al mare e ti abbiamo chiesto di fare la gara di squali, tu hai detto no. Dici sempre no. 
Di solito dici: perché non facciamo una bella gara di nuoto? 
I bambini dicono sempre la verità.
E lì ho capito che, mai come quest'anno, mi sono autorelegata al ruolo del genitore noioso: quello rompiscatole, quello che fa fare i compiti, che dice lavati i denti, adesso a letto che è tardi e domani si va a scuola.
Quello divertente, quello bravo, sarebbe LUI. Che autogol! Ma anche qui conto di migliorare, se non altro per dignità! E quindi per queste prossime vacanze prometto gare di delfini reali, capriole di scimmie volanti e lotte di granchi imperiali. 
Più leggerezza e meno fatica per tutti. 
Ha l'aria di un programma elettorale. Ma chissà. 
O, sissà, come dicevano loro fino a poco tempo fa. 

Buona vacanze.