dicembre 31, 2009

Prontuario per il brindisi di Capodanno


A dire la verità io di Erri De Luca non ho letto neanche un libro (magari rimedierò con l'anno nuovo). Questa poesia l'ho ascoltata alla radio e mi è piaciuta molto. E' un po' malinconica. Ma anche no. Buon duemilaedieci a tutti!
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Bevo a chi è di turno, in treno, in ospedale,
cucina, albergo, radio, fonderia,
in mare, su un aereo, in autostrada,
a chi scavalca questa notte senza un saluto,
bevo alla luna prossima, alla ragazza incinta,
a chi fa una promessa, a chi l'ha mantenuta,
a chi ha pagato il conto, a chi lo sta pagando,
a chi non è invitato in nessun posto,
allo straniero che impara l'italiano,
a chi studia la musica, a chi sa ballare il tango,
a chi si è alzato per cedere il posto,
a chi non si può alzare, a chi arrossisce,
a chi legge Dickens, a chi piange al cinema,
a chi protegge i boschi, a chi spegne un incendio,
a chi ha perduto tutto e ricomincia,
all'astemio che fa uno sforzo di condivisione,
a chi è nessuno per la persona amata,
a chi subisce scherzi e per reazione un giorno sarà eroe,
a chi scorda l'offesa, a chi sorride in fotografia,
a chi va a piedi, a chi sa andare scalzo,
a chi restituisce da quello che ha avuto, Grassetto
a chi non capisce le barzellette,
all'ultimo insulto che sia l'ultimo,
ai pareggi, alle ics della schedina,
a chi fa un passo avanti e così disfa la riga,
a chi vuol farlo e poi non ce la fa,
infine bevo a chi ha diritto a un brindisi stasera
e tra questi non ha trovato il suo.

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Prontuario per il brindisi di Capodanno (da L'ospite Incallito, Erri De Luca, Einaudi 2008)

dicembre 29, 2009

Politically incorrect

Io sono la mamma che strapazza di baci i suoi bambini. Sono quella che li osserva attenta e curiosa. Quella che non si dorme dai nonni perché la sera si deve stare a casa propria con mamma e papà. Quella che stare lontano da loro per il lavoro è dovere ma per il resto no. Quella che in due ore al cinema dice tre volte al marito che gli mancano. Quella che anche dietro un capriccio ci sarà un perché. Quella che il mio tempo è tutto per loro. Quella che nessuno li capisce meglio di me.
Io sono quella che EVVIVA CINQUE GIORNI A CASA - di vacanza - IN FULL IMMERSION CON LORO. Quella che lo sa in partenza che non sarà una vacanza ma ci crede, sempre, lo stesso.
Quella che - mi spiace ammetterlo - ma con mezza giornata in ufficio, oggi, mi sono rigenerata.

dicembre 22, 2009

Auguri, di cuore


I bambini, il Natale, il lavoro, la neve: settimana impegnativa già in partenza. Ne approfitto per lasciare un augurio che magari poi non ci riesco più.

A chi passa di qua spesso e a chi ci è passato per caso. A chi commenta sempre e a chi legge ma non commenta mai. A chi mi conosce fuori dal web e a chi mi ha conosciuto qui. A chi è una vita che dobbiamo incontrarci ma non ci riusciamo mai. A chi è felice e a chi non lo è. A chi ha un desiderio da realizzare e a chi ne sta realizzando uno. A chi ha tutte le fortune e a chi non le ha. A chi sa guardare oltre. A chi non ne è capace.
Auguri per un sereno e caldo Natale. Di cuore.

dicembre 16, 2009

Dimmi che borsa hai...


Se vuoi conoscere lo stato psicofisico di una donna, guardale nella borsetta. Nella borsetta: quell'accessorio femminile che una volta svuotavo settimanalmente, in genere la domenica sera, e cambiavo in base al gusto del momento. Ne approfittavo per buttare biglietti del tram e scontrini vecchi e per mettere un po' d'ordine tra le mie cose.Controlla ortografia
Ho superato da un po' l'era della tracolla, quella del post gravidanza e della maternità a casa, quella delle lunghe camminate col passeggino. Quella che spingere un biposto con la borsa appesa a una spalla non è il massimo. Quella che se devi tirar su un bambino, cercare ciuccio e chiavi di casa insieme, meglio sentirsi libere e avercela al collo - o quasi - a mo' di San Bernardo.
Sono approdata da tempo nell'era della zavorra: quella della borsa bruttina, impersonale ma grande, grande, talmente grande da infilarci dentro l'impossibile e forse anche di più.
Oggi mentre andavo al lavoro ci ho guardato dentro e ci ho trovato tre paia di calzine antiscivolo, un burrocacao da raccattare col dito mignolo, gli occhiali da vista sfusi perché mi è sparita la custodia, la busta paga del mese scorso e...un pezzo di pane secco. Ecco, quel tozzo di pane rinsecchito, sicuramente sfilato di mano a uno dei miei figli in non so più che occasione, mi dice che è il momento di tornare a prendermi cura di me, oltre che dei miei accessori.

novembre 30, 2009

Certe mattine

Questo post fa da appendice al precedente. E' la prova provata che qui non si raccontano balle: è tutto vero. Dopo l'elogio al padre, idolo della prole, ci si domanda come egli trovi il tempo di cazzeggiare con la videocamera anche di mattina prima di andare al lavoro. Comunque, dato che questo video mi mette allegria, lo pubblico.


novembre 24, 2009

Ricci e capricci


Con lui la mattina si fanno infilare il giubbotto e entusiasti acchiappano il cappello per uscire.
Con lui sorridono e aspettano l'ascensore, ordinati, o quasi.
Con lui escono dal portone e per mano oppure "sciolti" camminano verso la macchina.
Con lui canticchiano sulla musica che gli mette nel tragitto verso l'asilo.
Gli fanno strada verso la classe e battono le mani ché la cuoca ha detto che c'è la frutta per spuntino.
A lui fanno ciao ciao con la manina e non si voltano più perché gli amici li aspettano.
Con me era tutta un'altra storia.
Sarà che con lui è tutto un gioco, sarà che nel frattempo si sono abituati, sarà che con me ogni riccio è un capriccio.
Le due pesti, in alternanza, hanno scoperto il mio punto debole. Il mio sentirmi una sola di fronte alle loro doppie e contemporanee esigenze. E ci marciano su.
La mamma vigliacca delega pertanto con immensa gioia l'incombenza al marito. La mamma chioccia osserva dal balcone i tre uscire e salire in macchina e sorride orgogliosa di questo papà.

novembre 11, 2009

Il cervello delle donne

Non avrò mica parcheggiato sul lato del lavaggio strade? Devo comprare la farina gialla per l'asilo. Scusi, lei, mi sa dire come si ingrana la retro in questa macchina? E' di mio marito, la devo spostare ma non l'ho mai guidata. Ho dimenticato di segnare quell'appuntamento sull'agenda del mio capo. Devo ricordarmi di chiamare la Asl per il vaccino. Continuo ad andare a benzina e ho la macchina a Gpl. Domani scade la retta del nido. Chissà se Christian piangerà ancora domani mattina? Io odio l'inverno. Due mesi fa odiavo il caldo atroce? Non può essere! E la visita di controllo? Adesso scrivo al sindaco e gli dico che dovrebbero illuminare a giorno questo cavolo di parcheggio. Devo riesumare dalla borsa il menù dell'asilo e appiccicarlo sul frigo. Scusa collega puoi farmi una cortesia che io arrivo più tardi. Oddio, che fine ha fatto la mia voce? Mi conviene prendere il Fluimucil.
A noi donne il cervello ci va a mille all'ora. Siamo fatte così. Ma mica per niente.
E' un periodo...vogliamo dire intenso (che fa tanto chic)? Un inserimento (difficoltoso per me ma normale per le educatrici), un "nuovo" lavoro, un nuovo capo, un marito itinerante. Così per dire che magari latito un po' ma poi torno.

ottobre 29, 2009

Tra fiction e realtà

Dopo un'altra fantastica mattinata al nido (che su questa seconda settimana di inserimento vorrei stendere un velo pietoso e riparlarne quando navigheremo in acque migliori), cosa fare di meglio nel pomeriggio se non una visita di controllo dei 15-18 mesi dalla nostra simpaticissima pediatra della mutua? Quella visita che potevi tranquillamente fissare nei mesi estivi (che lei aveva meno da fare) ma che siccome lei è persona così respingente hai preferito rimandare ad oltranza.
Si inizia con i sette minuti di ritardo: miei. Tutta la ragione del mondo, per carità, sette minuti son sette minuti, però...
Buongiorno dottoressa. Entriamo?
Sì, sì, che siamo già in ritardo...[e zacchete!]
Ah, sì, scusi sa ma...
Ma no, lei non c'entra è che è un periodo terribile...
Eh, lo immagino...
No, no, NON se lo immagina... [espressione che insieme a"non ti invidio affatto" e "dimmi tutto" al telefono sono nella mia personale top ten delle frasi supercafone].
Comunque: li misura, li pesa, fa, forca, disfa, borbotta, butta un paio di interrogativi nell'aria del tipo magari-lo-facciamo-vedere-da-uno-specialista-preoccupati-ma-anche-no-o-forse-sì.
Signora, ha fatto bene a lasciarne fuori uno con la nonna perché altrimenti si mettevano a piangere tutti e due [non sia mai!] Il vaccino per la suina? Se li chiamano dall'Asl glielo fa fare, altrimenti no: non so dirle altro. La tosse da fumatore accanito? Mi sa che suo figlio se la tiene una stagione intera: sa, andando al nido. Le prescrivo l'antibiotico da tenere in casa visto che si avvicina il week end: faccia come l'altra volta, se non serve non lo usi. Io avrei finito. Come? La prossima visita? No, senta non ho tempo di guardarle adesso l'agenda: ci si sente in primavera!
Prima di avere figli la mia idea di pediatra era George Clooney che in E.R. diceva "come stai campione?" ai suoi piccoi pazienti. Va bene, la fiction non è la realtà ma a questa donna come è venuto in mente di fare questo mestiere?
Dato che nella nostra Asl se non ti piace la tua pediatra la puoi cambiare ma quella nuova te la scelgono loro, forse è giunto il momento di una visita di controllo privata.

ottobre 25, 2009

Il primo giorno di "scuola"


Il 1°giorno è stato quello della mamma che era emozionata per loro e continuava ad andare a fare pipì. Quello del papà che l'ha accompagnata al nido. Quello di Christian che si è lanciato a esplorare quella sala piena di giochi e di Mattia che osservava a distanza, ronzando attorno al divanetto dove eravamo seduti noi.
Il 2°giorno è stato quello che portare due bambini al nido da sola non è come portarne uno: che mentre togli le scarpe al primo, il secondo apre gli armadietti altrui e meno male che stai facendo l'inserimento e nello spogliatoio ci sei solo tu.
Il 3°giorno è stato quello del "distacco", quello in cui la mamma spiega al piccolo che va via per un po' ma poi torna (modo gentile per dire ti mollo qui ma tu non piangere). E per fortuna non hanno pianto. Salvo Mattia, mezzora dopo, quando gli è venuto il magone e sono rientrata.
Il 4°giorno è stato quello del pranzo insieme. Quello che gli altri bambini stanno tutti composti mentre i miei versano l'acqua nella pastina (uno) e mettono lo sformatino di verdure nel bicchiere (l'altro) per poi berlo, naturalmente.
Il 5°giorno è stato quello che oggi piangeranno sicuramente, mi ha detto l'educatrice. E così fu. Ma solo per Mattia. Quello che sono rimasta qualche minuto nello spogliatoio per sentire quando smetteva e quando ha smesso me ne sono andata. Quello che quando sono tornata a prenderli mi ha detto che sono stati bravissimi, collaborativi, composti nel mangiare (eh?!) e disposti a farsi consolare in caso di bisogno (e questo è importante). Quello in cui il mio piccolo Christian, così indipendente, si è commosso quando mi ha trovato ad aspettarlo all'uscita. E il mio piccolo Mattia lo ha seguito a ruota.
Questa è stata la settimana della consapevolezza che il nido può essere anche un'opportunità, non solo una necessità. Che l'educatrice che segue i tuoi figli deve piacerti molto e la mia (anzi, la loro) mi piace proprio. Che la settimana prossima sarà fondamentale e speriamo vada bene. Incrociate le dita per me.
Questo naturalmente è il mio punto di vista: i veri coraggiosi sono stati loro!
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Ringrazio Diana di Gemelli Gioielli e Yaya di Tre per avermi girato il francobollo dei blog da sbirciare. Non per fare la snob ma dato che tutti i blog che leggo con frequenza sono stati plurinominati, invio virtualmente il mio a tutti - ma proprio tutti - i blog gemellari. Presente le barche a vela che quando si incontrano in mezzo al mare gli skipper si salutano? Ecco, NOI che trainiamo dei bilici anziché dei passeggini, noi che hai voglia a spiegare che la mamma è una sola e voi siete due, noi che finito con uno c'è l'altro che ha le stesse identiche necessità, noi che presi singolarmente sono tranquilli ma insieme sono un'associazione a delinquere, SIAMO UN PO' COSI'.

ottobre 15, 2009

I colloqui


Per la serie le sfighe non vengono mai da sole: 1) severo attacco di "mammite" acuta (mai vista così) e giusto giusto lunedì iniziamo l'inserimento al nido (sezione part time); 2) gengive che scoppiano, occhi lucidi e cagarella alternata che ci manca solo che mi si ammalino ancora prima di iniziare; 3) convocazione avvenuta: la Primadonna mi propone (laddove il termine proporre è un eufemismo) cambio mansioni (e laddove le mansioni sono anche interessanti ma in questo momento della mia vita c'ho altro per la testa).
Può bastare?
Consigli per un buon inserimento? Ho chiesto all'educatrice Elisabetta durante il colloquio individuale. Essere sé stesse, mi ha risposto. Bene. Chissà se le sarò sembrata ansiosa? Mi ha chiesto di cominciare a raccontarle qualcosa e io son partita da Adamo ed Eva, cioè che io il nido non lo volevo neanche considerare perché ai miei tempi non si usava e la mia nonna Pina ci ha cresciuti in tre.
Mi ha concesso di portare il papà il primo giorno. Così conosceremo questo papà visto che lo ha nominato spesso. Si capisce che nel tortone di cose che le ho detto ci ho infilato quelle tre o quattro volte mio marito. E mai a caso, tra l'altro. Come? Ah! No sa, è che io ho la mania di leggere, informarmi mentre lui è più...ehm spartano, secondo lui una volta si sapevano meno cose e i bambini venivano su lo stesso. Sì, insomma, su alcune cose la pensiamo diversamente. Ma niente di eclatante!
Starmene zitta no, eh?

ottobre 12, 2009

Capitolo 1: La PmD


La mamma al quadrato è personcina a modo. Prima della maternità lo era anche di più. Sul lavoro per esempio: mai avuto questioni. Tranne una volta, anni fa, quando le partì uno scatto d'ira furiosa con un superiore (ma non diretto) che qui chiameremo la PmD, anche se era un uomo. Era la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso, lei non venne richiamata e la cosa finì lì. A tarallucci e vino, come si dice. La PmD tempo dopo se ne andò.
Per farla breve: qualche mese fa, per la serie a volte ritornano, chi ti arriva in azienda come Super MegaDirettoreGalattico? Lui, la PmD.
Ammazza che sfiga! Pensa lei.
Vedi Laura, a esporsi: non si sa mai nella vita. Dice sua madre.
Poi viene a sapere che la PmD le vuole parlare, che però magari la chiama tra una settimana perché gli piace mettere la gente alla prova per vedere chi ha i nervi saldi. Lì per lì, alla mamma al quadrato girano un po' le palle, poi decide che c'ha altre priorità (gemellari!) e soprassiede. In attesa di convocazione.

ottobre 11, 2009

Il triciclo

Come ti reinterpreto il triciclo.



(nella foto: Christian) Posted by Picasa

ottobre 05, 2009

Metti una sera a casa di amici...


Metti una sera a casa di amici. Metti che loro hanno due gemelli maschi, come te (ma di un anno più grandi). Metti che vuoi passare una serata a far due chiacchiere e raccontartela su. Ecco due o tre regole base: cioè tutto quello che avresti dovuto fare ma non hai fatto perché ti è venuto in mente dopo.
1) Innanzitutto impedire ai mariti di imboscarsi a tempo record in cucina a parlare di calcio e calciatori. Come? Magari appioppando loro il 50% del pargolame.
2) Oppure osare l'inosabile ovvero provare a lasciare i magnifici 4 da soli nella stanza con i giochi e correre in soccorso solo in caso di grida acute.
3) Spiegare ai tuoi figli che mangiare da soli è una roba da perfezionisti e non è il caso di fare pratica nella cucina splendidasplendente della tua amica.
4) Al momento della cena - quella dei grandi - mettere al tavolo (cioè legare sul seggiolone) un figlio dei TUOI e uno dei LORO: perché l'unione fa la forza e separare i due elementi aiuta. Questa, almeno sulla carta, sembrerebbe una genialiata. Da provare, la prossima volta.
5) Evitare il vino: perché mangiare e (nel contempo) dissuadere i tuoi figli dal perlustrare casa altrui richiede una certa lucidità (poi tu sei quasi astemia...uahahahaha!)
6) Mai incontarsi nei mercoledì di Champions (che il tragitto di ritorno a casa deve starci nel quarto d'ora tra il primo e il secondo tempo e varcata la soglia di casa lui molla il suo pargolo sul lettone e si fionda a caricare la Premium).
Oppure, più semplicemente 7) "prenotare" la nonna per il babysitteraggio e lasciare le creature a casa che magari ti rilassi un po'.

N.B. Se siete una di quelle smart moms che i vostri figli, seppur in piena fase esplorativa, non hanno mai toccano nulla (soprattutto a casa degli altri, e ci mancherebbe!) perché siete state tanto brave ad insegnarglielo: svelatemi il segreto. Se invece siete quelle che le suocere tenevano trecentocinquanta soprammobili in vetro e argento sul tavolino del salotto che tanto lui non toccava niente ma voi dovevate svuotare cassetti e credenze per sopravvivere, allora lasciate perdere.

ottobre 04, 2009

Lost and found

So che amici e parenti faticavano a prender sonno in attesa di good news sul rinvenimento della famigerata manopola. Eccole: è saltata fuori. Il giorno dopo aver ritirato il pezzo nuovo, ça va sans dire.
Durante un pisolino gemellare, la mamma al quadrato passava lo Swiffer, altro misterioso oggetto dei desideri della banda Bassotto*: impossibile usarlo in loro presenza. Da sotto un comodino eccoti rotolare la componente mancante, nonché fondamentale della lavatrice. Eppure non è che non ci avessi guardato...

* lo so, lo so, loro erano in tre.

settembre 25, 2009

E-STRA-I-BI-LE!



Gentile nota ditta costruttrice di lavatrici, ti volevo segnalare una cosa: nove anni fa compravo un tuo modello, stretto stretto, col carico in alto e che nel corso degli anni ha sempre fatto il suo, manco a dirlo, sporco lavoro. Motore inossidabile, per carità, ma la carrozzeria cominciava a perdere colpi. Così decido di comprarne uno nuovo. Stessa marca: la vostra. Allora mi scelgo una bella lavatrice col carico davanti, da 7 chilogrammi (che qui ormai è una catena di montaggio). E penso: sai quante cose ci posso appoggiare sopra? Sai che divertimento per i bambini vedere la roba che gira nel cestello?
Sì, vabbè. Nel cartello (quello che ci piazzate davanti per venderla) dovevate scrivere NON ADATTA A GENITORI DI BAMBINI (DA 1 a 2 ANNI) SPECIALMENTE SE GEMELLI (che uno guarda e l'altro copia, che uno è il braccio e l'altro è la mente). Ti spiego: presente la manopolina? Quella che ti permettere di scegliere e far partire uno dei tremila lavaggi che hai pensato per me? Bene, è estraibile. Sì: E-STRA-I-BI-LE. Perché mai?
Lo sai che i miei figli ci hanno messo due nanosecondi a capire che con un movimento di polso potevano prendersela e giocarci un po'?
Lo sai che un sabato mattina a caso (quando avevo dieci/dodici chili di roba da lavare perché negli ultimi due giorni mi ero impigrita) non è stato piacevole scoprire che quella cavolo di manopola lì non c'era più? Né sul mobile, dove ero solita poggiarla dopo che uno dei due l'aveva sfilata, né in mezzo ai giochi, né DA NESSUNA PARTE?
Prima chiamo mammà che tenendomi i bambini, conosce casa mia meglio di me: pronto mamma? ieri hai mica visto la manopola del lavatrice? No?
Poi sveglio mio marito e gli dico che deve fare subito un blitz al Carrefour e con nonchalance sottrarre quell'aggeggino lì da un modello in esposizione perché non posso aspettare fino a lunedì, c'ho quindici chili di roba da lavare (tocca esagerare un po') e non abbiamo niente da metterci (un po' tragica). Lui che subodorando un coinvolgimento di prima mattina in qualcosa di diverso dal sollevare una tazzina di caffè, mi porta a razionalizzare: ma no, vedrai che troviamo un modo per farla partire...
Poi mi chiama mia madre dall'Auchan per dirmi che il furto me lo stava quasi per fare lei ma poi proprio non se l'è sentita, si sa mai, sai le telecamere...
Poi passa una settimana, la manopolina del cavolo non è saltata fuori (sospettiamo un affogamento nella tazza del cesso da parte di manina ignota), la sottrazione indebita non si è fatta, la supermegalavatrice l'ho fatta partire la domenica mattina con un cacciavite e il pezzo di ricambio è stato ordinato alla modica cifra di nove euro e cinquanta. Quasi quasi mi conveniva prenderne due. Non si sa mai.
No ma...questa è vita????

settembre 16, 2009

Alla ricerca del tempo perduto


Così, tanto per dire. Ogni mattina prima di uscire faccio il letto al volo (perché il consorte mica è capace, io invece ho preso la laurea apposta). L'operazione mi costa quei dieci minuti tutti perché è come stare in un videogame. Mentre tiro le lenzuola di qua e di là, due cavallette invadono la stanza, attirate a mo' di calamita dai seguenti oggetti (li elenco in ordine di importanza): abat-jour (peraltro privata del suo bel paralume in vetro, per ovvi motivi), telecomando, e sveglia (la mia, quella digitale, quella che volendo con un fascio luminoso ti proietta l'ora sul soffitto e di notte sai che ore sono; me l'ha regalata mio marito una vita fa, dimenticandosi che sono miope). Quando sono particolarmente carichi fanno trekking sul comodino ed è lì che dico al consorte di darmi una mano che ho i minuti contati. Così lui pronuncia le solite tre paroline dalla cucina: venite quiiii da papà! Tanto per darmi il contentino. Lo sanno tutti che se non li tiri su di peso, da lì non si schiodano.
Ogni pomeriggio e sera spendo quei cinque minuti buoni a raccogliere novanta/cento pezzi di lego grande che ancora mi domando cosa glieli tiro fuori a fare, che la loro massima aspirazione è rovesciarne la scatola per sentirli cadere per terra.
Due sere su tre prima di addormentarmi ci metto un paio di minuti a risintonizzare la sveglia di cui sopra che viene maneggiata dai miei figli, aperta e spenta.
Ogni giorno investo un tot di minuti variabile a cercare qualcosa che loro hanno messo da qualche parte ma io non so dove: il libro che sto finendo di leggere, pronto per essere infilato in borsa e rinvenuto in seguito da mio marito nella vasca da bagno (asciutta, fiuuu!). Il mio cellulare, introvabile anche con la suoneria ai massimi storici se finisce tra i cuscini del divano.
Poi capita di essere alla ricerca spasmodica di qualcosa e di rinvenire oggetti che davi ormai per dispersi. Cercavo da giorni il telecomando del dvd e ho inspiegabilemte ritrovato una magic cup. A volte la vita!
Tralascio volutamente di contare il tempo che perdo a cercare ciucci e "dolline" (i nostri pupazzetti per la nanna, sig!).
Ogni tanto ci penso. Intendo a quanto tempo butto via. Eppure poi sorrido e lascio andare le cose così.

settembre 06, 2009

10/10

Avrei tremila cose, serie ma anche no, di cui parlare ma non avendo testa per scriverle mi occupo di altro. Becca54 che non ha un suo blog ma che a quanto pare legge, tra gli altri, il mio mi ha proposto un giochino di sua creazione. Di quelli che poi tu rimbalzi ad altre blogger e loro fanno altrettanto. L'argomento non mi convinceva granché (descriverci fisicamente in dieci punti) ma mi è sembrata una buona occasione per passare la palla a qualche nuova conoscenza e quindi questo è quanto:
1) Sono alta un metro e sessantasette. Non sessantacinque ma sessantasette. Ci tengo a quei due centimetri lì. Sulla carta d'identità ho arrotondato a settanta. Fa più chic.
2) Ho i capelli lisci e fini che più fini non si può. Castani. Spesso legati con la coda di cavallo (vedi foto del profilo).
3) Ho gli occhi scuri. E grandi.
4) Sono miope. I miei occhiali sono blu ma porto spesso le lenti a contatto.
5) Mai indossata una gonna fino a due anni fa. Adesso solo d'estate.
6) Porto l'orologio a destra. Lo indossavo così quando avevo dodici anni per fare l'originale e ormai dall'altra parte mi dà fastidio.
7) Gli accessori: minuscoli orecchini, orologio e l'anello. Nient'altro.
8) Il mio make up: rimmel (d'inverno e se c'è tempo), burrocacao (Labello rosso alla ciliegia), terra d'inverno e lampada abbronzante in primavera :((
9) Vesto solo in tinta unita. Niente fantasie, tuttalpiù una maglietta a righe.
10) Metto i tacchi solo ai matrimoni e li ho indossati al mio, naturalmente. Compro scarpe comode, sportive o ballerine e simili (ortopediche, come direbbe il consorte).

Ecco: io sono così. Giro questo gioco a qualche vecchia e nuova conoscenza: Mamma in bluejeans, Ancora non ci credo, Gemelli gioielli, Sara di quel che viene, Silvia di improvvisamente in 4, Erica e Bimbabella e gemelli (alla quale vorrei dire di fare qualcosa perché non si riesce a commentare nel suo blog, o almeno io non ci riesco).

Vedete voi, senza impegno!

agosto 28, 2009

Le folte chiome


A che età si tagliano i capelli a un bambino? Non è che il pensiero mi togliesse il sonno ma siccome già tre persone si sono offerte di accorciare le chiome ai miei pargoli mi è venuto il dubbio che forse sia arrivato il momento. E' vero: dietro andrebbero, come si dice, "alleggeriti". Ma siccome i miei pupi non sono mai stati capelloni e ancora non lo sono, un po' mi dispiace perché quei ricciolini lì sono così soffici e...naturali!
Il consorte - che in queste cose potrebbe anche non esprimersi - sostiene di aver sentito dire che fino a non-si-ricorda-quanti-anni non si devono toccare. (Bah!?) Gliel'ho sentito dire anche ieri. In risposta al nonno che (pure lui) ci faceva notare la cosa: fino ai due anni non si devono tagliare i capelli ai bambini! Bleffava clamorosamente ma intanto ha chiuso l'argomento. Mio marito in questo è un genio.
Comunque qualcuno sostiene serva a rinforzarli e non mi sembra proprio una follia.
Si accettano consigli su come, dove e perché procedere. :D

agosto 24, 2009

Alle sette in punto.


Punto numero uno: i miei figli si svegliano alle ore sette. Per la precisione è sempre lo stesso che si sveglia a quell'ora e in men che non si dica tira dietro l'altro.
Alle sette in punto (o quasi). Cascasse il mondo. Inutili i tentativi di pilotare un riveglio posticipato, tipo mandarli a letto più tardi la sera. No. Non funziona. La loro sveglia suona comunque a quell'ora. Quindi tra il metterli a letto alle nove o sorbirmi due bambini esagitati per la stanchezza fino alle dieci, scelgo la prima. Almeno loro dormono un'ora in più e io ci guadagno in salute (mentale).
Punto numero due: nella mia vita precedente (all'avvento gemellare) andavo a lavorare per le dieci. Il consorte per deformazione professionale vive con un fuso di almeno un'ora indietro al mio per cui lui alle sette è ancora nella fase sonno profondo o quasi mentre io, a distanza di mesi, non ce l'ho fatta a rassegnarmi ad alzarmi a quell'ora lì. ALMENO NON NEL WEEK END.
Punto numero tre: da noi il lettone è bandito. E non per ragioni etiche bensì pratiche. Da noi mettere un pargolo nel nostro letto di prima mattina per guadagnare quel quarto d'ora in più (che in quei momenti lì sembra farti la differenza) significa due volte su tre dare il via a giochi di equilibrio e stupidére varie. Si vede che loro il lettone lo associano a quello. E vabbé.
Stamattina, ore sette: il richiamo. Io, la mamma al quadrato, mi alzo. Totalmente incosciente. Acchiappo il pargolo (il solito), gli do da bere, gli infilo il ciuccio e lo sdraio accanto a me senza grandi speranze. Lui si adagia in mezzo ai cuscini, senza fare una piega, mezzo appiccicato e mezzo no. La brezza mattutina (dopo settimane di afa insopportabile) ci accarezza la pelle. Sono nel dormiveglia e lui pure. Il tempo passa. Il mio piccolino è allungato accanto a me, si gira, mi guarda, mi sorride, mi fa una carezza, piano. Io mi sciolgo perché non è che capita tutti i giorni e gliene chiedo un'altra e poi una terza. Lui mi accontenta: si vede che in fondo pensa che me le merito. E lì mi sento beata, in pace con me stessa. Cosa posso chiedere di più dalla vita? Questo è un paradiso. Poi all'improvviso mi rendo conto che mannaggia la miseria è lunedì mattina e mi devo alzare. Comunque.

agosto 13, 2009

Uomini e donne

Ore 14.30. Una moglie rientra a casa e conversa con il marito.
Lei: "E' venuta mia mamma a cucinare per i bambini?"
Lui: "Sì".
Lei: "Gli avete dato da mangiare insieme?"
Lui: "Sì".
Lei: "E tu? A chi (dei due) hai dato da mangiare?".
Lui: "Ehm, ti dirò, non mi ricordo".
Lei: "Ma come fai a non ricordartelo? Prova a pensarci".
Lui: "Senti Laura, non me lo ricordo".

agosto 11, 2009

Su di me (random)

Claudia di Voglio vivere così mi ha girato questo giochino.
Sono un po' imbranata in queste cose: anche se mi concentro, non mi viene in mente niente di significativo da dire su di me. Quindi le butto lì, alla rinfusa.

1) Ero equilibrata e diplomatica. Da quando sono mamma non so più mordermi la lingua.
2) Mi piace leggere. Qualsiasi cosa: libri, riviste, dépliant dell'Esselunga...
3) Non sono golosa. Di più. Il top? Una coppa di gelato "corretta" con il latte fresco.
4) Sono caffeina-dipendente: la moka di casa mia, il marocchino e il cappuccino con il cacao.
5) Mi piacciono gli amici che in quarto d'ora decidi di vederti. Quelli che non importa dove ci si vede, purché ci si veda.
6) Sono una frana in cucina ma compro romanzi che parlano di cibo e guardo i canali a tema. Non so perché.
7) Sono disponibile e tollerante ma se mi metti i piedi in testa, ti metto da parte e per me non esisti più.
8) Il mio attuale salvavita: lo scoccare delle 20.30. I pupi nel loro lettino, restituire un senso alla mia casa e riappropriarmi delle ultime ore della giornata.
9) Amo alla follia i miei figli, li strapazzo di baci e mi piace andarli a guardare quando si addormentano.
10) Mi piace il mio blog e tutto quello che ci gravita attorno.

agosto 02, 2009

Shopping car


Hai passato cinque giorni da incubo. Ti sei domandata che fine avessero fatto i tuoi figli. Quelli che vivevano con te prima delle vacanze. Quelli che sì, sì, erano vivaci ma nel modo giusto. Quelli che sì, va be', i fratelli litigano ma senza troppa enfasi. Quelli che se un pomeriggio non hai voglia di uscire, potevi startene anche in casa.
Cinque giorni in cui non ti sono stati sulle scatole quelli che per strada ti guardano con aria simil-compatimento e ti dicono due maschi? Auguri! Perché in fondo, c'hanno ragione. E meno male che i tuoi mangiare mangiano e dormire dormono.
Cinque giorni nei quali hai preso lentamente coscienza del fatto che due teppe in miniatura hanno invaso la tua casa e la mattina si svegliano con l'unica idea di radere al suolo l'ambiente circostante.
Poi venerdì pomeriggio decidi che con quest'afa cittadina hai bisogno di un po' di fresco (condizionato) e di un po' di shopping (compulsivo) e ti infili con tuo marito nel primo centro commerciale. E decidi che vuoi farti uno di quei giri perditempo, dove ti fermi a curiosare qua e là senza che i pargoli reclamino qualcosa. E allora ti armi di due monete da due euro e li fai salire sulla loro shopping car. E quasi ti dimentichi che siano seduti lì. Salvo sentire urla di entusiasmo arrivare dall'abitacolo quando i due carrelli si avvicinano.
Il pupo seduto sul carrello ti era già sembrato una gran cosa ma questi aggeggi qua lo superano alla grande. Tu ti muovi in tranquillità e loro son convinti di guidare. Dove l'avranno imparato, non si sa.

luglio 26, 2009

Piccoli roditori crescono

Houston, abbiamo un problema!
Urgente necessità di dissuadere i pargoli dal mordersi quando litigano.
La sberlettina sulla bocca? Assolutamente contraria ma poi l'ho provata: lui (il roditore di turno) mi guarda e sorride.
Fargli sentire un sapore cattivo sulla bocca? Che so, il limone? Consiglio altrettanto discutibile di un'amica, provato anche quello: lui mi guarda e sorride, divertito.
Abbassarsi, fare la faccia seria, guardarlo negli occhi e dirgli "no, così non si fa"?
Fatto, fatto, fatto. Due volte su tre mi sorride e divertito mi strappa gli occhiali.
Dicono che fino a venti mesi non sanno capire il divieto. Dicono che a quest'età (14 mesi) il morso è legato alla dentizione. Dicono che è una cosa di passaggio. Dicono che solo dopo i due anni è da considerarsi un problema. Ma a me questa storia non piace per niente. Passino gli "orologini"che si lasciano reciprocamente sulle braccia, passino i lividi che ne seguono ma ad ottobre siamo al nido: se mi azzannano un altro bambino, cosa vado a raccontargli?

luglio 20, 2009

Casa dolce casa!



Casa dolce casa! E non aggiungerei altro. Però trovo giusto spendere due parole sulla propria villeggiatura quindi da dove inizio? Dai 38 gradi all'ombra? Dalla casa senza aria condizionata? Dal vicino di sopra che ci ha "bussato" perchè alle sette e mezzo del mattino non mi sono affrettata a fare il latte e i bambini hanno pianto un po'? Da due pargoli "camminanti" in piena fase esplorativa in una casa che non era la mia? Dalla mezz'ora di strada per andare al mare (ma questo lo sapevamo già)? Da Mattia che odia la sabbia e stava in spiaggia seduto su una seggiolina da mare? Dal sistema di riscaldamento (!) che per due volte si è attivato quando ci siamo fatti la doccia? O dal mare forza 7 del viaggio di ritorno?
Di questa stressantissima vacanza 2009 meglio ricordare: Christian che gioca sul bagnasciuga (che lui è meno schizzinoso del fratello); i miei figli che si sono dimostrati molto socievoli per tutto il tour parenti e hanno superato di gran lunga le (mie) aspettative; le serate all'aperto fino a tarda ora (che era da un anno che non si usciva la sera e loro si sono abituati ad addormentarsi sul passeggino, anche se tenerli in giro così non mi piace granché).
Tanto di cappello per quelle mamme che fanno week end a destra e a manca da quando i pargoli hanno pochi mesi. Io mi riposo di più a casa mia!
La verità è che sei partita prevenuta, mi dice il consorte. Sì, sarà. Ma ci avevo visto giusto!

L'anno prossimo tutta un'altra storia. Ahahahahaha!

luglio 06, 2009

Itaca!


Siamo arrivati. Finalmente. Questo viaggio mi è sembrato infinito. Mica per niente. Tragitto Milano-Genova: Mattia soffre il mal d’auto, è ufficiale. Christian per solidarietà gli ha fatto compagnia ma con moderazione. Numero quattro cambi maglietta nell’arco di due ore.

Ci mettiamo in coda per la nave (che confermo essere grande, perlustrabile con passeggino e attrezzata per ospitare bambini di ogni età che in effetti erano numerosissimi). I due si riprendono alla grande, fortunatamente. Adrenalina a mille. Appena entrati in cabina adocchiano il telefono per chiamare la reception e inizia la loro prima litigata in sei metri quadrati.

Arriva il consorte con bagagli al seguito e scopriamo che il nostro frigo portatile ci ha dato forfait, insieme a tutto quanto di fresco c’era dentro. E meno male era nuovo di zecca…

Ce ne andiamo a zonzo per un po’. I bambini sono euforici. A tarda ora ci rendiamo conto che non hanno capito che in quel posto lì ci devono anche dormire: ci applichiamo per trasmettere loro il concetto e in dieci secondi di svista, Christian prende in pieno lo spigolo del comodino. A due cm dall’occhio. Ci precipitiamo in infermeria: mamma in down totale, Christian sorridente appena applicata la medicazione, in braccio al papà che ha sempre i nervi saldi quando serve.

Almeno venti volte ho desiderato dire a mio marito mannaggia a te e a quella volta che ti è venuto in mente di prendere la nave. Almeno dieci volte ho pensato di dire al mio caro consorte mannaggia a te e alla tua Sicilia, che potevano andarcene in Riviera. Almeno cinque o sei volte qualcosa di simile gliel’ho anche detto. Più volte lui si è mangiato la lingua e se ne è stato zitto perché in questi casi è più saggio di me.

Comunque siamo arrivati. C’è caldo, caldo e ancora caldo ma loro si sono ambientati. E questo è l’importante.

Che la vacanza abbia inizio. Con i dovuti scongiuri, s’intende.

giugno 29, 2009

Prima vacanza con i gemelli


Dopo lunga latitanza, un rapido aggiornamento: sabato partiamo per le vacanze (le prime dell'era post bambini). Destinazione: Sicilia. Mezzo di trasporto: nave Genova-Palermo. Durata tragitto: 18 ore. Ecco, quest'ultimo particolare l'ho realizzato (solo) stamattina e mi è venuta un po' di ansia. Ma siccome sul sito della compagnia navale ho letto che sono attrezzati con lettini, scaldabiberon, seggioloni, etc. etc., siccome avremo la nostra bella cabina familiare e siccome mio marito la fa sempre molto facile, mi sono tranquillizzata un po'. Però domani chiamo quelli del call center e gli chiedo se mi fanno salire con il passeggino: non pensino che mi faccia mollare all'ingresso della nave con due bambini che camminano per modo di dire mentre il mio consorte va a parcheggiare. Poi ci sarebbero una serie di baby-pasti da organizzare e un mini-bagaglio (che nel mio caso di mini non avrà niente) da portare a bordo ma anche a quello preferisco non pensare. Almeno fino a giovedì.

Dovessi incontrare quel tipo di signora che ti dice non ti invidio proprio (frase che io detesto) le darei ragione: nemmeno io mi invidio.

In valigia mettiamo il portatile: dovesse capitarci un vicino "generoso" con una wireless non protetta, conto di dare notizie di me...

giugno 19, 2009

Un anno di blog



Varie (ed eventuali). In ordine sparso.
Intanto oggi è il mio compleblog, nel senso che giusto un anno fa scoprivo cosa fosse un blog e decidevo di aprirne uno.
Colgo l'occasione, come si usa dire, per ringraziare quelli che passano di qui abitualmente o per caso, quelli che commentano e non. E anche quelli che non-capisco-la-mania-di-raccontare-i-cavoli-propri-in-un-blog ma intanto il mio lo leggono.

Poi, ieri c'è stata la prima serata fuori sole donne da quando io e la mia amica P. siamo diventate mamme. Ce ne hai messo di tempo, dirà qualcuna. Ebbene sì. E mi sono anche sentita in colpa. Almeno fino a quando sono salita in ascensore (per uscire). Non sto a spiegare il perché ma assocerò per sempre questa piacevole serata a un barboncino bianco di nome Mariuccia.

Il consorte a casa con la prole se l'è cavata bene. Ha dato loro da mangiare. Ha fatto loro il bagnetto veloce nel lavandino. Gli ha messo il pigiamino. Me li ha persino profumati con la baby acqua di colonia, salvo poi metterli a letto con le galline per vedersi in pace la Nazionale...
Com'è andata?
Bene, a parte che hanno faticato ad addormentarsi...
Mmm, gli avrai mica messi a letto prima che iniziasse la partita?
Sì.
Eh, certo: non avevano ancora sonno...
No, no. Erano stanchissimi!

Per finire: Christian fa uno, due, tre, quattro, cinque passi da solo. Per i fatti suoi. Senza che nessuno lo sproni. Poi si siede o gattona un po'. Ma poi li rifà di nuovo.
Quell'altro invece, che fino a ieri sembrava sul punto di camminare, sembra essersene completamente dimenticato.

giugno 12, 2009

Il nido

A ottobre (a quasi 18 mesi) andranno al nido: sezione part-time. Ieri la prima riunione con i genitori.
La premessa è che io non sono così convinta che il nido sia proprio il meglio per un bambino. Si divertiranno anche ma continuo a pensare che la mia nonna ci ha cresciuto in tre [me e i miei due cugini] e siam venuti su bene lo stesso... Poi però ci sono giorni in cui credo che valga la pena mandarceli, almeno per mezza giornata.
Ore 18.00. Sono la seconda ad arrivare. Lì trovo una mamma che la-pediatra-ha-latitato-tutto-il-giorno-la-bambina-non-stava-bene-e-dal-pronto-soccorso-me-l'hanno-ricoverata-con-la-gastroenterite. Ha gli occhi lucidi. Mentre me lo racconta, vengono anche a me. Cominciamo bene...
All'ingresso c'è un elenco. Quando un bambino va riportato a casa: febbre e cose varie. Lo leggo e già mi viene l'ansia perché i miei bambini le scariche così-e-cosà non ce le hanno mai avute, tanto meno tre di seguito. E penso a quante gliene verranno...
Ci parlano di quanto sia importante l'inserimento: perché il distacco crea un dolore, mettetelo già in conto! E' un dolore sano - sia chiaro - perché vuol dire che esiste un attaccamento. Ma sempre dolore è!
Poi c'è una tizia (il cui pargolo è giusto giusto nella classe dei miei) che non ha mai fatto vaccinare il figlio. Si affretti a farlo signora, se no al nido non entra! Non sono gli altri bambini ad essere in pericolo ma il suo! Ma a me questo concetto non mi ha convinto mica tanto.
Per finire ci avviamo con le nostre educatrici nelle rispettive sale. E qui chiedo se sia il caso (visto che arriverò con due bambini) che mi porti mio marito il primo giorno. Per la serie, ogni bambino ha diritto a un genitore tutto per sé:
E: per noi è sufficiente la mamma, però se lei preferisce così...
Io: ma no, ma no, lo chiedo a voi che ne sapete più di me...perché sa una volta in un posto nuovo, si sono spaventati...e io sono una sola...
E: per noi è sufficiente la mamma perché loro cercheranno lei...
Io: secondo me quella volta lì gli sarebbe andato bene anche il papà...
E: nel momento del distacco sarà lei che lascerà qui i suoi figli...comunque il suo caso è più complesso, ne parleremo meglio nell'incontro individuale... - Mazzata finale! -
Per la serie se questo è l'inizio...
Meno male personale e ambiente mi hanno fatto una buona impressione.

Questo l'ha scritto Sara tempo fa in Diario di un'educatrice di asilo nido ma non solo... Ieri sera me lo sono riletto.

giugno 05, 2009

L'isola felice

Quando si dice che in fatto di arredi e simili i mariti devono lasciar fare alle mogli...
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Anni fa il papà al quadrato decideva di sbarazzarsi del suo mini-mono-locale e di metter su una casa vera. Decideva anche di coinvolgermi subito nella faccenda.
Si andò così a comprare il mobilio senza idee alcune. Scelsi tutto io, tranne una parete attrezzata (si dice così?) per metterci su il televisore, che ancora oggi mi domando a cosa serva tutto quel contorno lì per appoggiarci un elettrodomestico. Non bastava un mobiletto?
Bene. Per i nostri bambini quel mobile lì non è un mobile. E' un gradino da salire e poi un gradone da scalare. E' un piedistallo dove alzarsi e fare un "comizio". E' il punto ideale per accedere con le manine allo scaffale lì accanto, e pescare random i libri da buttare giù. Ma soprattutto è un invito ad abbracciare senza troppe fatiche il mega schermo della tv. Insomma, è un'isola felice dove si siedono a riflettere (!) o a farsi gli affaracci propri.
Poi, fortunatamente, come i gatti che saliti in cima all'albero non sanno più scendere, ti chiamano per farsi riportare giù.

maggio 27, 2009

Questione di leggerezza

Forse è perché ho eliminato quel tappeto enorme, che ormai alle loro capocciate ci sono abituata. O perché gli faccio due bagnetti veloci al giorno - sotto l'acqua corrente - che ormai non fa più freddo e si divertono pure.
Sarà che è più facile rivestirli, senza il body che si appiccica alla pelle umida. O che si può uscire in quattro e quattr'otto senza giubbetti e giubbottini.
Forse perché di merenda facciamo i frullati freschi e mangiamo il gelato. O perché vederli circolare per casa in pannolino e mutandina in questi giorni di afa mi ha fatto molto sorridere.
Sarà che hanno ripreso ad addormentarsi da soli. Sarà che capisco che mi capiscono. Ma la sensazione negli ultimi tempi è... di leggerezza.

In mezzo a questa botta di ottimismo, due obiettivi da raggiungere in vista dell'estate: 1) convincerli a portare il cappellino per il sole 2) incrociare le dita che per il tour-parenti (fra sei settimane) le creature camminino, se no me li immagino i commenti...

maggio 20, 2009

Il mio quarto d'ora di celebrità





Di: Luca di Vita da Gemella
Tempo di lettura: 3 minuti
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Innanzitutto, grazie Luca! Se non ci fossi tu...chi me la doveva fare (a me) un'intervista?
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N.B. A proposito dell'incontro pupette/panterini, io proporrei un super raduno di blogger gemellari (e non) da realizzarsi entro il 2010, tanto per darci un po' di anticipo. Potremmo farcela...

maggio 16, 2009

Fuori a pranzo

Sembrerà strano ma io i miei bambini al ristorante non ce li avevo ancora portati: ho qualche riserva in merito.
Questa la cronaca della prima volta.
L'amica P. propone un pranzo con pargoli al seguito in un agriturismo del pavese. Otto adulti e quattro bambini. Diciamo che l'organizzazione dell'evento non è che promettesse bene: una previsione meteo funesta a metà settimana che quasi ci convince a rimandare; la presunta varicella di uno dei partecipanti e una coppia che si dilegua, causa numero di chilometri per raggiungere la location.
Il tempo volge al bello e quindi si parte comunque. Decido di far mangiare i bambini a casa con un po' di anticipo, tanto l'appetito c'è. Stiamo per uscire e scopriamo che Christian è letteralmente immerso in un mare di non-dico-cosa. Segue lavaggio e cambio integrale.
Siamo un po' in ritardo ma questa non è una novità. Io sono una puntuale. Mio marito è un ritardatario cronico. Noi due, presi insieme, eravamo una via di mezzo. Adesso, in quattro, siamo diventati un caso patologico. Ormai credo che in fatto di puntualità nessuno si aspetti molto da noi.
Passiamo al viaggio. Diciamo che mio marito ha una guida sportiva già di suo. Diciamo che se cerchi di raggiungere un posto con un navigatore non aggiornato e capiti in un tunnel di deviazioni e lavori in corso magari ti girano un po' le scatole. Diciamo che se i tuoi figli che normalmente in macchina se ne stanno tranquilli si lamentano, ci sarà un motivo. Magari tutto 'sto frenare, curvare, ripartire li sta disturbando.
Ma no, figurati, quando mai hanno sofferto la macchina?
Segue copiosa vomitata di Mattia proprio a mezzo chilometro dall'arrivo.
Ecco, io lì avrei fatto dietrofront in un nanosecondo anche perché avevo con me solo pannolini e salviettine profumate. Ma l'amica P. mi ha fornito T-shirt di salvataggio (grazie!) e quindi a destinazione ci siamo arrivati. Un grazie va anche all'amica M. che ha pranzato gomito a gomito con Mattia, che non è che profumasse proprio di pulito!
Comunque, se ne sono stati per due ore sui loro seggiolini. Hanno pastrugnato quelle dieci o dodici fette di pane e le patate arrosto. Hanno assaggiato il risotto e fissato a lungo il tiramisù con occhi imploranti.
Prova superata, come si dice. E la prossima volta
, direi che si mangia direttamente lì.

maggio 12, 2009

P di prudenza

Lei: Ci andiamo domani a comprare la lavatrice?
Lui: …………………… [Silenzio assoluto].

Da quando ci sono i bambini mio marito risponde con 5/6 secondi circa di delay a qualsiasi domanda io gli ponga: dev’essere l’effetto collaterale di una tecnica d’isolamento tutta sua, per sopravvivere ai rumori molesti della prole. E’ come se…facesse FINTA di ascoltarmi. Invece mi ascolta. Sì, sì, mi ascolta (oooooooooooooooooh).
Comunque, dopo un minuto abbondante:

Lui:
ma le lavatrici te le consegnano a casa, no?
Lei:
ma certo!
Lui:
e quella vecchia se la portano via loro, no?
Lei:
ma certo!
Lui: a
h, dai...va bene.

E lì ti domandi se per caso tuo marito per centri commerciali abbia mai visto qualcuno in fila alla cassa con una lavabiancheria nel carrello. Poi ci ripensi: questa si chiama prudenza. Ma con la P maiuscola. Sempre meglio misurare il proprio livello di partecipazione e coinvolgimento fisico in una faccenda prima di rispondere affermativamente.

maggio 09, 2009

Tema: La mia mamma

SVOLGIMENTO:
La mia mamma è quella che in mezz'ora ribalta casa da capo a piedi, dandole nuova luce.
La mia mamma è quella che o lei è iperattiva o io sono indolente ma non si sa chi abbia ragione.
La mia mamma è quella che il dovere prima di tutto.
La mia mamma è quella che io sono diversa da voi (nel senso che tu e il tuo papà siete uguali).
La mia mamma è quella che si ricorda una cifra, una misura ma soprattutto un prezzo a distanza di anni.
La mia mamma è quella che "ah, io da adesso me ne frego" e poi non lo fa mai.
La mia mamma è quella che fa le torte come Nonna Papera ma non è che le somiglia.
La mia mamma è quella che tutti gli anni regala a mio marito una camicia al compleanno e un maglione a Natale.
La mia mamma è quella che gli ingredienti sono gli stessi ma quello che cucina lei ha tutto un altro aspetto.
La mia mamma è instancabile e altruista come era la sua mamma.
La mia mamma è una nonna attenta e più severa di me.
La mia mamma è - dopo mio marito - la persona alla quale affiderei la vita dei miei figli.
Buona festa della mamma, mamma!
Buona festa della mamma a tutte le mamme - blogger e non - che passano di qua. Li avete fatti gli auguri alla vostra?
Ah, dimenticavo: la mia mamma è quella che sarà capace di correggermi la punteggiatura quando leggerà questo post!

maggio 07, 2009

Di geni e progressi parlando...

[Premessa: mia mamma NON è proprio una fan del Cavaliere]

Ieri mattina – ore 11.00. Dall’ufficio chiamo casa per avvisare che ho dimenticato di preparare la verdura per i bambini. Vista la fiducia sconfinata che mia mamma nutre nelle mie capacità organizzative, mi dice che se n’era già accorta e che per sicurezza le aveva portate lei. Comunque, questo il seguito della telefonata:

Io: Mamma? Ciao, tutto bene? I bambini?
Nonna S.:
Christian dorme. Mattia è sveglio: aspetta che te lo passo…
Io:
Mamma, lascia perdere. Dai, sono al lavoro…
Nonna S.:
Tieni Mattia, parla con la mamma…
Mattia: ……………………….. (silenzio assoluto)
Nonna S. si riprende la cornetta:
ma come Mattia, hai un anno e non sei capace di parlare al telefonoooo? Il nipote di Berlusconi ha un anno e mezzo e sa contare fino a 15!
Laura: [!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!]
Ehm…mamma, cosa stai dicendo…?
Nonna S.:
ma sì, l’ha detto ieri a Porta a Porta…

Dal minuto 2:45