dicembre 18, 2013

Di auguri e disconnessioni varie

Il Natale è alle porte, il caos regna sovrano e l'influenza incombe. Scrivo un post veloce veloce di auguri che poi mi faccio travolgere dagli eventi e non me ne ricordo più. 
Eppoi toccherebbe anche disintossicarsi un po' dal web e le vacanze natalizie sono propedeutiche alla pratica. 
Già che ci sono butto giù pure una specie di proposito per il nuovo anno che riassumerei con la voce del verbo disconnettere. Dis-connettere, come diceva un mio vecchio collega, disconnettere tutte le persone che mi disturbano da un po'. 
Tipo?
1) Tipo quelli che come stanno i tuoi bambini? No perché i miei... E ti relazionano di default su quanto la loro figliolanza ha detto/fatto/forcato/mangiato negli ultimi due giorni/mesi/anni senza che gliene freghi una beata cippa della tua. Che ti va bene, ma evitino di chiedertelo che preferisci. E siccome tu ormai lo sai, rispondi bene grazie. E a seconda dell'umore, ti sorbisci il racconto.
2) Tipo quelli che tu gli chiedi: come va? E la risposta è: bene, male, così così. Punto. E tu? E voi? E loro? Non pervenuti. Grazie? Prego? Macché. E vabbe', mica il mondo gira intorno a te? Che pretendi? Basterebbe un crepa! che uno capisce al volo che è meglio non chiedere più.
3) Tipo quelli che non si perdono un tuo post su Facebook ma te lo commentano a voce quando ti vedono: ma con chi ce l'avevi stamattina? E lì toccherebbe spiegargli: o commenti, o metti mi piace, o metti la faccina idiota oppure taci che così sembra che Fb lo usi solo per farti i cacchi altrui e d'altronde lo strumento ben si presta a questo diffusissimo sport.
E lo so che non sembra un post natalizio perché a Natale siamo tutti più buoni ma tant'è: c'ho Saturno contro, e me ne vanto.
E comunque auguri di cuore a chi passa di qua. 
A chi ci ritorna.
Alle amiche, preziose, che ho conosciuto attraverso questo blog e che condividono, lontane ma vicine, le mie vicissitudini di mamma. E io pure le loro.
Vi auguro di trascorrere un caldo, dolce e sereno Natale.
A presto.

dicembre 03, 2013

La (mia) lettera per Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
in attesa che i miei figli mi dettino la loro lettera, ti scrivo io, che di desidèri ce ne ho parecchi.
Loro chiederanno sicuramente piste, macchine et similari io invece sono più complessa e variegata. 
Vorrei un paio di sopracciglia nuove. Di quelle che ti ridisegnano la faccia e pure l'anima. Vorrei andare in uno di questi meravigliosi eyebrow bar che di mestiere fanno solo quello, ragione per cui dovrebberlo farlo bene.
Vorrei una giornata in una spa, quelle con le piscine calde all'esterno. Che il freddo e il tepore insieme c'hanno il loro bel perché. Da quando sono mamma non ci sono più andata. E sai perché? Perché non potrei portare i bambini con me e neppure il cellulare per essere (per loro) raggiungibile. Pensi che sia un po' ansiosa? Lo penso anch'io. Ma non vorrei farmene un cruccio, è già difficile così.
Vorrei concentrarmi accaventiquattro sul presente. E godermelo. Sempre. Con la mente sgombra da tutto il resto.
Vorrei rinsavire (o rimbambire?) un po'. Un anno esatto fa mi spaventavo a morte dopo un esame di controllo. Fortunatamente tutto rientrò e mi dissi che no, non me la sarei più presa per le cose futili, perché la vita è davvero preziosa e la serenità svanisce in un attimo. Ma questa era teoria. Nella pratica io sono la stessa di allora. Che poi in fondo è pure umano arrabbiarsi per il tutto e il niente ed è pure lecito rincorrere la felicità. O no?
Vorrei realizzare i miei due desideri segreti. Che poi a dire la verità me ne basterebbe anche uno. Quelli non te li sto a dettagliare che se sei uno del mestiere li conosci già.
Ci conto, caro Babbo Natale.
Se ti ho chiesto troppo, scegli tu a caso, magari scarta le prime due e dai un'occhiata al resto. 

Laura