Siamo nella fase idolatrìa della macchina, l'ho già detto. In primis quella del papà. Poi quella del nonno. A seguire quella della mamma. Fanalino di coda della hit parade: quella della nonna.
Da un paio di settimane però Mattia è in fissa con le chiavi della macchina. Lui le chiama chiaghi e appena me le nomina mi assale una pesantezza infinita. Qui la hit vede quelle della mamma al primo posto, quelle del papà al secondo e quelle della nonna al terzo: triste surrogato basic, accettabile solo in assenza delle altre due, che invece c'hanno il pulsantino.
Metti che ti chiede queste cavolo di chiaghi. Metti che è sabato mattina e sei reduce da un week end (il precedente) da delirio. Che fai? Vorrai mica iniziare il fine settimana con un capriccio selvaggio? Ma sì, gliele dai (codarda!). Lì ti si apriranno due possibilità: lui le acchiapperà e non le mollerà più fino all'ora della pappa (ma vi sembra normale? A me no). Oppure le userà a mo' di cacciavite, spatola, punteruolo (?), nel senso che una volta ci ha infilzato anche un pezzo di pane.
Nel secondo caso ti sorbirai pure un predicozzo del consorte che ti ricorderà che le tue chiavi c'hanno un microchip (eh?) per l'antifurto e non è buona cosa che uno dei tuoi figli le usi in quel modo lì. Lo stesso consorte, quando saremo in giro, gliele toglierà di mano (perché lui ce la fa a farsele dare senza farlo piangere, arg!) e se le infilerà nel taschino. Come mai? Direte voi. Per metterle al sicuro. Ma soprattutto perché essendo esemplare unico (nel senso che non ti sei ancora decisa a fare un nuovo duplicato) si divertirà a vedere la tua espressione di terrore quando penserai che il cucciolo te le abbia perse.