E poi sono tornata dal mare dopo venti giorni di ferie (ma non ho ancora finito). Per la prima volta ho lasciato lì i bambini con i nonni per poi tornarci questo weekend. E lo so che sono solo cinque giorni, e lo so che hanno cinque anni e che non muore nessuno. Ma io non ci sono abituata. E li chiamo un numero infinito di volte al giorno. E vedo famiglie con bambini ovunque quando, uscita dal lavoro, zonzo per centri commerciali per reggere la temperatura e recuperare il tempo perduto. E non vedo l'ora che sia domani per riabbracciarli. Cioè, altro che un innamoramento: qui più passa il tempo, peggio è. Anche se questa cosa di godere del tempo che scorre - lento - perché non lo devi dedicare a nessuno - tranne a te - ehm, è un'opzione deluxe.
La vacanza è andata bene. Ho fatto "la mamma al mare", che sì, sarà pesante, stressante, stancante quanto volete ma parliamone. Preferisco di gran lunga camminare a piedi nudi in terrazza e crogiolarmi nel dubbio se tingermi le unghie di rosso fuoco o bordeaux piuttosto che infilarmi le ballerine e chiudermi in un ufficio davanti a un pc (esattamente dove sono adesso). Con tutti i se e tutti i ma del caso, si intende.
I bambini sono ipereccitati, in uno stato costante di iperattività e euforia. Non so se sia la vacanza, il mare, l'aria o che cos'altro ma gli sta facendo bene. Soprattutto al più debole dei due, che si sta prendendo spazi e rivincite a iosa.
Io mi sono riposata (e non credevo), ho letto (tanto) e mangiato (troppo). Quest'anno ho barattato la salute psichica con la forma fisica. Peso sette chili in più dello scorso anno ma sono (quasi) in pace con me stessa e con il mondo. Vivo quest'estate come un risarcimento di quella scorsa e chi mi è stato vicino sa di cosa parlo. Vivo anche questi chili di troppo come una punizione divina per aver disdetto la dietologa alla seconda seduta, via sms, adducendo improbabili motivi di lavoro e svanendo poi nel nulla come il peggiore dei fidanzati. Ma pazienza.
A proposito di libri, ho molto amato
"Bambini e basta" di Irene Bernardini: semplice, divertente e illuminante. E
"Open", la biografia di Andre Agassi: rivivrei gli anni novanta solo per rivederlo giocare in fucsia e jeans dopo aver letto queste 500 pagine.
Per ora è tutto. Buon proseguimento di estate a chi passa di qua.