Se mi chiedessero di descrivere con un’immagine il mio essere madre in questo periodo della mia vita, sceglierei quella di una lavatrice.
In centrifuga.
A 1.600 giri.
Che poi il fermo immagine non renderebbe neanche l’idea. Servirebbe un video.
Si tratta di vortici in cui il ménage familiare ti risucchia, tuo malgrado. Anche quando ti sei ripromessa di metterti due zavorre ai piedi e non farti trascinare via, perché non serve a niente.
Si tratterebbe anche, in sostanza, di provare ad essere zen in situazioni in cui meccanismi mentali consolidati vorrebbero portarti alla sfuriata.
Stamattina, per esempio, faticavo ad alzarmi e l’intera tribù si è messa in moto con un quarto d’ora di ritardo rispetto al solito.
Il “solito” prevede momenti di pesante torpore (dei miei figli) di fronte alla tazza del latte e sul divano, prima di vestirsi. Momenti per carburare, come si dice.
Per quei momenti lì, oggi, non c’era tempo.
E a due minuti netti dall’ora X (quella che se non esci in quell'istante, arriverai in ritardo a scuola): se ti dico di metterti le calze, tu te le devi mettere.
E se tu, incurante della cosa, ti stai osservando le unghie dei piedi, te le devi mettere lo stesso.
E se ti dico di metterti le scarpe ma tu ciondoli con indosso due calze (di colore diverso), domandandoti pensieroso se il paese dove vive la zia si chiami Cassina de Pecchi o Cassina de Becca come Chewbecca di Star War:
UAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!In centrifuga.
A 1.600 giri.
Che poi il fermo immagine non renderebbe neanche l’idea. Servirebbe un video.
Si tratta di vortici in cui il ménage familiare ti risucchia, tuo malgrado. Anche quando ti sei ripromessa di metterti due zavorre ai piedi e non farti trascinare via, perché non serve a niente.
Si tratterebbe anche, in sostanza, di provare ad essere zen in situazioni in cui meccanismi mentali consolidati vorrebbero portarti alla sfuriata.
Stamattina, per esempio, faticavo ad alzarmi e l’intera tribù si è messa in moto con un quarto d’ora di ritardo rispetto al solito.
Il “solito” prevede momenti di pesante torpore (dei miei figli) di fronte alla tazza del latte e sul divano, prima di vestirsi. Momenti per carburare, come si dice.
Per quei momenti lì, oggi, non c’era tempo.
E a due minuti netti dall’ora X (quella che se non esci in quell'istante, arriverai in ritardo a scuola): se ti dico di metterti le calze, tu te le devi mettere.
E se tu, incurante della cosa, ti stai osservando le unghie dei piedi, te le devi mettere lo stesso.
E se ti dico di metterti le scarpe ma tu ciondoli con indosso due calze (di colore diverso), domandandoti pensieroso se il paese dove vive la zia si chiami Cassina de Pecchi o Cassina de Becca come Chewbecca di Star War:
Parte la sfuriata.
Sabato, dopo un devastante pomeriggio di compiti, studio e litigi, mi accingo ad andare in piscina.
Recupero il borsone ma non trovo il lucchetto per l’armadietto dello spogliatoio. Vago per casa alla ricerca, in leggero stato confusionale, e accuso i miei figli in prima battuta di averlo preso per gioco, senza restituirlo, poi di tirarmi scema, così, in generale (la mamma va in tilt = io non trovo le cose).
Il tempo scandisce i secondi, già mi vedo arrivare a corso iniziato, così decido che il borsone posso anche lasciarlo in sicurezza altrove. Esco, senza lucchetto ma con figli al seguito. E non trovo le chiavi di casa. Già mi vedo saltare la lezione e ricomincio tutto da capo. Stesso schema: ricerca forsennata, ramanzina e sfuriata.
Con grande
In serata, al loro serafico papà, i miei figli racconteranno che la mamma ha perso la testa per un lucchetto. Per un luc-chet-to.
Che abbiano precedentemente discusso con me e discusso tra di loro. Per le tabelline, per l’ipad, per il colore della pastasciutta e per l’universomondo lo hanno
[ ] volutamente
[ ] inconsciamente
[ ] chiaramente
omesso.
Scegliete voi la risposta. Sono bambini.
Lo stesso accadeva iera sera, quando di ritorno dal calcio, dopo un pomeriggio di andirivieni casa/pediatra, di sgridate e di affanni, notavo guardandomi allo specchio dell’ascensore di aver perso un orecchino. Di quelli con la farfallina dietro. Impossibile che si sfili da solo. Al 99 per cento mentre lo stavo mettendo sono stata catturata dal vortice della centrifuga di cui sopra. E non ce n'è più traccia: dell'orecchino, di cosa stavo facendo e di quel momento lì. Accipicchia.
A parte sperare che questi vortici non colgano anche voi, anzi, un po’ sì, così non mi sento strana, ho definitivamente abbandonato la valeriana per seguire la strada dell’autoanalisi (capire dove sbaglio e cercare di migliorarmi, eh!) infine ho optato per l’acquisto di un libro che mi è sembrato il titolo giusto al momento giusto: Esercizi di meraviglia – Fare la mamma con filosofia di V. Baruffaldi.
Come dai fanghi super drenanti che mi verranno recapitati a giorni, non mi aspetto miracoli ma un barlume di speranza sì.
Vi farò sapere!
10 commenti:
Facci sapere che in questo periodo non ci sto capendo niente
Senz'altro! Ciao :-)
Quanto ti capisco! E pensare che succede di vivere in centrifuga anche a me, che sono mamma di una singola figlia, di 7 anni e mezzo quindi in seconda primaria come i tuoi, unica figlia ma turbolenta, vivace, iperattiva, distratta e... quando succede qualcosa incolpo spesso lei, mi arrabbio per un nonnulla e poi mi dico... che sono peggio della Rottermeier e che l'infanzia dura un battito d'ali... e mi viene da piangere.
Certo che per me e mio marito, lavorare 8 ore al giorno significa assentarsi da casa dale 11.00 alle 12.00 ore al giorno causa viaggio per lontananza ufficio e tutto questo rende la nostra vita un vero casino. E mi chiedo a volte come faccio a ritagliarmi due giorni, anzi sere, a settimana per andare anche in palestra! Motivo? Ho un marito che e' un Tesoro! :-) Sa sostituirmi al 100% e anche qualcosa in piu'. Ma io senza quello sfogo in palestra sarei ancora piu' isterica. Che dire? Tanta e ancora tanta comprensione. Smack!
Grazie per il tuo messaggio è bravo tuo marito che ti sostituisce al 100% e anche di più.
A proposito dell'essere isteriche, io in piscina ci vado una sola volta a settimana, sarà mica troppo poco? :-)))
meno male che ci sei tu a farmi fare una risata (prima di far ripartire la centrifuga!).
Stesse scene (ma cosa avranno mai di così interessante le unghie dei piedi?!?!? ogni volta che si deve uscire, andare a letto, lavarsi...)e stesso mood (mamma tra l'isterico e lo stato confusionale cronico).
Ho sentito una recensione del libro che hai preso (mi sembra a Geo & Geo), fammi sapere se è adatto all'età dei nostri gemelli o se si rivolge mamme con figli più piccoli.
un bacio e una pacca sulla spalla di massima solidarietà
Ti farò sapere. Grazie! :-)))
E' proprio cosi' anche per me qui in Nuova Zelanda dove la vita dovrebbe essere poco stressante. L'ora X e i calzini soprattutto, non so come faccio a ripetere lo stesso tutti i santi giorni. Meno male per il finesettimana. Meno male per mamme come te che mi fanno sentire normale e mi fanno fare una bella risata - grazie, oggi ci voleva proprio!
Grazie a te per il messaggio, davvero. Il bello del condividere è scoprirsi, nonostante tutto, normali! :-))))
P.S. Che bello avere una lettrice in Nuova Zelanda! ;-)
Si', ti seguo da un po', quando la vita me lo permette. Mi piace la tua onesta' e la capacita' di ridere e di far ridere gli altri. Complimenti!
Grazie! :-))
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