La premessa è che a volte mi sento l'Ufficio Complicazioni Affari Semplici.
Avete presente quando siete a casa da sole da tempo immemore, siete un po' stanche, è fine giornata, siete reduci da una festa all'asilo, decisamente provate dall'improvvisa temperatura tropicale, i bambini sono tutto sommato tranquilli e voi ve ne uscite con un "bambini, lo sapete che stasera c'è la luna rossa? dai, sdraiamoci sul lettone con le finestre spalancate così la vediamo arrivare!". Poi, ci piazzate pure una spiegazione poetica del tipo che la luna diventa rossa perché si abbraccia col sole e a loro l'idea fa proprio simpatia.
Solo che si son fatte le dieci e quella non si è ancora palesata. Ne' bianca, né rossa. E loro son belli svegli, in trepidante attesa. Lì, vi date del genio da sole, e poi tentate l'affondo "facciamo così, voi fate la nanna che quando arriva la luna, la mamma vi sveglia" (cosa assolutamente improbabile ma in qualche modo tocca chiuderla la serata).
Apprenderete poi a vostre spese che ai pupi le balle, grosse o piccole che siano, è meglio non raccontarle. Perchè voi gliele buttate lì con nonchalance mentre loro le registrano, le incasellano e ve le ripropongono quando meno ve l'aspettate. Tipo alle sette del mattino seguente quando ancora nel mondo dei sogni, udirete una vocina: "mamma, andiamo a vedere la luna?"
E quando gli spiegherete che a quell'ora quella sciocchina della luna non c'è, vostro figlio replicherà: "mamma voglio lunaaaa!"
E allora metterete su la moka, accenderete il portatile e cercherete su google una bella luna rossa:
"ecco, guarda, la mamma ieri le ha fatto la foto!"
Eddai, lo so, le balle non si raccontano. Ci sono ricascata, d'altronde dovevo pur uscirne.