Ieri ripensavo ai tempi in cui i miei figli esploravano casa in ogni dove (non ricordo esattamente quando ma credo dopo aver iniziato a camminare), spostando, toccando, rovistando, senza risparmiare cassetti e comparti della cucina alla loro portata.
Hai voglia a sgridarli. E che fatica ascoltare i parenti che dicevano che i loro nipoti no, non l'avevano mai fatto.
Non ho ritenuto sbagliato svuotare casa degli oggettini che potevano rompersi o diventare un pericolo per loro. E non ho ritenuto sbagliato blindare alcuni cassetti e svuotarne altri per metterli a loro disposizione.
Con chi aveva da ridire, sfoderavo la solita giustificazione: tu avevi uno o due bambini da guardare? tu ci stavi da sola in casa coi bambini o eravate una task force? E chiudevo l'argomento.
Col tempo gli oggettini sono ricomparsi (mica tutti eh!) e i cassetti sono tornati accessibili. I miei rimangono bambini curiosi da questo punto di vista ma la passione esploratrice è un po' passata. Eppure tutte le volte che trascorrono una giornata a casa della nonna, lasciano tre (dico tre) inconfondibili tracce del loro burrascoso passaggio: il giro della manopola programmi della lavatrice (poco importa se in funzione o meno), la sveglia, che suona di notte, sempre. E la gatta, povera gatta, che rimane chiusa in balcone o in casa, a seconda di come girano la levetta della gattaiola per accedere al terrazzo.
Detto questo, si avvicina agosto e le sospirate ferie lunghe. Anticipo i tempi e butto giù una serie di buoni propositi (lo so che è una cosa che si fa in settembre ma tant'é):
- meno web, più libri (l'iphone, poi, non aiuta. Aveva ragione chi me lo aveva detto)
- meno carboidrati, più tutto il resto
- al bando le telefonate "finte" e le persone che non mi danno niente (dal punto di vista emotivo chiaramente)
- al bando la voce alta e le sfuriate (che di questi tempi vanno per la maggiore)
Diciamo che voglio mettermi in ascolto. E speriamo di raggiungere la giusta sintonia.
Buone vacanze a chi passa di qua.