Inizio col fare una piccola premessa sulla festa di Halloween, ormai ribattezzata la festa di Aulin (con buona pace di Christian e della mia cervicale). Mi sono stupita che all'asilo ci abbiano fatto i lavoretti a tema e dalla mia posizione talebana di qualche anno fa (è un'americanata, e noi popolo bue andiamo scopiazzando), son passata a quella più moderata (sta festa mi fa schifo ma il must è so-cia-liz-za-re, do you remember?). Quindi ho detto di sì ad una festicciola organizzata sotto casa, anche perché l'impegno massimo era prendere l'ascensore mentre il fattore di interesse per i miei figli raggiungeva i massimi livelli giacché vi partecipava il loro amico del cuore.
Peccato che a questa festicciola, organizzata da un'associazione di quartiere, si è presentato un numero spropositato di bambini con il loro bel genitore mascherato al seguito (noi no, naturalmente). Un successone per chi organizzava, un festone per chi si divertiva, una bolgia per tutti gli altri. Resoconto dell'evento: arrivo ore 20.15, abbuffata di caramelle, dopo 60 minuti netti i due abbandonavano la festa, un po' storditi e un po' delusi. Questa non era una festa. Le feste sono grandi! E te credo, mancava lo spazio. E vabbe', per quest'anno è andata così. Sta festa continua a darmi un discreto fastidio, e non si tratta di tradizioni o quant'altro, è che non mi piace proprio. Un'appendice del Cavernale, che pure quello, lasciamo perdere. Io ci ho provato ad applicarmi. Ecco, magari l'anno prossimo mi impegno di più.
Voltando pagina, con oggi ha termine questo bel ponte di quattro giorni quattro. Non che abbia voglia di tornare al lavoro ma, visto il livello adrenalinico della prole in questi giorni, forse, ecco, in ufficio mi rilasso un po'. E già che sono entrata in tema, un avviso ai naviganti: "domani torno in ufficio, così mi rilasso un po'" è una di quelle frasi che possono pronunciare solo le madri lavoratrici (a se stesse o tra di loro). Cioè, se dopo il ponte, una mamma che non lavora ti vede uscire di casa e ti dice vai al lavoro? Eh, così ti riposi! Non va bene: è una frase del cacchio. Vale solo tra pari, non so se mi spiego.
E con questa perla di (acida) saggezza, auguro una buona settimana a tutti.
Peccato che a questa festicciola, organizzata da un'associazione di quartiere, si è presentato un numero spropositato di bambini con il loro bel genitore mascherato al seguito (noi no, naturalmente). Un successone per chi organizzava, un festone per chi si divertiva, una bolgia per tutti gli altri. Resoconto dell'evento: arrivo ore 20.15, abbuffata di caramelle, dopo 60 minuti netti i due abbandonavano la festa, un po' storditi e un po' delusi. Questa non era una festa. Le feste sono grandi! E te credo, mancava lo spazio. E vabbe', per quest'anno è andata così. Sta festa continua a darmi un discreto fastidio, e non si tratta di tradizioni o quant'altro, è che non mi piace proprio. Un'appendice del Cavernale, che pure quello, lasciamo perdere. Io ci ho provato ad applicarmi. Ecco, magari l'anno prossimo mi impegno di più.
Voltando pagina, con oggi ha termine questo bel ponte di quattro giorni quattro. Non che abbia voglia di tornare al lavoro ma, visto il livello adrenalinico della prole in questi giorni, forse, ecco, in ufficio mi rilasso un po'. E già che sono entrata in tema, un avviso ai naviganti: "domani torno in ufficio, così mi rilasso un po'" è una di quelle frasi che possono pronunciare solo le madri lavoratrici (a se stesse o tra di loro). Cioè, se dopo il ponte, una mamma che non lavora ti vede uscire di casa e ti dice vai al lavoro? Eh, così ti riposi! Non va bene: è una frase del cacchio. Vale solo tra pari, non so se mi spiego.
E con questa perla di (acida) saggezza, auguro una buona settimana a tutti.