Noi si parte. Si va. Non chiedeteci dove perché non
ne siamo proprio sicuri. On the road, come si dice. La faccenda del camper ve
l'avevo già raccontata: l'idea sarebbe di raggiungere la Puglia.
Se ci
arriviamo, ripeto io tipo mantra.
Ravanata
cosmica del consorte.
Ma
nooooo, preciso. Nel senso che forse ci sembrerà
troppo lontano e ci fermeremo a metà strada.
Ah. Ok.
Io
voglio andare fino a dove il mare è del colore della piscina. Se devo fare
tanta strada per vederlo non proprio blu, faccio anche a meno.
Va
bene. Fa finta di capire lui.
Comunque.
Ci
lasciamo alle spalle un periodo impegnativo. Un giugno al Centro Estivo
dell'oratorio già ribattezzato Centro alla SperoinDio (che non succedesse
niente) per il grado di libertà e di controllo registrato.
Un
luglio di cambiamenti. Di fatiche genitoriali e lavorative. Di una vacanza
corta ma piacevole in Toscana, fino a Pisa.
Piccola
consapevolezza di poter fare - in vacanza - un po' di più di quanto fatto
finora, in termini di libertà, di spazi e orari. Ci sono coppie che con figli
della nostra età sono già stati in Canada e Thailandia ma qui ci muoviamo con
tempi lunghi e ci riteniamo soddisfatti.
Rimane
la stanchezza di gestire la convivenza gemellare dei mesi estivi: la
vicinanza h24 accentua in maniera esponenziale la loro complicità, al limite
dell'umana sopportazione. Una bomba nucleare, oserei dire. Aggiungerei la
questione compiti che se avete figli-ligi-all'impegno-scolastico-in-vacanza, io
vi invidio molto, sappiatelo. Qui i compiti si fanno, ma con estremo lavoro di
convincimento e richiamo all'attenzione. Faticaaaaaaa.
Proveremo
a tuffarci in queste vacanze con lo spirito giusto. Sulla carta so quale
dovrebbe essere ma nella pratica mi viene difficile. Durante l'ennesima sgridata
uno dei miei figli, mi ha detto testuali parole: è vero, noi ci
comportiamo male. Ma voi non siete disponibili!
Che
colpo al cuore!
A
parte il linguaggio burocratico che voglio dire, da dove gli è uscita? Ho
chiesto spiegazioni, come farei se il mio capo, dopo ore e ore di straordinari
non pagati, mi rinfacciasse che non faccio abbastanza.
In che
senso non sarei disponibile?
Eh.
Non giochi con noi. Per esempio, stamattina, quando eravamo al mare e ti
abbiamo chiesto di fare la gara di squali, tu hai detto no. Dici sempre
no.
Di
solito dici: perché non facciamo una bella gara di nuoto?
I
bambini dicono sempre la verità.
E lì
ho capito che, mai come quest'anno, mi sono autorelegata al ruolo del genitore
noioso: quello rompiscatole, quello che fa fare i compiti, che dice lavati i
denti, adesso a letto che è tardi e domani si va a scuola.
Quello
divertente, quello bravo, sarebbe LUI. Che autogol! Ma anche qui conto di
migliorare, se non altro per dignità! E quindi per queste prossime vacanze
prometto gare di delfini reali, capriole di scimmie volanti e lotte di granchi
imperiali.
Più
leggerezza e meno fatica per tutti.
Ha
l'aria di un programma elettorale. Ma chissà.
O,
sissà, come dicevano loro fino a poco tempo fa.
Buona
vacanze.