dicembre 18, 2013

Di auguri e disconnessioni varie

Il Natale è alle porte, il caos regna sovrano e l'influenza incombe. Scrivo un post veloce veloce di auguri che poi mi faccio travolgere dagli eventi e non me ne ricordo più. 
Eppoi toccherebbe anche disintossicarsi un po' dal web e le vacanze natalizie sono propedeutiche alla pratica. 
Già che ci sono butto giù pure una specie di proposito per il nuovo anno che riassumerei con la voce del verbo disconnettere. Dis-connettere, come diceva un mio vecchio collega, disconnettere tutte le persone che mi disturbano da un po'. 
Tipo?
1) Tipo quelli che come stanno i tuoi bambini? No perché i miei... E ti relazionano di default su quanto la loro figliolanza ha detto/fatto/forcato/mangiato negli ultimi due giorni/mesi/anni senza che gliene freghi una beata cippa della tua. Che ti va bene, ma evitino di chiedertelo che preferisci. E siccome tu ormai lo sai, rispondi bene grazie. E a seconda dell'umore, ti sorbisci il racconto.
2) Tipo quelli che tu gli chiedi: come va? E la risposta è: bene, male, così così. Punto. E tu? E voi? E loro? Non pervenuti. Grazie? Prego? Macché. E vabbe', mica il mondo gira intorno a te? Che pretendi? Basterebbe un crepa! che uno capisce al volo che è meglio non chiedere più.
3) Tipo quelli che non si perdono un tuo post su Facebook ma te lo commentano a voce quando ti vedono: ma con chi ce l'avevi stamattina? E lì toccherebbe spiegargli: o commenti, o metti mi piace, o metti la faccina idiota oppure taci che così sembra che Fb lo usi solo per farti i cacchi altrui e d'altronde lo strumento ben si presta a questo diffusissimo sport.
E lo so che non sembra un post natalizio perché a Natale siamo tutti più buoni ma tant'è: c'ho Saturno contro, e me ne vanto.
E comunque auguri di cuore a chi passa di qua. 
A chi ci ritorna.
Alle amiche, preziose, che ho conosciuto attraverso questo blog e che condividono, lontane ma vicine, le mie vicissitudini di mamma. E io pure le loro.
Vi auguro di trascorrere un caldo, dolce e sereno Natale.
A presto.

dicembre 03, 2013

La (mia) lettera per Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
in attesa che i miei figli mi dettino la loro lettera, ti scrivo io, che di desidèri ce ne ho parecchi.
Loro chiederanno sicuramente piste, macchine et similari io invece sono più complessa e variegata. 
Vorrei un paio di sopracciglia nuove. Di quelle che ti ridisegnano la faccia e pure l'anima. Vorrei andare in uno di questi meravigliosi eyebrow bar che di mestiere fanno solo quello, ragione per cui dovrebberlo farlo bene.
Vorrei una giornata in una spa, quelle con le piscine calde all'esterno. Che il freddo e il tepore insieme c'hanno il loro bel perché. Da quando sono mamma non ci sono più andata. E sai perché? Perché non potrei portare i bambini con me e neppure il cellulare per essere (per loro) raggiungibile. Pensi che sia un po' ansiosa? Lo penso anch'io. Ma non vorrei farmene un cruccio, è già difficile così.
Vorrei concentrarmi accaventiquattro sul presente. E godermelo. Sempre. Con la mente sgombra da tutto il resto.
Vorrei rinsavire (o rimbambire?) un po'. Un anno esatto fa mi spaventavo a morte dopo un esame di controllo. Fortunatamente tutto rientrò e mi dissi che no, non me la sarei più presa per le cose futili, perché la vita è davvero preziosa e la serenità svanisce in un attimo. Ma questa era teoria. Nella pratica io sono la stessa di allora. Che poi in fondo è pure umano arrabbiarsi per il tutto e il niente ed è pure lecito rincorrere la felicità. O no?
Vorrei realizzare i miei due desideri segreti. Che poi a dire la verità me ne basterebbe anche uno. Quelli non te li sto a dettagliare che se sei uno del mestiere li conosci già.
Ci conto, caro Babbo Natale.
Se ti ho chiesto troppo, scegli tu a caso, magari scarta le prime due e dai un'occhiata al resto. 

Laura

novembre 29, 2013

Il cartellone delle regole

Ciclicamente, quando la situazione ci sfugge di mano, in casa nostra compare il famoso cartellone delle Regole (che tata Lucia ci è stata maestra ma anche no). Col consorte si osservava che poi è già un miracolo se di dieci regole ne rispettano con impegno almeno tre . Male, diranno i genitori perfetti. Eh, ma noi non lo siamo.
Ecco l'ultima lista:
1) (massimo) rispetto per la mamma, il papà e i nonni (e per quello che dicono)
2) chi non mangia quello che c'è nel piatto, salta la cena (a questa non ci credo neanche io, ma tant'è)
3) si rimettono in ordine i giochi e le cose che si tirano fuori
4) non si lasciano luci accese per casa
5) quando si sbaglia si chiede scusa
6) si guarda poca tv (perché ci fa diventare sciocchini), i cartoni lunghi (film) solo nei weekend
7) siamo due bambini, non siamo due gemelli siamesi (questa più che una regola è un dato di fatto. Il concetto è: chi è ammalato sta a casa e chi sta bene va a scuola, senza fare i soliti pipponi)
8) ci si lava i denti due volte al giorno senza fare storie perché le carie sono in agguato :-D
9) si saluta sempre chi arriva e chi va via
10) non si fa rumore (i nostri vicini ci vogliono bene ma non bisogna approfittarsene)
 

novembre 22, 2013

Il nostro calendario dell'Avvento


Era da un po' che volevo fare un calendario dell'Avvento. Peccato che io e la creatività si viaggi su due binari paralleli, che non si incontrano mai. Del tipo che mi piacerebbe che quella cosa fosse così ma non ho la più pallida idea di come realizzarla. 
Così, a una settimana dal primo dicembre, ho commissionato al volo un telo con 24 taschine alla mia mamma. Di mio ci sono solo i numeri, colorati di getto stasera coi pennarelli. 
Al colpo d'occhio è molto molto poco natalizio ma  per essere il primo esperimento ce lo facciamo andare bene. 
Nei prossimi giorni passerò alla "farcitura": gianduiotti e qualche caramella ma soprattutto tanti bigliettini che raccontano di noi, tante parole che sono coccole ma anche piccole e grandi verità. ❤️

novembre 13, 2013

Di padri, feste e madri ingrate

Domani potrebbe nevicare: oggi pomeriggio i bambini hanno una festa di compleanno e il consorte si è offerto di andare a prenderli all'asilo e portarceli lui. 
Ma sei sicuro? Guarda che novesudieci ci saranno solo mamme (giacché la festa è infrasettimanale). Te la senti?
Lui, indomito, accetta la sfida. 
Già me lo vedo varcare la soglia della ludoteca con l'iPad sotto il braccio e mettersi in un angolo. Che non si può avere tutto dalla vita: marito accomodante e pure socievole, troppa grazia. 
Ti faccio vedere la foto della mamma della festeggiata? Così, almeno ci scambi due parole...
Ma no dai, si farà riconoscere lei... E poi che foto hai?
Del profilo di whatsapp...(quando si dice l'utilità della tecnologia, ahaha)
Beh, io sto uscendo. Ti lascio qui il regalo, una tuta di ricambio e le calze antiscivolo. Quando escono dall'asilo, dai un occhio ai pantaloni che se sono sporchi glieli cambi, ok?
Ok.
Ce la farà il nostro eroe? 
Si accettano scommesse.

novembre 12, 2013

Fotocronache

Domenica 10 novembre
Ore 11.30
Tasso di umidità del 150 %
Fugace presenza di un timido raggio di sole

Lezioni di frisbee nel parco [con buona pace della mia cervicale].

E non si dica che non mi applico! [come dico spesso al mio pigro consorte].


novembre 05, 2013

Di empatia e forma fisica

< Questo post è altamente criptico. Se non siete un minimo empatici, sensibili o esauriti come me, faticherete a capirlo. Pazienza, il mondo è bello perché è vario. >
Non è che volessi fare la modella ma solo perdere quei cinque o sei chili di troppo. Che poi in realtà io mangio per affrontare lo stress, la noia e il malumore. 
E somatizzo tutto. 
Pure, direte voi.  
Sì, pure. 
Somatizzo i miei malumori e quelli degli altri. 
Gli altri nel senso di quelli che mi stanno a cuore o almeno simpatici. E non è mica una bella cosa, chevelodicoafare. 
A volte penso che sbaglio proprio a domandarmi il perché una persona si comporti in un modo anziché in un altro: la cosa giusta sarebbe fregarsene, che tanto la vita adulta è fatta di gente individualista. Il tempo delle condivisioni appartiene alla spensieratezza, a quando i problemi veriproblemi non sono. A un'altra età, insomma.
Comunque, tornando a noi. Stamattina facevo un esercizio per sciogliere le spalle e la cervicale e Christian mi ha detto: Mamma, quegli esercizi non vanno bene. Devi fare quelli di Winnie the Pooh per tenersi in forma. Così Mattia ha mollato la tazza del latte e mi ha fatto vedere. 
Non mi pare che possano farmi dimagrire il sedere... 
E invece sì, perché il sedere si muove.
Già.
E comunque, esercizi di Winnie the Pooh a parte, stamattina mentre guidavo ho avuto l'illuminazione. Abbandono ogni dieta o velleità di dimagrimento e faccio come ti cosigliano di fare le persone "intelligenti" quando fatichi a incontrare l'uomo giusto o a rimanere incinta: smetti di pensarci che accadrà. Adesso mi rilasso e attendo il miracolo.

ottobre 28, 2013

Di questo ottobre

E siamo a fine ottobre. Cosa è accaduto nel mentre?
Abbiamo comprato due pesci rossi: si chiamano Goddie e Huintie Maggio per l'esattezza.
Siamo partiti dalla nostalgia di Christian per un vermicello trovato al parco e deceduto nello scompartimento di un camioncino giocattolo e siamo finiti qui. Non chiedetemi come.
Abbiamo una serie infinita di fidanzate: Maddalena, Ambra, Sofia, Melissa e Matilde. Ma perché mai, gli chiedo io. Mamma, sono loro che decidono! Mi risponde lui
Le bambine hanno una marcia in più, l'ho sempre detto. 
Abbiamo una passione sfrenata per i camper: li vediamo ovunque. Il nonno ci ha portati perfino in uno showroom dedicato: entrata libera, fortunatamente. Temevo di dovermi fingere interessata all'acquisto per assecondare questa passione. Mi sembrava troppo. E Tata Lucia mi avrebbe dato ragione. Che va bene aiutare i propri figli ad avere autostima ma il delirio di onnipotenza anche no.
Mi godo questo periodo un po' difficile ma divertente per quanto mi ritrovi in un attimo a riascoltarmi nelle loro parole:

Oggi la mamma non ha nessuna voglia di andare a lavorare!
No, mamma, ci devi andare perché al lavoro impari cose nuove!

La mamma stasera si ferma alla riunione di classe.
Che cos'è la riunione?
Le maestre ci spiegano tutto quello che farete a scuola.
Bene, così non dobbiamo più dirtelo noi...

Mamma, io lo so perché la mattina papà si sveglia sempre dopo di noi...
Perché se no trova il bagno occupato.

Amoooore di mamma!

settembre 17, 2013

Di parole e cose belle

Le novità del mese: il corso di nuoto. 
Che se i vostri figli già fanno la respirazione laterale e il triplo tuffo carpiato, noi partiamo da zero, quest'anno. 
Lati negativi della piscina: il dopo. Che si sa, adesso van di moda gli impianti con lo spogliatoio off limits per le mamme: si rilassino pure, loro, che a doccia e cambio ci pensano le signorine. Ma nella nostra piscina no. Funziona come una volta.
Lati positivi: la sauna che ti fai nel mentre, che vuoi mettere la pelle liscia e compatta? Oltre alla gioia di vederli sguazzare e divertirsi, of course.
Altre news del momento: la curiosità per le parole nuove, queste affascinanti sconosciute. Cosa vuol dire questo? Cosa significa quello? 
Fico! Ha detto stasera a cena Mattia. Prego? gli domando io. Che oltre all'interrogarmi sulla provenienza della "simpatica" espressione, che non so perché ma mi fa tanto anni ottanta, gli chiedo: ma lo sai cosa vuole dire? Quando un mezzano o un grande dicono qualcosa che uno non sa, si dice fico! Ah, be'. :-D
E poi da stasera: il diario di una cosa al giorno. Scriviamo ogni giorno una cosa bella, se c'è stata. Tanto per conversare e raccontarci. 

settembre 10, 2013

I buoni (s)propositi

Come scrivevo altrove: ma sì, facciamoci del male, mettiamo giù una bella lista di buoni propositi per questo settembre. Che non c'è niente di peggio del mettere insieme tutte le nostre debolezze e pretendere di lavorarci sopra, così, in blocco. Ma chi ci crede? E' che uno ha avuto un'estate intera per riflettere sulla propria vita, che tocca anche un po' provarci a smussarne gli angoli qua e là.
Ne sparo alcuni di questi buoni propositi e uso il verbo sparare mica a caso:

1) non comprare più libri fino al nuovo anno (ehm, dai, fino a Natale): perché non mi contengo, perchè spendo tanto e perché per star dietro al ritmo degli acquisti dovrei ritirarmi a leggere in un eremo per un annetto o due, facciamo tre.
2) non disperdere energie: sì perché io disperdo e di brutto. Disperdo lamentandomi, disperdo sbuffando, disperdo parlandomi addosso delle solite storie trite e ritrite mentre potrei fare altro, di più costruttivo.
3) mangiare di meno, questo è un evergreen,  che ve lo dico a fare. Con la differenza che adesso per perdere due chili ci impiego due mesi, se va bene.
4) non interrogarmi sulle dinamiche dei rapporti umani: inutile domandarsi perché Tizia morire-che-ti-chieda-come-stai epperò se glielo chiedi tu, sembra felicissima di risponderti o sul perché Caia ceda al desiderio di riportarti cosa hanno detto terzi su di te mentre tu te ne guarderesti bene (se il discorso sembrasse contorto, sto parlando di rapporti a senso unico e di giudizi e cattiverie gratuite).
5) passare meno tempo su internet: buahahahahaha.

Tornando a noi. E' iniziata la scuola, ops il nostro ultimo anno di materna. Che se già l'anno scorso ci sfracassavano l'anima con la preparazione alla Scuola Vera, chissà quest'anno. 
Christian è passato dal mi è mancata tanto la scuooooola (del 1° giorno) all'uffa, ancora a scuola? ma lì ci fanno fare un sacco di cooooose (del 2° giorno). Mentre meditavo se tirare due testate al muro, il pragmatismo ha preso il sopravvento: anche alla mamma fanno fare un sacco di cose al lavoro e anche lei se ne starebbe volentieri a casa ma ci va lo steeeeeesso! Punto. Chiaramente sul concetto di Scuola e di Lavoro abbiamo fatto discorsi molto più profondi ma di mattina presto tocca essere brutali. Evviva la sincerità.

Buon settembre a tutti. E siamo solo all'inizio.

agosto 21, 2013

Di vacanze e miti che crollano

Dall'ultimo post sono partita per  altri diciotto giorni di ferie. E ora chiudo i battenti e vado a lavorare, che sarebbe anche ora, come dice la mia metà.
A questo giro mi sono riposata un po' meno ma vabbè.
La mia perla di saggezza del dopo ferie agostane è la seguente: mai, dico mai, domandarti cosa te ne dovrai mai fare di quelle tre confezioni di Clenil per aerosol che hai accumulato col passare dei mesi nella scatola dei farmaci. Perché arriverà il momento che gli darai fondo a quelle scatole lì e ti pentirai di essere stata tanto curiosa.
Questa era la premessa per dire che quest'estate mi è caduto un mito: il mito del bambino che si ammala spesso perché fa poco MARE.
 
A dire la verità, io avevo due capisaldi:
1) Il mito della mamma a tempo pieno che ha figli perfetti.
2) Il mito del figlio che facendo tanto mare non si ammala mai

Il primo mi è caduto un certo numero di mesi fa.
C'era lei. La Mamma Perfetta. La Mamma Che Non Lavora. La mamma che avendo fatto due figli a distanza di tre anni esatti, bazzica nella tua materna da sei anni e si muove un po' come a casa sua. Fa quasi da personal assistant alle maestre. Quella che ti invita a partecipare ai lavoretti pomeridiani per il bazar di Natale e che quando apprende che lavori, piega la testa di lato tipo Madonna piangente e ti dice. Oh. Pausa di riflessione. Noi abbiamo massimo rispetto per le mamme che lavorano. Che se mi diceva cazzi tuoi faceva più bella figura.
Comunque dicevo, la Mamma Perfetta era perfetta e aveva per forza figli perfetti. Poi durante lo spettacolo di fine anno accade l'inspiegabile, succede che si intrufola nelle danze in mezzo ai bambini perché il di lei figlio, forse nervoso, forse stanco, non aveva voglia di parteciparvi, cerca di coinvolgerlo ballando pure lei e non sortendo alcun effetto gli urla davanti a tutti (bambini, genitori, nonni e maestre): ebbbbbastaaaaaa! Con conseguente figura barbina. E crollo del mito.

Il secondo mito mi è caduto in vacanza. Quando uno dei miei figli si è preso la bronchitina estiva. Che proprio solo bronchitina non era ma sorvoliamo. Perché se dopo tanto mare ti ammali, non me lo raccontate che il mare fa bene. Fa bene a chi sta bene. Fa bene a quelli che non si ammalano mai. Fa bene ai figli già sani. Quelli che si ammalano spesso si ammalano lo stesso. Ennò, mi dice la signora dello stabilimento balneare, vedrà dopo questi due mesi al mare che bell'inverno che farà. Eh, lo immagino. Poi le scrivo una cartolina e glielo racconto.
Ma chi è dei due? Mi chiede la pediatra di Milano, contattata telefonicamente per un parere sulla cura da cavallo che hanno propinato a mio figlio. Quello che si ammala sempre, le rispondo. Non so se si ricorda che l'anno scorso, sotto ferragosto...
Ah, sì. L'anno prossimo opti per la montagna! Clic.
 
Comunque, impavidi e fiduciosi, tentiamo l'ultimo (nostro) weekend al mare. E chi si è visto si è visto.

luglio 29, 2013

Per tutto il resto...

Uscire dall'ufficio in tutta calma. Infilarsi all'esselunga. Arraffare due piatti pronti. Cenare sul divano (fosse per me, tutta la vita). Scovare un datatissimo film con Robert Redford e Michelle Pfeiffer (quante volte l'avrò visto?), mangiarsi un gelato spettacolare e commuoversi copiosamente sul finale. Cazzeggiare random tra telefono, portatile e il canale di allnews. Trasferirsi dal divano al letto e iniziare l'ultimo libro della tua autrice preferita. Mancava una birretta ma vabbe'.
Archivia in: cose da farsi in una serata senza figli e senza marito (in attesa di ripartire).
Per tutto il resto c'è mastercard.

luglio 25, 2013

Di nostalgia e opzioni deluxe

E poi sono tornata dal mare dopo venti giorni di ferie (ma non ho ancora finito). Per la prima volta ho lasciato lì i bambini con i nonni per poi tornarci questo weekend. E lo so che sono solo cinque giorni, e lo so che hanno cinque anni e che non muore nessuno. Ma io non ci sono abituata. E li chiamo un numero infinito di volte al giorno. E vedo famiglie con bambini ovunque quando, uscita dal lavoro, zonzo per centri commerciali per reggere la temperatura e recuperare il tempo perduto. E non vedo l'ora che sia domani per riabbracciarli. Cioè, altro che un innamoramento: qui più passa il tempo, peggio è. Anche se questa cosa di godere del tempo che scorre - lento - perché non lo devi dedicare a nessuno - tranne a te - ehm, è un'opzione deluxe.
La vacanza è andata bene. Ho fatto "la mamma al mare", che sì, sarà pesante, stressante, stancante quanto volete ma parliamone. Preferisco di gran lunga camminare a piedi nudi in terrazza e crogiolarmi nel dubbio se tingermi le unghie di rosso fuoco o bordeaux piuttosto che infilarmi le ballerine e chiudermi in un ufficio davanti a un pc (esattamente dove sono adesso). Con tutti i se e tutti i ma del caso, si intende.
I bambini sono ipereccitati, in uno stato costante di iperattività e euforia. Non so se sia la vacanza, il mare, l'aria o che cos'altro ma gli sta facendo bene.  Soprattutto al più debole dei due, che si sta prendendo spazi e rivincite a iosa.
Io mi sono riposata (e non credevo), ho letto (tanto) e mangiato (troppo). Quest'anno ho barattato la salute psichica con la forma fisica. Peso sette chili in più dello scorso anno ma sono (quasi) in pace con me stessa e con il mondo. Vivo quest'estate come un risarcimento di quella scorsa e chi mi è stato vicino sa di cosa parlo. Vivo anche questi chili di troppo come una punizione divina per aver disdetto la dietologa alla seconda seduta, via sms, adducendo improbabili motivi di lavoro e svanendo poi nel nulla come il peggiore dei fidanzati. Ma pazienza.
A proposito di libri, ho molto amato "Bambini e basta" di Irene Bernardini: semplice, divertente e illuminante. E "Open", la biografia di Andre Agassi: rivivrei gli anni novanta solo per rivederlo giocare in fucsia e jeans dopo aver letto queste 500 pagine.
Per ora è tutto. Buon proseguimento di estate a chi passa di qua.

luglio 09, 2013

Cartolina dalle vacanze


Dice il marito: che fine ha fatto il tuo blog? Eh, lo so, quando torno lo aggiorno. Siccome i miei buoni propositi lasciano il tempo che trovano, scrivo un post cartolina, diciamo così. Siamo in vacanza, in una casa che affaccia sul mare, con un terrazzo meraviglioso che vorrei viverci per starmene qui spaparanzata a leggere libri e ascoltare i gabbiani acca ventiquattro. Ho preso uno sproposito di ferie quest'anno che spero ehm di ritrovare la scrivania quando torno. Mi sto rilassando, in un relax che è a nostra misura, a misura di una famiglia che langue nella condivisione della quotidianità e deve correre ai ripari. Comunque tutto procede, i dettagli al mio ritorno. Intanto auguro a chi passa di qua buone vacanze. Cosa farete di bello?

giugno 06, 2013

Io che mi butto sul buffet


Di queste ultime settimane.
La festa di fine anno. Che da noi fanno inspiegabilmente un mese prima che termini la scuola.
Festa con ingresso illimitato a genitori e parenti di vari grado perché il giardino è grande e ci si sta tutti. Esibizione straordinaria delle mamme dei grandi che hanno ballato danze texane, col pantalone attillato e lo stivale. Ehm, speriamo che il prossimo anno cambino genere. 
Continuo a pensare che queste feste siano uno stress per i bambini, per le maestre (che da noi, va detto, si impegnano di brutto) e uno stress per i genitori, anche se poi fanno a botte per accaparrarsi le prime file e si commuovono pure. Ve l'ho già detto che per compensare la fatica mi attacco al buffet?
Comunque tutto divertente, a parte che dopo le danze, dopo l'abbuffata e dopo i complimenti di rito, i bambini si disperdono in ogni dove. Io che fino a mezzora prima stazionavo in mezzo a patatine e pop corn, decido di sedermi sotto un albero a fare due chiacchiere. E mi premuro di avvisare il figlio emotivo, quello che si disorienta in mezzo alle folle. Ma mi dimentico dell'altro, che nella bolgia non mi trova più e forse pensa che me ne sia andata. Così mi sento chiamare dalla maestra, col microfono: la mamma di Mattia M... manco avessi smarrito un figlio al supermercato.
Maddai Mattia, ma che figure mi fai fare? Gli dirò più tardi. 
Sei tu che ti sei allontanata, mi rimbecca lui. E c'ha ragione e anche l'ultima parola, come al solito.
E poi c'è stata la pizzata di classe. Successone rispetto allo scorso anno. Tutto molto gradevole, a parte una rissa tra due mamme a fine cena. Che se tuo figlio è solito tirare cazzotti al mio ma tu non te ne accorgi o non intervieni, io che faccio? Sgrido tuo figlio o vengo a parlare con te, mamma? Io opterei per la seconda ma ancora non mi ci sono trovata. Le due si sono azzuffate e non sono state un bello spettacolo. La maestra invitata a fare da arbitro nello scontro tra mamme, ci ha detto: non intervengo, se la vedano loro! Bisogna crescere: i problemi nella vita sono altri! Sì, be', certo. Spero si riferisse ai problemi delle mamme.
Mese di feste a iosa. Non si può dire che non mi sia applicata in quanto a socializzazione tra madri e tra bambini. Viva viva le feste di compleanno (altrui). Se non fosse per i regali e per la faccenda del buffet.
E martedì colloquio nella classe problematica per fare un bilancio di quest'anno. Mi aspetto di tutto. E mi porto dietro il marito che poi non mi si dica che io enfatizzo. Pensatemi tanto.

maggio 17, 2013

Cinque anni di noi

E alla fine l'ho fatto. Contro ogni pronostico, ho organizzato una festa di compleanno per i miei bambini. 
Per la serie solo gli scemi non cambiano idea, visto che un anno fa, a proposito di feste scrivevo così. E sempre per la stessa serie, a festeggiamenti avvenuti mi sono detta mai più. Anche se è stato tutto bellissimo.
Forse perché non ho mai avuto una festa di compleanno e non sono cresciuta con questo mito? Forse perché a quest'età, anche se lo festeggiano con mamma, nonni e zii non muore nessuno? Non lo so. So che mia cognata mi ha risposto: e ti arrendi così? Ehm, diciamo che ci voglio pensare. Ho ancora un anno davanti.
Comunque, durante i preparativi ho scoperto cose a me sconosciute, anche se l'universomondo probabilmente le sapeva già.
Tipo la faccenda degli inviti: se imbucati nel casellario di fronte alla classe vanno dati a tutti (28) i bambini, per non discriminare. Se messi negli armadietti esterni puoi, diciamo così, selezionare.
Tipo che le nostre maestre trovano scoccianti le feste di compleanno, sebbene sponsorizzino a più riprese la socializzazione. Ehm, che pizza. Si può dire?
Tipo che nella nostra scuola i genitori che vedi alle feste/riunioni/pizzate sono sempre gli stessi. La restante parte è un popolo misterioso e sconosciuto che snobba ritrovi di qualsivoglia natura, non risponde agli inviti, né con un sì, né con un no (né con un crepa, per dire).
Che poi diciamocelo, tra quelli che non rispondono in toto c'ero pure io. Fino all'altro ieri. Ora ci sono passata e ho capito che non è carino: giuro giuro che non lo farò mai più!
E' un po' come quando snobbi i matrimoni a destra e a manca, poi ti sposi tu e per quelle tre persone che ti dicono di no, ci rimani male male male. Perché è il tuo matrimonio. E perché se le avevi invitate, in fondo ci tenevi. E qui ci starebbe il discorso che quelli a cui tieni veramente ci sono sempre, anche se ti sposi alle 7 del mattino di giorno infrasettimanale a Canicattì e tu abiti a Milano. Salvo rare eccezioni, chiaramente.
E comunque, abbiamo compiuto 5 anni! Così grandi ma così piccini. Bella questa fase dove discutono con te come se fossero i tuoi fidanzati (preadolescenza?), ti dicono che quando saranno grandi ti sposeranno ma poi si mettono a piangere per una sciocchezza, e a ridere per molto meno. Bella e difficile questa fase dove non li lasceresti mai ma (forse) dovresti cominciare a farlo. Almeno ogni tanto, per farli crescere. Ma poi chi l'ha detto? Le malelingue e il mio inconscio direbbero che io già li lascio abbondantemente per andare in ufficio ma questo è proprio tutto un altro discorso.
A proposito di maggio, socializzazione, annessi e connessi, vi segnalo questo link. Sarà che sono sul pezzo, ma l'ho trovato divertentissimo! http://barbablog.vanityfair.it/2013/05/16/fine-anno-tempo-di-pizzata-e-io-non-vedo-l%e2%80%99ora-di-uscire-dal-tunnel/

aprile 09, 2013

Varie ed eventuali (in attesa della primavera)

Titolo: Dove eravamo rimasti?
Sottotitolo: perché tenere aperto un blog se non si ha più tempo/voglia di aggiornarlo?
Forse perché fa parte della mia vita da mamma, perché è nato insieme ai miei bambini (o quasi) e perché ci sono molto affezionata. Ecco.
E' che quando lo avevo aperto le ore di tempo libero erano millemila e ora si sono drasticamente ridotte a una, se va bene. Sappiatelo, voi neomamme che approdate qui per caso: godetevi tutto quel bel tempo sospeso dei primi mesi, ché poi niente sarà più come prima. Qualitativamente sarà tutto ugualmente entusiasmante ed emozionante, ma materialmente vi costerà il doppio della fatica. Se poi, tornerete al lavoro, avrete sì modo di chiacchierare, cazzeggiare e sentirvi parte integrante del mondo reale (e non solo mammesco) ma vi accorgerete che per fare tutte quelle bellissime cose che fanno così bene alla vostra psiche (tipo andare dal parrucchiere, bere un caffé con un'amica) vi toccherà sottrarre tempo ai vostri figli oppure prendere un giorno di ferie.
Tornando a noi, questi gli aggiornamenti: Christian guadagna spazio e acquista sicurezza. Mal sopporta l'impegno dell'asilo mentre suo fratello ci va volentieri. Ne ho parlato con la sua maestra: è un problema comune a tanti bambini. Sai, cominciamo a farli lavorare sul serio, si rendono conto che non possono più fare ciò che vogliono. Tipo giocare? Mi son chiesta io, che riflettevo su quanto sia troppo "scolastica" questa nostra scuola materna. Riflettevo sui lavoretti delle feste: poesie, filastrocche, rigorosamente fotocopiate dalle maestre e scelte tra i migliori autori. Lavoretti pregni di significato, per carità, ma poveri della manualità dei nostri piccoli pasticcioni. Ma che fine hanno fatto i posaceneri in Das, i fermacarte con le mollette di legno che si facevano ai nostri tempi?
Ho divagato.
Che altro c'è?
C'è che Mattia mentre parla, usa un dito per indicare. Ma non l'indice come noi comuni mortali. Tempo fa l'avevo redarguito: è maleducazione indicare! Cosa vuol dire? Mi ha chiesto lui. Vuol dire allungare il dito indice verso una persona. Così mi ha preso in parola: per indicare usa il dito medio. Che è anche peggio.
C'è che adoro sentirli fare la conta. Ambaraba cicci coccò, tre civette eccetera eccetera e poi sentirli conlcudere con questa cosa, che mi mette un sacco di allegria: puntino rosso, puntino blu, esci fuori per l'amore di Gesù! No, vabbe' ma dove l'hanno sentita?
E poi, c'è che mi sono messa a dieta. E sono andata da una dietologa che mi sta facendo mangiare uno sproposito di carboidrati ma ben organizzati, dice lei.
E poi c'è che è iniziata sul serio la stagione di trasferte del papà di famiglia. Nel senso che per una serie interminabile di mesi, lui ci sarà una settimana sì e una no. Una settimana sì e una no. Una settimana sì e una no. Scritto così rende meglio l'idea. Ho deciso che nel mentre valorizzerò i punti forza di questa condizione di vita: leggere nel più totale silenzio della casa, avere la casa più ordinata del solito. La lista dei pro sembra corta, la verità è che è ancora in progress.
E poi ho comprato libri come se non ci fosse un domani: li guardo, li rimiro, mi immagino mentre li leggo ma poi crollo dopo cinque miserabili pagine a sera, se va bene. E' la primavera, ca va sans dire.
E poi, ho iniziato la stagione della mamma urlatrice: urlo per farmi ascoltare, urlo per farmi rispettare, urlo per farli mangiare composti, urlo perché mettano a posto tutti i giochi, urlo per farli smettere di fare gli scemi. Urlo, come nel peggiore dei cliché.
Venga almeno la primavera a farci risorgere da questo abbruttimento.

marzo 08, 2013

Tuttoilresto

Il gel per fare la crestina, come dice il barbiere. Che poi io sta crestina mica la concepisco. Tuttalpiù un ciuffetto, e solo nelle occasioni speciali, o nei weekend.
L'acquisto delle scarpe con i fili (cioè le stringhe). Salvo poi pentirsene perchè toglierle è un conto, allacciarle un altro. Ma ci stiamo lavorando.
E la cintura per i jeans. Se non la trovi adesso, me la compri quando ho 5 anni? E tu che fai? Alla terza volta che lo dice, corri da Benetton in pausa pranzo. Perché la faccia che fa quando gliela porti è senza prezzo. Così come il piglio da grande quando la mette.
E' un periodo così: stiamo crescendo, ci piace guardarci allo specchio, e scegliere cosa indossare. E meno male sono due maschi. Non oso pensare cosa siano le femminucce di oggi, o anche di ieri: mia madre racconta di me bambina, rapita di fronte alle vetrine delle scarpe. Le dicevo: vuoi essere sempre tu la più bellina quando ne comprava un paio nuove, per lei. Poi sono cresciuta e, se non fosse per l'ufficio, girerei con le scarpe da corsa. Ma non per correre, per vivere.
Che poi in realtà è Mattia che si atteggia a bambino grande, Christian continua a sfinirmi di tenerezza e tuttoilresto. Nel tuttoilresto stanno le mie insicurezze e le sue grandi, piccole, misteriose emozioni.
E così, in questo clima di novità e aria nuova è pure arrivata la primavera. O almeno così credevo: da due giorni siamo ripiombati nel grigiore invernale.
L'unico modo per reagire a una mattinata piovosa? Il capello pulito che sa di shampoo e crema per il mare e la musica maranza,  messa a palla mentre vai al lavoro. Piccolo accorgimento: abbassare il volume quando si è fermi al semaforo. E poi, il venerdì.
Buon fine settimana a tutti.

febbraio 28, 2013

Questo febbraio

Riassunto di questo febbraio.

Il Carnevale, che detesto: festeggiarlo una settimana prima, poco distante da noi, perché il sabato dopo il papà parte. Un freddo cane. Ma con il giubbotto non sembro neanche un Power Ranger! Già.

Il bene che ci vogliamo (e la fase edipica): mamma ti voglio sposare! (Christian) Mamma io voglio sposare il tuo braccio! (Mattia)

La stanchezza cosmica: attesa spasmodica della primavera, solo solo per risparmiare quei quattro minuti netti che impieghiamo ogni mattina per metterci il cappello, la sciarpina e il paltò.

La prima (di quest'anno) trasferta del consorte. Down under: io carica come una molla, tengo botta e tiro dritto. Quest'anno si cambia mood: non mi aspetto il premio, lo pretendo. Anzi, lo scelgo e me lo vado a prendere. Modalità o me misera tapina: OFF. Modalità questa è la tua vita, cazzo stai sempre a lamentarti: ON. (Questa è tutta teoria, la pratica è da vedere).

Vita da gemelli: accorgersi che c'è chi prevarica e chi soccombe. Tentare con delicatezza di arginare l'uno per permettere all'altro di guadagnarsi spazio. Chi l'ha detto che quando crescono è più facile?



gennaio 22, 2013

Fino a Plutone

Maddai, siamo al 22 gennaio e non ho ancora scritto il primo post dell'anno!
E' che questo 2013 è iniziato col botto. Torno dalle vacanze di Natale e al lavoro mi dicono che ho un bel po' di ferie da smaltire. Così mi accingo bella bella a pianificare tutti questi meravigliosi giorni infrasettimanali a mia disposizione. Mi prefiguro lunghe sedute di trucco, parrucco e restauri vari. Mattine di shopping, piccole e grandi cose da fare. Mentre mi aggiro tronfia, proclamando il diritto alla qualità della vita, iniziano a succedermi cose che voi umani, lasciamo perdere. Ne elenco qualcuna in ordine sparso tanto per rendere l'idea: mi si è semi-allagata la casa, mio marito ha mandato affanculo un vigile, Mattia ha avuto l'influenza virale, Mattia ha avuto l'influenza gastrointestinale. Mattia è quello che si ammala meno tra i due, vero? Mi domanda la pediatra. Si vabbe'.
Comunque, a parte questo inizio d'anno d'impatto, io sono tranquilla. Buahahahahahahaha. Sto lavorando su me stessa: lavoro su me stessa per cercare di essere una mamma serena (e non paranoica), lavoro su me stessa per cercare di non essere una moglie sclerata dalle assenze del marito e lavoro su me stessa per fare quello che mi fa stare bene e niente più. Solo che tutto sto lavorare su se stessi è pure faticoso: sì, è vero, mi lamento sempre. Lo so, lo so, l'importante nella vita è la salute. E volersi bene. Quanto ce ne vogliamo io e i miei figli? Fino a Plutone! Ve l'avevo detto che siamo in fissa con i pianeti. :-D
Un tardivo augurio di buon anno a chi passa di qua.