dicembre 31, 2010

'talle!



Anch'io sono una di quelle che il Natale non lo ama granché. Bella la neve, gli alberi decorati e le mille luci. Bella la storia di Babbo Natale, le renne e tutto il resto che ai bambini gliela racconti per un mese intero. Bella la loro faccia quando lo vedono arrivare per davvero*, con la barba bianca, il vestito rosso e il sacco con i doni.
Ma poi finisce lì.
I regali per forza, le telefonate per forza, l'abbuffata che se-no-non-è-Natale non li reggo più. Per il prossimo anno, medito una fuga al caldo. Che poi uno lo dice ma non lo fa mai.
*Un ringraziamento speciale all'amico che da cinque anni a questa parte si sciroppa l'ingrato compito di agghindarsi da Santa Claus...e che quest'anno gli è toccato pure passare in anticipo così noi abbiamo cenato in pace!

E adesso arriva il nuovo anno. I buoni propositi li abbiamo aboliti da tempo ma la lista dei desideri è sempre aperta.
A voi che passate di qua: qual è il vostro più grande desiderio per il 2011?
Vi auguro di tutto cuore di realizzarlo.

dicembre 15, 2010

I manufatti


Ecco qua foto dimostrativa. Mi ero proprio applicata e gli oggettini natalizi per il mercatino li avevo r-e-a-l-i-z-z-a-t-i per davvero.
Avevo comprato il Das, il Vinavil, i colori e i brillantini. Avevo anche fatto tremila domande alle sorelle della cartoleria sotto casa: tanto per regolarmi, ma il Das in quanto asciuga? ah, ci vuole una notte? allora aveva ragione mio marito! e i brillantini come ce li metto? sulla tempera? ah, ci devo mettere prima la colla? ma i colori li uso così come sono? ah, posso diluirli in acqua?
Roba che queste mi hanno guardata tipo marziana, si saranno domandate che cacchio di infanzia ho avuto. D'altronde l'ultima volta che ho usato quelle cose lì, sarà stato vent'anni fa. E il profumo del Das? Vogliamo parlarne?
Comunque, per farla breve, avviso l'educatrice che domani porterò "i manufatti" e apprendo che festa di Natale e mercatino annesso sono andati a farsi benedire. Ne racconterò poi le ragioni.

Ammazza che fortuna!

dicembre 10, 2010

Di amiche, donne e confidenze



C'è un quesito che mi fa riflettere: si tratta di donne. Di amiche. Di complicità femminile, di confidenze e reciproci sfoghi.
Nella mia concezione di amicizia se tu (amica) ti sfoghi con me e mi dici, per fare un esempio, che tuo marito è un po' stordito, io ti ascolto e ti chiedo le ragioni. Poi a meno che tu abbia sposato l'ultimo essere infimo della terra, e a meno che lui ti abbia fatto davvero qualcosa di grave, automaticamente prendo un po' anche le sue parti (quelle di lui). Perché credo che a volte nello sfogo ci sia la voglia di raccontarsi, di confrontarsi e di sfogarsi. Tutto lì. Tu mi racconti e io giustifico, sdrammatizzo. Tu ti sfoghi e io ti dico che le cose possono anche migliorare, che magari lui anziché essere un po' stordito, sta solo passando, che so, un momento "no".
Ultimamente osservo che ci sono donne che d'abitudine fanno l'esatto contrario: come dici? tuo marito è un po' stordito? Sì, te lo confermo.
Preferiscono alimentare un malessere anziché lenirlo.
Forse credono di far meglio.
O forse lo fanno. E sono io a sbagliare.

dicembre 06, 2010

Home made ma anche no


All'asilo quest'anno si organizza un mercatino di Natale per raccogliere fondi. I bambini stanno facendo dei biglietti di auguri con le maestre e alle mamme è richiesto di realizzare qualche oggettino da vendere.
R-e-a-l-i-z-z-a-r-e, nel senso di fare con le proprie manine. Ecco, parliamone: io sono negata. Di brutto. Io sono creativa ma in un altro senso. Forse di testa ma non di fatto.
Io l'alibi per r-e-a-l-i-z-z-a-r-e un bel niente ce l'avrei anche perché lavoro, c'ho due figli, il marito che torna tardi e bla bla bla ma essendo io nel comitato genitori pare brutto. Poi c'è che sono a casa per i prossimi tre giorni e allora mi dico che posso almeno provarci.
Mamme blogger che ve ne intendete, datemi delle idee! Roba facile, s'intende. Che qui mancano proprio i rudimenti.

novembre 09, 2010

Il rubacuori


La maestra mi dice che Mattia (il timidone Mattia, il mammone Mattia, il "pesantone" Mattia) ha preso per mano una sua compagna di classe e se ne stava andando a zonzo con lei nel salone, allontanandosi dal gruppo.
Lei è Paolina, brutta come poche ma simpatica (politically incorrect mum!).
Lo scorso anno il timidone-mammone-"pesantone" Mattia era il compagno prediletto di Reana, una meravigliosa bimba di origini albanesi, per la quale la sottoscritta aveva pure un debole, tocca dirlo. Le maestre la usavano per convincerlo a fare cose che lui si intestardiva a non fare, da buon bastian contrario (e qui sollecito - a grande richiesta - tutti gli amici e conoscenti dellavitareale, nonché i parenti, a lasciare un messaggio indicando da chi il piccolo Mattia abbia preso questa simpatica tendenza caratteriale a voler fare l'esatto opposto di quanto tu gli proponi. Sarò più esplicita: da me o dal papà?)
Oggi poi li accompagno all'asilo. Nello spogliatoio ci sono loro e la loro compagna Elisa. La bimba salta al collo di Mattia e gli stampa un bacio sulla guancia. Lui si ritrae imbarazzato e mi guarda intimidito.
Niente da fare, le femminucce hanno una marcia in più, si sa. Sono oggettivamente più scaltre e intraprendenti.
Essì che io ho sempre ritenuto Christian il bello di casa: sorriso smagliante, timido ma non troppo, dolce ma esuberante, altruista e un poco paraculo, che nella vita non guasta. Ogni tanto glielo dico già: chissà quante ragazze mi chiameranno a casa...
E allora col consorte ci domandavamo: com'è che Mattia riscuote tutti questi consensi femminili e Christian non se lo filano proprio?
Massì Laura è perché lui è un patatone. Mi dice lui.
Già, già, lui è proprio un patatone. Evviva il mio patatone Mattia, allora!

ottobre 14, 2010

Il mio autunno



E' uno di quei periodi al cardiopalma. Quelli che inizi la mattina correndo, corri (metaforicamente parlando) tutta la giornata, corri la sera mentre torni a casa. Corri, corri e corri ancora. Poi a un certo punto ti fermi e ti accorgi che ti mancano quelle due, tre ore di veglia per fare quelle seimila cose che ormai rimandi all'infinito e che non è che siano essenziali ma che un loro perché ce l'hanno comunque. Tipo? Farti una manicure basic, neanche laccata. Cambiare borsa o in alternativa bonificarla. Sistemare le bollette pagate. Togliere i volantini pubblicitari dal parabrezza che poi se piove, coi tergicristalli li riduci in poltiglia. Dare un occhio al tuo guardaroba autunnale. Comprare la farina gialla per il nido. E simili.
E' uno di quei periodi in cui la sfiga, quella leggera e un po' prevedibile, ti sta alle costole. E pure quella mette stanchezza.
E' uno di quei periodi in cui le relazioni sociali annaspano ma chi vive una vita come la tua lo sa e aspetta tempi migliori.
E' uno di quei periodi in cui giri fissa con la coda di cavallo perché quella sciroccata della tua parrucchiera ti ha fatto uno scalato improponibile. E mentre aspetti che ti ricrescano, ti girano un po' le palle.
E' uno di quei periodi in cui ti lamenti di tutto ma alla fine della tua vita non cambieresti niente. O quasi.
Brutta storia l'autunno.

settembre 28, 2010

L'ombrellino (del desiderio)

Vogliamo parlare della mattina piovosa?
Di quando i bambini al nido ce li accompagni tu. E piove. E hai parcheggiato la macchina più lontano del solito.
E hai un ombrello in mano.
E loro adorano gli ombrelli. Li adorano perché tu in casa li nascondi. Oggetti del desiderio pure loro, per colpa tua, che hai paura se li sbattano in testa e che li vogliano aprire. In casa. E tuo marito è convinto che di sfighe ne abbiate già abbastanza.
Cedi il tuo ombrello a uno dei due. Poi realizzi che se lo molli a lui, tu rimani sotto l'acqua. E poi devi andare in ufficio. E hai messo pure gli occhiali (lenti a contatto tassative nei giorni di pioggia!).
Quindi te ne riappropri. Lui si risente. Lo rivuole. Facciamo che la mamma ti prende in braccio e tu tieni l'ombrello? Sì! E' andata. E l'altro stranamente se ne infischia e ti cammina al fianco, riparato pure lui.
Sarà arrivata l'ora di acquistare le mantelline? Vogliamo parlare della modica cifra alla quale le vendono? A partire da 12€. Che quando hai trovato quelle della misura che vuoi tu e del colore che vuoi tu, scopri che gli euro sono 18 perché c'è Winnie The Pooh stampato sopra. A te 36 € per due pezzi di cerata ti sembrano anche troppi.
E poi la mantellina è adatta ai tragitti a piedi. Tu al nido ce li porti in macchina. Vuoi farti anche lo sbattimento di infilare la mantellina a casa per poi sfilarla in macchina e rinfilarla nel parcheggio dell'asilo? Anche no. Provvederai il prossimo anno che alla scuola materna ci andranno camminando.
E allora ombrellino sia. Da usare all'occorrenza e imboscare alla velocità della luce. Che poi sennò ci giocano a scherma. O lo aprono nello spogliatoio del nido. Che se becchi il genitore superstizioso, ti tocca pure assistere agli scongiuri.

settembre 21, 2010

Questione di priorità

Sabato ero a un matrimonio di colleghi. Il consorte era a casa con i bambini.
In serata mando un sms per accertarmi che sia tutto ok e chiedo un successivo aggiornamento.
Questo il messaggio a seguire:
"Christian dorme, Mattia ancora no. Comunque sono stati bravi e ho visto la partita in pace."
Nella vita, si sa, ci sono delle priorità.

agosto 24, 2010

Il bilancio

Allora? Bilancio della vacanza? Mi domanda lui. Ma sì, dai, è andata bene.
Riposante (per quanto possibile con due bambini) e intelligente, intendo "a misura di bambino". Se voi siete quelli che le vacanze riuscite a farle come una volta: tanto di cappello. Io da quando ho i bambini ho deciso che certe cose smetto di farle adesso fino a quando saranno più grandi. Punto e basta. Perché se le faccio lo stesso mi stresso a dismisura, accumulo nervosismo, innervosisco loro e soprattutto mio marito. E siccome al mio (benché precario) equilibrio psichico ci tengo, così come al ménage familiare, ho deciso così.
L'aspetto emotivo di questa vacanza è che da mamma lavoratrice ho desiderato molto questi 16 giorni ininterrotti con loro e me li sono strapazzata a più non posso (mia mamma dice che li coccolo troppo, io me ne infischio e spero che alla fine ci guadagnino in autostima). Vederli vivere cose nuove e diventare degli ometti ogni giorno di più riempie il cuore.
Sull'aspetto "pratico", qualche punto in più: innanzitutto che il pisolino pomeridiano per i genitori in vacanza è una specie di miraggio. Un'oasi che comincia a intravedersi nel caos del pranzo. Quelle tre ore per noi e per noi stessi sono sono stati il salvavita della vacanza. Ma come faremo quando fra un annetto o giù di lì non lo faranno più?
Ho avuto conferma che i miei bambini patiscono le novità. Ci ho messo un giorno intero per convincerli a lasciare i sandali da città per indossare le ciabattine da spiaggia. Un giorno ad entrare nell'acqua. Un giorno ad abbandonare il canotto. Un giorno a liberarsi del salvagente. E via dicendo. Se avete anche voi dei figli così, consiglio vivamente di prenotare una villeggiatura di due settimane perché con una concludereste poco. Alla fine balleranno a ritmo di musica in piscina e si divertiranno come pazzi ma tocca lavorare sodo. Vietato perdersi d'animo.
Abbiamo ridotto a zero gli spostamenti in auto superiori ai 45 minuti, se non in orario nanna e pisolo perché il mal d'auto non è un capriccio, checché ne dicano quelli che ti rispondono che li hanno sempre abituati a viaggiare e li distraggono con una baby compilation. E questo ci ha permesso di viaggiare in serenità.
Sono riuscita a leggere tre (dico tre!) libri. Lo considero un miracolo o quasi.
Ultima considerazione: ero più in forma a un anno dal parto che non a due. Quando la gonna ti arriva un centimetro abbondante al di sopra di dove arrivava prima non è un bel segno. E toccherebbe correre ai ripari. E va be', settembre non è il mese dei buoni propositi?
Ah, e per finire: credo di essere l'unico caso di mamma gemellare con un figlio quasi spannolinato e l'altro manco per idea. Ma di questo parlerò in seguito.

agosto 04, 2010

Si parte


-2
Siamo in partenza per le nostre ferie. Sospirate. Perché quest'anno è stato intenso, faticoso, diverso da come lo avevo progettato ma alla fine importante, anche se per ragioni diverse da quelle che al momento ritengo prioritarie.
Queste ferie sento di meritarmele tutte, più dello scorso anno e più degli altri anni. E voglio godermele. Sono le nostre prime vere vacanze da famiglia.
Mio marito - che dopo un (solo) week end con la prole torna disfatto al lavoro - è un po' preoccupato. Due settimane di vacanza son tante da quel punto di vista lì...
Due settimane via da casa vuol dire che ti devi portare il mondo dietro. Ma anche no. Nel nostro caso mi sa di sì, senz'altro. Siamo spartani di testa ma non di fatto. Pazienza.
Ho voglia di infradito 24ore su 24, di pennichelle pomeridiane, di sole dopo la doccia fresca, di staccare la testa dalla mia vita cittadina per un bel po' di giorni.
Lascio un saluto a chi passa di qua. Per chi in vacanza ci è già stato, per chi ci deve ancora andare e per chi lo è da una vita e neanche se ne rende conto.
A presto.

luglio 16, 2010

Di temperature tropicali e mezzi di locomozione

Domenica mattina. Ore 11.00 circa. 40 gradi all'ombra, senza esagerare. Tasso di umidità alle stelle. Una coppia raggiunge la stazione di Milano Lambrate.
Lei trangugia furtivamente la pizzetta dei suoi figli per scongiurare un calo di zuccheri (quando si dice togliere il pane di bocca...).
Lui - che nella sua vita precedente col cavolo che usciva di casa con quel caldo lì - si spara due rampe di scale abbracciato a un passeggino gemellare per raggiungere il binario 12. Quello dei treni in transito.
No, non devono partire.
Sono lì per questo:


Se ve lo state chiedendo: SI', adoravano le macchine ma da un paio di settimane sono in fissa con i treni. E SI', era la prima volta che ne vedevano uno vero...

luglio 11, 2010

Le vacanze (1a puntata)


Prima tranche di vacanze: una settimana al mare con i bambini e la (mia) mamma. Considerato l'esito di quelle dello scorso anno, ero leggermente titubante. Manco un po' entusiasta della partenza, per dirla tutta. Ma come mi è capitato spesso nella vita: quando mi aspetto il peggio, tutto fila liscio. E viceversa.
Una settimana con la mamma (la tua) vuol dire che a "cosa diamo da mangiare alle creature" ci pensa lei. Nel senso che magari ci penseresti anche tu ma lei ti anticipa sempre.
E giù a dirmi: andrai mica in un residence? Solo in albergo pensione completa ti puoi riposare! Forse voi. Io preferisco di gran lunga cucinarmi due cose al volo e mangiarle coi tempi e modi miei che trangugiare prelibatezze alla velocità della luce perché i miei figli si son rotti le palle di stare seduti a tavola. Beate voi se i vostri fanno di meglio! I miei sono ancora attratti dai travasi d'acqua a fine pasto e cose affini. Fra qualche anno se ne riparlerà... [continua]

luglio 08, 2010

Il mare mette appetito...


In attesa di trovare un attimo di tempo per raccontare due cose su questa prima tranche di vacanze, posto questa foto scattata una settimana fa in villeggiatura (e già pubblicata su Fb).

Didascalia: il mare, si sa, mette appetito e... tanta allegria.
A presto per i dettagli.



giugno 23, 2010

Il regalo alle maestre

Ma si fa il regalo alle maestre?
A me non dispiacerebbe portare qualcosa alla Betta e alla Giò.
Già ho pensato a cosa scrivergli sul biglietto. Sarebbe una frase sentita: che loro sono persone speciali. Perché mica lasci i tuoi figli a una persona qualunque.
Però non so.
Si usa?
E poi cosa gli regalo?

giugno 14, 2010

Le chiavi della macchina

Siamo nella fase idolatrìa della macchina, l'ho già detto. In primis quella del papà. Poi quella del nonno. A seguire quella della mamma. Fanalino di coda della hit parade: quella della nonna.
Da un paio di settimane però Mattia è in fissa con le chiavi della macchina. Lui le chiama chiaghi e appena me le nomina mi assale una pesantezza infinita. Qui la hit vede quelle della mamma al primo posto, quelle del papà al secondo e quelle della nonna al terzo: triste surrogato basic, accettabile solo in assenza delle altre due, che invece c'hanno il pulsantino.
Metti che ti chiede queste cavolo di chiaghi. Metti che è sabato mattina e sei reduce da un week end (il precedente) da delirio. Che fai? Vorrai mica iniziare il fine settimana con un capriccio selvaggio? Ma sì, gliele dai (codarda!). Lì ti si apriranno due possibilità: lui le acchiapperà e non le mollerà più fino all'ora della pappa (ma vi sembra normale? A me no). Oppure le userà a mo' di cacciavite, spatola, punteruolo (?), nel senso che una volta ci ha infilzato anche un pezzo di pane.
Nel secondo caso ti sorbirai pure un predicozzo del consorte che ti ricorderà che le tue chiavi c'hanno un microchip (eh?) per l'antifurto e non è buona cosa che uno dei tuoi figli le usi in quel modo lì. Lo stesso consorte, quando saremo in giro, gliele toglierà di mano (perché lui ce la fa a farsele dare senza farlo piangere, arg!) e se le infilerà nel taschino. Come mai? Direte voi. Per metterle al sicuro. Ma soprattutto perché essendo esemplare unico (nel senso che non ti sei ancora decisa a fare un nuovo duplicato) si divertirà a vedere la tua espressione di terrore quando penserai che il cucciolo te le abbia perse.

giugno 07, 2010

Di feste e compleanni

Lo scorso weekend è stato quello delle feste. La festa di compleanno della Ceci - la compagna di nido che faceva tre anni - e quella del consorte, che ne faceva trentasette in più.
Due righe sul regalo: cosa compri a una bimba di tre anni? Va di moda Hello Kitty, ti dice la collega informata sui fatti. Così ti fiondi da Toys mezz'ora prima della festa. Alla fine opti per un libro, di quelli grossi, con la cornice in velluto: Storie da un minuto. E ci azzecchi. Nel senso che la Ceci riceverà nell'ordine quattro sedioline rosa di Hello Kitty. Il tavolino di Hello Kitty. Il telo mare, il canotto, i braccioli, il gioco da spiaggia e la bandana di Hello Kitty. E una Barbie, ah no, una Winx.
Poi siccome non ti piacciono quelle scenette in cui il festeggiato apre cinquantasei regali e nessuno sa chi ha regalato cosa, decidi di metterci un biglietto, che leggerà la mamma naturalmente.
Ce l'hai vero una biro in borsa per scrivere due righe? No, non ce l'hai. E allora che fai? Compri una penna da Toys. Ce l'avranno una penna da Toys? Ma sì. Guarda quelle penne lì alla cassa. Ne acchiappi una. Senza chiedere il prezzo. Firmerai il tuo biglietto con una penna che ha il profumo a spruzzo incorporato, fragranza di fragola per l'esattezza. Questo è il motivo per cui l'hai pagata quei 9.90 che facevi anche a meno di spendere (incauta donna!).
L'indomani altra festa. Quella a sorpresa per i quarant'anni del consorte. Decidi il giovedì per la domenica e già il venerdì sei convinta che lui l'abbia capito. Poi decidi di buttarla sul lui-non-sa che-tu-sai che-lui-sa e di vedere come va a finire. Risultato: non aveva capito niente. Ché si sa gli uomini son sempre un po' nel loro mondo. Per fortuna.

maggio 25, 2010

Mamma che spettacolo


Ma quanto sono belle le mamme blogger? A parte che ce n'erano un paio che pensavo di dover cercare col lanternino invece le ho scovate subito: Valentina, che è super solare e sorridente come traspare dal suo blog e Silvia che finalmente ci siamo incontrate ma ci è mancato il tempo per raccontarci le mille cose in comune. Ho visto Linda, che è di una dolcezza incredibile. E Luisa che l'aria cattiva non ce l'ha, sbarazzìna sì.
Ma allora quando traslochi? E come ti trovi a fare le otto ore?
Perché qui siamo super aggiornate sulle nostre rispettive vite senza esserci mai veramente incrociate.
Poi c'erano le blogger d'eccellenza, quelle che hanno pagine frequentatissime e che io leggo regolarmente ma commento solo per dire cose veramente intelligenti: praticamente mai. Ecco, con loro mica potevo fare come quelli che avvicinano i vip: ma lo sa che io la seguo da sempre, sono un suo fan. Che orrore! Quindi ho solo giocato a riconoscerle e ho appioppato tutto l'elenco alla mia amica, che non ha ancora prole al seguito ma ci legge, così, per simpatia.
Va be' naturalmente finito lo spettacolo sono scappata via, più veloce di Cenerentola, però ne è valsa la pena. Grasse risate, come si dice.
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Dedicato alle mamme che escono con le amiche settimanalmente per mantenere un loro equilibrio. A quelle che vorrei ma mi vengono i sensi di colpa. A quelle che non ho nessuno che me li tiene mannaggiammè. A quelle che la sera stramazzo sul divano e chi si è visto si è visto.
E dedicato a me che sono uscita dal lavoro in ritardo (ma proprio staseraaaa!), son corsa a casa, ho mangiato al volo, mi sono cambiata in qualche modo, ho lavato e impigiamato i pupazzetti e li ho lasciati sorridenti (yeah!) con il papà. A me che i sensi di colpa ce li ho sempre (ma mi abbandonano sull'ascensore!).
E dedicato un po' anche al papà che li ha addormentati alle otto e mezza (alle otto e mezzaaaaaaa?), che gli ha chiesto volete andare a fare la nanna? E loro gli hanno risposto sì. (Sììììììììììììììììììììììììììì?) A lui, che insomma, la serata se l'è goduta quanto me.

maggio 19, 2010

Varie ed eventuali


Hola! Ci sono! Mi spiace non riuscire ad aggiornare il blog come una volta ma come si dice, nun gliela fo proprio. Vedo che - come me - molte compagne di avventura latitano un po'. Hanno pupi coetanei o quasi e questo mi fa pensare: checché ce l'abbiano raccontata, più gli eredi crescono più c'è da fare. E il tempo per il cazzeggio scarseggia. Drammaticamente.
Vabbe' la butto sul bollettino mensile così aggiorno amici vicini e lontani.

1) Da lunedì scorso ho ripreso il fatidico full time e sono miracolosamente sopravvissuta alla prima settimana. Si può fare? Sì, basta organizzarsi. Il top sarebbe avere una colf. Giacché contrariamente all'opinione diffusa la donna che lavora fa anche la casalinga, nel senso che a meno che tu abbia un marito tuttofare, la casa te la smazzi tutta tu. O quasi. In quel quasi sta la mia salvezza: una mamma (la mia) disponibile e leggeremente iperattiva che mi aiuta tantissimo. Poi va detto che il consorte cucina, già lo dissi, ma tocca ribadirlo onde evitare inversioni di marcia.

2) I bambini finalmente parlottano la nostra lingua. Nel senso che snocciolano parole nuove. Decifrabili a noi umani. O quasi. Parole che ti sorprendono, ti emozionano, ti lasciano con gli occhi sgranati e senza fiato. Perché le dicono e per come le dicono. A modo loro: buffo, naturalmente, ma così comprensibili che non ci ero proprio abituata. Iò-iò Pattia - tradotto: faccio io (che mi chiamo Mattia) - è la frase del momento.

3) Siamo in completa adorazione del padre. E della sua macchina, per giunta. Nel senso che lo invocano una cinquantina di volte al giorno e vedono il suo mezzo di locomozione ovunque. Metti che davvero beccano un'auto uguale alla sua per strada ci si piantano davanti e non li smuovi più.

maggio 06, 2010

Duuue!

Abbiamo compiuto due anni. Abbiamo fatto una piccola festa coi nonni e gli zii. Non pubblichiamo il video con il soffio delle candeline perché riguardandolo ci siamo accorti che la mamma e il papà ci aiutavano da dietro. E sì che avevamo fatto tante prove! Qui ci stiamo mangiando la torta, ecco che la mamma ne taglia una fetta anche per voi.

aprile 16, 2010

La signora del turpiloquio

Ore 8.00 del mattino.
O ga-chiò!
O ga-chiò!
I coniugi ascoltano. Si fermano un attimo. Poi tornano ai loro pensieri.
O ga-chiò!
Si guardano. Lui domanda: "cosa ti sembra stia dicendo?"
Lei minimizza: "Mmm, bah, non so...però...sì, direi che non è giapponese...sembra stia dicendo oh, cacchio!
Diranno sì e no sei parole in due. Eppure quando si è trattato di assimilare a tempo record l'esclamazione di disappunto più gettonata dalla mamma... Sì perché è inutile che mi nasconda dietro a un dito: quella parola lì - in casa nostra - la uso io.
E mica la dice a casaccio. No, no, quando gli cade qualcosa. Dall'alto, per la precisione. Tipo come faccio io quando apro un pensile della cucina e mi arriva in testa la scatola dei cereali.
E vabbe' mea culpa. Cerchiamo di depistarlo se ricapita e di morderci la lingua perché a sentirlo (la prima volta) ci veniva anche un po' da ridere.
Ormai bisogna stare attenti. Mi dice lui, un tantino soddisfatto.
Eh, già. Rispondo io. Tocca stare attenti. Perdindirindina.

aprile 07, 2010

L'insana coppia


Erano un'insana coppia quando lui le proponeva gli spaghetti di mezzanotte o la serata "tutto fritto" e lei diceva sempre sì.
E continuano ad essere un'insana coppia.
Lei gli butta lì un mi piacerebbe comprare una tendina ai bambini e lui - di natura più bradipo che gazzella - si infila i jeans, sfida le intemperie e in mezz'ora va e torna da Toys con una fantastica tenda igloo completa di cento (dico cento) sfere colorate.
Verso sera i coniugi si apprestano a smontare paletti e a raccattare per casa un centinaio di palline variopinte. E' lì che lei dice a lui: noi non andiamo bene insieme, tu mi dovresti frenare quando mi vengono certi attimi di autolesionismo. Invece ...
-
N.B. Per amici e parenti che conoscendo la metratura della maison, si domandassero dove intendessimo mettere la tenda da campeggio: SUL BALCONE! (appena arriva il bel tempo)

aprile 02, 2010

Di vacanze...pasquali e non


Ci sono. Anche se non sembra. Innanzitutto tanti tanti ma tanti auguri di buona Pasqua a chi passa di qua. Giacché sono alla ricerca di un posto per la villeggiatura estiva (notato che evito accuratamente la parola "vacanze" per non farmi false illusioni?), se siete state in qualche bel posto e lo ritenete adatto a due bambini 2enni con al seguito coppia stanca: fatemi sapere!

marzo 24, 2010

Le altre mamme. Sottotitolo: come Susan Boyle

Quando i bambini sono piccoli tra mamme ci si incrocia passeggiando. Ci si scambiano le classiche domande: quanto ha? come si chiama? lo allatti? E la cosa finisce lì.

Quando i piccoli cominciano a crescere inizia, tuo malgrado, la fase della socializzazione: quella tra mamme. Quando iniziano a sgambettare ti si apre un fantastico mondo fatto di parchetti, giardinetti, cortili condominiali e simili. Tutto un pullulare di mamme che si conoscono da tempo e che si danno appuntamento alla panchina, ma sì proprio a quella panchina lì...dove ti sei seduta tu. Tra loro c'è sempre quella che urla dietro al pargolo indisciplinato e che mi ha sempre fatto una gran paura. Diventerò mica anch'io così?

Poi ci sono le mamme dell'asilo. La mamma decisamente "molesta" è quella riccia riccia che incrocio tutti i giorni, quella che tutte le volte mi dice che sua cognata ha avuto due gemelle più una terza a distanza di un anno ed è riuscita a viziarle tutte e tre. Ancora mi domando se sono i miei figli a ispirarle quelle considerazioni lì o se è solo un pour parler.

Poi c'è l'amica mamma. Quella che in comune abbiamo solo la mammità. Quella che ha in pugno la verità assoluta su metodi, infanti, farmaci, annessi e connessi. Quella che quando le dici la tua ti risponde con un Ah! sottotono, che tradotto verrebbe Oddio che cazzata, io faccio tutto diverso! Quella che le cose le legge su Mamma&Pargolo, Insiemeperlavita e simili ma parla come fresca di laurea in pediatria.

Terreno fertile per questo genere di incontri è la festicciola di compleanno. Gran varietà di mamme: quella "fashion" - che nonostante il post parto e tre bimbi al seguito si presenta coi leggings, lo stivale alla moda e soprattutto la piega ai capelli. La mamma "da guerra" (che come dice il consorte "si capisce che è abituata a quelle feste lì") invece arriva in jeans, t-shirt, capelli per aria e si mette a fare la guerra coi palloncini. Li sventola per aria tipo cintura nera di taekwondo, abbatte anche un bambino (forse il suo) ma dice vabbe' e continua imperterrita. I bambini sghignazzano come matti. Ci si incanta a guardarla. Somiglia vagamente a Susan Boyle. Poi coinvolge nella battaglia la mamma perfettina, quella che non se la mena per niente nonostante l'aria elegante e un foularino annodato al collo. A lei fare il mulinello coi palloncini imbarazza un po' ma poi si mette a ridere, pazienza se le guardiamo tutti.

Poi ci sono io che di trendy non c'ho proprio niente. Io che sono un tantino sbattuta, ammazzo il tempo al buffet, ho i jeans sformati e la coda di cavallo. Io che quando parlo male delle altre mamme (come in questo post) non lo faccio per acidità ma perché sono per il vivi e lascia vivere, sono la mamma chioccia (nonostante il tempo fuori casa), ipercritica (verso me stessa) e perché come tutte le mamme del mondo, credo di fare il meglio in assoluto per i miei figli ma poi ascolto LE ALTRE e mi metto in discussione.
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E voi? Ne avete mai incontrate di mamme così?

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Questo post partecipa a Mamma che ridere. Se vi interessa, in coda al commento, scrivete la taglia dei pannolini. Potreste vincerne una fornitura omaggio.

marzo 04, 2010

L'uomo dei materassi


Mio marito vuole comprare un materasso nuovo. Dice che quando dorme negli alberghi non ha problemi mentre a casa si alza col mal di schiena. Mi verrebbe da cercarci un qualche significato inconscio ma penso sia meglio soprassedere.
Lui decide di far passare il tizio dei materassi alle 8emezza di sera. Alle 8emezza di seraaaaaa?!! Che a casa nostra orario più infelice non esiste: i bambini sono euforici (perché siamo a casa tutti e due) ma sono anche stanchi, di quella stanchezza che li rende sovraeccitati. Alle 8emezza da noi scatta la fase "decompressione", come la chiamo io: si abbassano un po' i toni, un po' le luci, li si impigiama, si spengono le batterie, ci si fa le coccole e ci si prepara per la nanna (la loro).
Comunque, il tizio dei materassi arriva a quell'ora lì. Gli offriamo il caffè. Lui attacca a parlare di doghe, lattice, memory, sostegno e bla bla bla. Passano pochi minuti e noi siamo intenti a dar retta all'estraneo seduto al nostro tavolo. E' lì che - a sorpresa - a Mattia scatta il raptus tu-tizio-dei-materassi-mi-rubi-l'attenzione. Il piccolo, dolce Mattia, che di solito in presenza di persone sconosciute si chiude un po' a riccio, comincia a rumoreggiare, a indicare una banana, che poi si mangia e pianta a metà. Poi apre il cassetto delle posate, ne prende una manciata, UNA-MAN-CIA-TA (di cucchiai per fortuna) e se li porta via. Il fratello, lo segue incuriosito e, come da copione, scopiazza un po'.
Il clou si avrà dieci minuti più tardi quando il prode infante prenderà rumorosamente a cucchiaiate il frigorifero ma questo è solo un dettaglio.
Mi veniva quasi da ridere. O forse no. Mi veniva da dire te l'avevo detto che era un orario infelice! Ma son cose che ai mariti è meglio non dire. Ho preferito rifugiarmi (o nascondermi?) in camera coi pargoli, in attesa che l'uomo dei materassi se ne andasse, con il suo ordine firmato sotto braccio e l'aria un po' soddisfatta e un po' divertita.
Che figura! Lo so che sarà la prima di una lunga serie ma ancora non ci sono abituata...

febbraio 19, 2010

Il lavoro del papà

Scusi sa se mi permetto: ma Lei che lavoro fa?
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Gliel'ha chiesto l'Elisabetta, una delle educatrici del nido.
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IO: E tu cosa le hai detto?
LUI: Gliel'ho spiegato. Te l'ha chiesto anche a te?
IO: No, lo sa che lavoro faccio io.
LUI: Secondo me è perché stanno preparando qualche lavoretto, sai per la Festa del Papà...
IO: Mmm...secondo me è perché si domanda com'è che quando li porti tu, arrivano sempre in ritardo...

febbraio 18, 2010

Maschietti e femminucce

L'argomento è trito e banale ma fa lo stesso.
La classica domanda che ti fanno quando sei incinta è: preferiresti un maschietto o una femminucciaaa?
La classica (e logica) risposta di una gestante, soprattutto se alla prima gravidanza e nei primi mesi è: ma, non so, fa lo stesso, purché sia sano.
Anch'io dicevo così. Ed era vero. Dicevo che in teoria avrei preferito dare la vita ad un maschio (perché per gli uomini è tutto più facile, inutile che ce la raccontino) però una figlia, anche da grande, rimane più legata alla mamma...
Poi alla vigilia della translucenza mi son detta sai che c'è? forse preferirei una femmina...
Ed era un maschio, anzi, no, due.
La scorsa settimana un'amica mi comunica che aspetta una bambina.
Ma dai? Sei contenta?
Sì, Laura. Adesso lo posso dire, io un maschio non lo volevo...
Ah, ecco - dico io con una punta di fastidio. E mi son chiesta: cos'è era la mia? Invidia?
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N.B.: Astenersi commenti: riprovaci, sarai più fortunata! Sono pazza dei miei due figli maschi e per il momento basta così.

febbraio 14, 2010

Di scimmiette e progressi

Ma non lo aggiorni più il blog?
Questo è tuo marito che si capisce gli piace leggere le cose che scrivi e un po' gli mancano, ehehe.
Il periodo non è stato dei migliori. Quando i malanni si susseguono, i ritmi sono serrati e i week end più stancanti di un'intera settimana, il morale non è alle stelle. Poi ti accorgi che anche se la sfiga ti perseguita, le sfighe sono altre, e la giornata di ieri te la sei già dimenticata perché stai vivendo il casino di oggi e alla fine è comunque divertente.
I panterini crescono, a vista d'occhio. Che fanno di nuovo? Ti stringono forte, tipo coala, per farti capire che gli sei mancata. Mangiano da soli e bene, se ne hanno voglia. Finiscono a badilate pasta e risotti che adorano, con la destra e la sinistra e io odio chi li corregge dicendo con questa mano qui (sono la sola?). Adorano lavarsi i denti, anche se in realtà giocano con l'acqua e si mangiano il dentifricio (ma voi come fate?). Parlano tanto ma dicono perlopiù cose incomprensibili a noi umani. Uniche eccezioni: mamma, papà, cacca, nonno, tutto, dai, azii (grazie) Tia (Mattia?) e Ca (Christian?). Sul fronte versi degli animali siamo fermi a AAU (il cane) e AAO (il gatto), più una personalissima interpretazione della scimmietta con tanto di banana in mano. Ah, ecco, dicono anche BAM! quando riescono ad accedere alla camera da letto e da in piedi sul lettone si tuffano all'indietro con il sedere: io perdo dieci anni di vita ogni volta ma questa è un'altra storia.
Alla prossima!

gennaio 22, 2010

Malanni di stagione


Avete presente quei pensieri, "a fior di testa", come li chiamo io? Quelli che passano fugaci, magari una mattina, mentre siete sotto la doccia. Quelli tipo "eh, però, si capisce che essendo in due hanno più anticorpi, nonostante il nido son stati quasi sempre bene..."
Ma sì, quei pensieri che appena li avete formulati vi siete già portati sfiga da soli: gastroenterite, congiuntivite e forse bronchite spalmati su sette giorni e due bambini.
Settimana di antibiotici, sciroppi, colliri, supposte e fermenti lattici. Di notti agitate, di lavatrici a go go, di pappe buttate, di capricci a iosa e coccole a fiumi. Settimana senza il nostro latte intero coi plasmon che sarà anche calorico ma quanto è buono. Settimana da reclusi per loro e un po' da esauriti per noi.
Forse forse va un po' meglio. Ma io non ho detto niente.
Voglio la primavera.

gennaio 13, 2010

Falling in love (astenersi diabetici)

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Lei: non sono più innamorata di te.
Lui: ?
Lei: ormai sono innamorata di loro!
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(A volte) ti mancano anche quando ci sono. Muori dalla voglia di abbracciarli e di mangiargli le guance. Li pensi anche quando non te ne rendi conto. Senti che sono tuoi e di nessun altro.
I sintomi ci sono tutti. Solo che col tempo non passano. Anzi.
Sono irrecuperabile?

gennaio 02, 2010

2010 wishing list

L'anno passato è stato un po' faticoso. Nel senso che il primo anno da mamma è stato meno stancante. Nel senso che chi è quel genio che ci ha detto che quando crescono è tutto più facile? Nel senso che conciliare maternità e lavoro non è sempre facile, materialmente e psicologicamente. Nel senso che, figli a parte, la vita a volte sceglie per te e ti scombussola un po' i piani.
Evito i buoni propositi per il 2010 ché so già che quel paio di cose che mi son ripromessa di fare nel corso di questi mesi non è che le farò così d'amblé a partire da domani.
Preferisco pensare a cosa vorrei per ME in questo nuovo anno, tolte le cose veramente importanti, si intende.
Vorrei una nuova amica. Vorrei leggere come una volta. Vorrei la faccia di quando ero incinta e pure le tette. Vorrei una vacanza come la voglio io. Vorrei prendere tanto sole. Vorrei un divano nuovo. Vorrei che mio marito si volesse più bene. Vorrei regalare un weekend a Roma ai miei genitori. Vorrei tornare ogni tanto ad andare in chiesa la domenica sera. Vorrei mille altre cose ma per stasera mi fermo qui :)
Che il 2010 abbia inizio.