dicembre 31, 2009

Prontuario per il brindisi di Capodanno


A dire la verità io di Erri De Luca non ho letto neanche un libro (magari rimedierò con l'anno nuovo). Questa poesia l'ho ascoltata alla radio e mi è piaciuta molto. E' un po' malinconica. Ma anche no. Buon duemilaedieci a tutti!
< <
Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l'ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l'italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all'astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l'offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto, Grassetto
a chi non capisce le barzellette,
all'ultimo insulto che sia l'ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.

> >
Prontuario per il brindisi di Capodanno (da L'ospite Incallito, Erri De Luca, Einaudi 2008)

dicembre 29, 2009

Politically incorrect

Io sono la mamma che strapazza di baci i suoi bambini. Sono quella che li osserva attenta e curiosa. Quella che non si dorme dai nonni perché la sera si deve stare a casa propria con mamma e papà. Quella che stare lontano da loro per il lavoro è dovere ma per il resto no. Quella che in due ore al cinema dice tre volte al marito che gli mancano. Quella che anche dietro un capriccio ci sarà un perché. Quella che il mio tempo è tutto per loro. Quella che nessuno li capisce meglio di me.
Io sono quella che EVVIVA CINQUE GIORNI A CASA - di vacanza - IN FULL IMMERSION CON LORO. Quella che lo sa in partenza che non sarà una vacanza ma ci crede, sempre, lo stesso.
Quella che - mi spiace ammetterlo - ma con mezza giornata in ufficio, oggi, mi sono rigenerata.

dicembre 22, 2009

Auguri, di cuore


I bambini, il Natale, il lavoro, la neve: settimana impegnativa già in partenza. Ne approfitto per lasciare un augurio che magari poi non ci riesco più.

A chi passa di qua spesso e a chi ci è passato per caso. A chi commenta sempre e a chi legge ma non commenta mai. A chi mi conosce fuori dal web e a chi mi ha conosciuto qui. A chi è una vita che dobbiamo incontrarci ma non ci riusciamo mai. A chi è felice e a chi non lo è. A chi ha un desiderio da realizzare e a chi ne sta realizzando uno. A chi ha tutte le fortune e a chi non le ha. A chi sa guardare oltre. A chi non ne è capace.
Auguri per un sereno e caldo Natale. Di cuore.

dicembre 16, 2009

Dimmi che borsa hai...


Se vuoi conoscere lo stato psicofisico di una donna, guardale nella borsetta. Nella borsetta: quell'accessorio femminile che una volta svuotavo settimanalmente, in genere la domenica sera, e cambiavo in base al gusto del momento. Ne approfittavo per buttare biglietti del tram e scontrini vecchi e per mettere un po' d'ordine tra le mie cose.Controlla ortografia
Ho superato da un po' l'era della tracolla, quella del post gravidanza e della maternità a casa, quella delle lunghe camminate col passeggino. Quella che spingere un biposto con la borsa appesa a una spalla non è il massimo. Quella che se devi tirar su un bambino, cercare ciuccio e chiavi di casa insieme, meglio sentirsi libere e avercela al collo - o quasi - a mo' di San Bernardo.
Sono approdata da tempo nell'era della zavorra: quella della borsa bruttina, impersonale ma grande, grande, talmente grande da infilarci dentro l'impossibile e forse anche di più.
Oggi mentre andavo al lavoro ci ho guardato dentro e ci ho trovato tre paia di calzine antiscivolo, un burrocacao da raccattare col dito mignolo, gli occhiali da vista sfusi perché mi è sparita la custodia, la busta paga del mese scorso e...un pezzo di pane secco. Ecco, quel tozzo di pane rinsecchito, sicuramente sfilato di mano a uno dei miei figli in non so più che occasione, mi dice che è il momento di tornare a prendermi cura di me, oltre che dei miei accessori.