dicembre 09, 2015

Per essere leggeri bisogna pensare leggero!

Oggi compio quarant'anni, mica bruscolini. Questa è ufficialmente l'ultima volta che pronuncio la mia età. Da domani sarò una di quelle signore che nascondono l'anno di nascita. Farò la vaga.
Mi accorgo che sto invecchiando perché al lavoro i nuovi arrivati hanno una decina di anni abbondanti in meno di me. E perché la forza di gravità fa il suo sporco mestiere: impietosa come non mai. Mi auguravo di diventare una splendida quarantenne invece sono la stessa di prima: una trentanovenne molto poco glamour. A questo punto temo che non cambierò più. Conto solo di impegnarmi  (un po' di più) nella fase restauro perché l'impalcatura, quando il tempo passa, serve eccome.
Come regalo dei quarant'anni mi sono iscritta a un corso di nuoto: lo meditavo da un po'. Ho scoperto che mentre nuoto e guardo il fondo azzurro della vasca, mi sento in pace con me stessa. Ho capito che il mio elemento è l'acqua e ci sguazzo allegra, come una bambina. Son cose eh.
Qualche giorno fa ho condiviso con gli amici di Fb questo mio entusiasmo: prima lezione del corso di nuoto, molto orgogliosa di me! corredato da un'immagine simile a questa. 
E' tratta da un libro per bambini che mi è piaciuto molto, "Marilena la balena", Ed. Terre di Mezzo (età di lettura: 4 anni).
Marilena è una bambina un po' goffa e cicciottella che detesta tante cose, tra le altre tuffarsi e nuotare. Un giorno il suo istruttore le dice: ti senti pesante perché pensi pesante. Per essere leggeri bisogna pensare leggero! E da quel momento la sua vita cambia.
La storia è molto carina, il messaggio è semplice e varrebbe la pena tenerlo a mente, non soltanto in piscina ma nella vita.

Un saluto agli sparuti lettori di questo blog, ammesso che ci siano ancora. Qui la vita prosegue, i bambini crescono, gli impegni aumentano, e diventando grandi diventa tutto tutto più impegnativo.
Ma, come si dice, teniamo botta.
 

settembre 23, 2015

Di timori e copertine di Linus

Che il mese di settembre non sia uno dei miei preferiti credo di averlo già detto. 
Vi avevo anche detto che sono contraria ai bambini con la vita superorganizzata, che fanno sport multipli eccetera eccetera? Bene, questo settembre mi ha smentito clamorosamente: ora (non chiedetemi come) siamo iscritti a calcio e nuoto e mi trovo una settimana con tremila incastri che, al solito, mi mettono al muro perché ogni novità mi costa Grande Fatica. 
Hai voglia a dirti: no a me il calcio fa schifo e tutto il contorno pure. Quando tuo figlio te lo chiede da due anni, e scrive su un vecchio diario: "oggi, 3 settembre, inizio il primo anno di calcio", forse forse è giusto farlo provare. Io che sport zero e se ne vedono i risultati, e non mi riferisco solo alla forma fisica, ho detto sì. Pazienza se durante la partitella degli allenamenti detesto i papà aggrappati alle reti che mi sembra scandaglino i piccoletti per dargli la pagella. E ancora non hai visto una partita vera, direte voi. Appunto. Però i bambini si divertono e finché sono a loro agio, loro, dovrei esserlo anch'io.
Laura, lasciali fare! è la risposta standard di mio marito a qualsiasi cosa - nuova - io debba affrontare per loro. 
Eh ma avremmo dovuto portarli lo scorso anno: i bambini della loro età sono già al loro secondo anno. Laura, lasciali divertire! 
Eh, ma lì le docce sono aperte e loro ancora si vergognano a farsi vedere nudi. Laura, lasciali fare! 
Eh ma forse gli ho piazzato troppi sport in settimana. Laura, lasciali sfogare!
Il Laura, lasciali qualcosa ha di fatto sostituito il massì Laura di qualche anno fa, in più lo declina con un sospiro che soppesa in maniera imbarazzante i miei timori (basta chiamarle ansie che è una parola abusata!). Che poi si tratta di routine, da ricreare. Le abitudini, si sa, sono copertine di Linus che nella giungla quotidiana hanno il loro perché.
E poi ho questa new entry di un invito di compleanno un po' diverso dal solito: i bambini sono invitati a vedere una mostra (adatta a loro chiaramente) in centro a Milano. I genitori (che chiaramente conosciamo) li ritirerebbero sotto casa nostra e ce li restituirebbero verso sera. Piccolo gruppo di invitati  che se ne va in macchina con i genitori del festeggiato, senza i propri genitori al seguito. Devo ancora dare risposta perché in famiglia abbiamo qualche riserva: voi a sette anni come la vedete? Ditemi la vostra, che ci tengo.

settembre 18, 2015

Mood del mese

Titolo: mood del mese
Sottotitolo: meno male è venerdì




settembre 17, 2015

Di settembre e altre amenità

Facciamo che stilo una lista delle cose che odio qui e adesso tipo:
settembre e i suoi nuovi inizi;
le giornate che la mattina sembra autunno, poi esce il sole e tu hai la manica lunga e 35 gradi al sole;
quelli che tu gli parli e non ti ascoltano mai;
le cose chieste all'ultimo secondo e la fretta che ci si mette per farle, male;
svegliarsi molto zen e perdere le staffe in tre secondi netti;
le cose che si accumulano in giro per casa senza un vero perché, eppure la sera prima tutto sembrava in ordine.
i borsoni dello sport, ma i calzettoni da calcio soprattutto; al proposito ho appreso che per riuscire a infilarli in tempi decorosi e senza sudare sette camicie, bisogna prepararli arrotolati per poi sfilarseli direttamente sulla gamba (sì, tipo preservativo). Son cose che impari sul campo e che, voi capirete, danno una certa soddisfazione. :-O

Facciamo anche che stilo un elenco di cose di cui avrei voglia adesso per sentirmi meglio ed esorcizzare quelle di cui sopra:
una cena messicana;
una birretta;
quel bicchierino di crema fredda al caffé che non fai in tempo neanche ad assaggiarlo che è già finito però è buono;
la mente sgombra per leggere quel libro che voglio leggere da tempo (Se niente importa di J.S. Foer);
la mia mezz'ora d'aria in piscina;
dieci puntate di Grey's Anatomy una dietro l'altra, senza la pubblicità nel mezzo;

Facciamo che la prossima volta vi racconto meglio. Di settembre e altre amenità.

settembre 04, 2015

Era l'estate duemilaequindici

Voglio ricordarmi di quell'estate che a luglio siamo stati sul lago di Como, che a me il lago non è mai piaciuto ma forse usavo dire così, per partito preso. 
Di quando eravamo in quella casa arredata fin troppo bene per essere di vacanza e avevamo una piscina che non ci andava mai nessuno, escluso noi.
Di quando Chri faceva sette giri di corsa prima di tuffarsi perché da grande farò atletica. Ah be'.
Delle micro gite che più lunghe non le reggiamo ancora [loro o noi con loro?] e dello stupore di fronte al bello: ma questa chiesa è straordinaria!  Forse normale ma non scontato direi.
Di quando passeggiavamo in mezzo al fiume e mangiavamo con un appetito da lupi. Sì, pure io.
Di un cavallino e della scoperta dei suoi attributi: ma questo cavallo ha un pisello allungabile? Ehm, sì.
Di quando in agosto volavamo in Sicilia, che la loro prima volta in aereo ha il suo perché. Tutto divertente, a parte il bambinoterribile poco distante da noi (che se avessi avuto un figlio così col cavolo che prendevo l'aereo) e la ragazza con l'attacco d'ansia, che le avrei offerto tutti i miei intrugli naturali, per poi guardarla negli occhi e dirle: ciccia, passi per la paura di volare ma queste scene per un bambino anche no.
[Dimenticavo il vuoto d'aria e la signora che mi ha allungato la mano e mi ha detto si faccia coraggio, per i suoi bambini. No vabbe', guardi che mi viene solo da vomitare].
Della casetta sul mare, della spiaggia brulla e del vento forte, ristoratore.
Del "fuso orario" locale, che anche se ci provi a cenare dopo le ventidue, rimani molto (ma molto) milanese inside. 
Delle tante persone che abbiamo visto e rivisto: affettuose e accoglienti come solo al sud.
Dei panorami e dei cieli mozzafiato, guardateli bene bambini e teneteli stretti, perché sono bellissimi e chissà quanto vi capita di rivederli.
Del loro amico delle vacanze, Francesco, che te lo trovavi in casa come niente e senza un perché: a sorpresa dopo la doccia o direttamente seduto sul tuo wc.
Della sabbia dorata, soffice e fine fine, diversa da quella di su. Degli angeli sulla sabbia, come sulla neve, che se qualcuno vi vede pensa che non abbiate mai visto il mare.
Del ritorno in nave che no, le navi non affondano, soprattutto questa qui. E se va contro una roccia? Ma no che non ci va. Che pensavi di aver chiuso l'argomento invece dalla biblioteca col nonno ti hanno portato un libro bellissimo, solo che era questo QUI.

settembre 02, 2015

Perle di saggezza 1

Quando il tuo capo ti porta il solito cadeau dal suo viaggio oltreoceano: un pupazzo e una t-shirt.

Io: La ringrazio, molto gentile! 
Lui: Quella è un'alce...
Io: Che carina...ah, e questa cos'è? Una marmotta?
Lui: Veramente sarebbe un castoro, uno dei simboli nazionali del Canada.

[Io ero ferma alla foglia di acero.
E menomale non ho detto procione.]

settembre 01, 2015

Perle di amore 1

Io: cucciolo, indovina chi verrà in piscina con me? E' la mamma di una tua compagna di classe.
Lui: la mamma di Melissa!
Io: Bravo!
Lui: (sguardo perplesso) ma lei non deve fare sport, non è grassa come te! 


[Di quella volta che mio figlio mi ha dato della cicciona con uno sguardo]

luglio 04, 2015

Di tempo nuovo e vacanze

Siamo in procinto di partire per le vacanze: sul lago nel mese di luglio e nella lontana Sicilia nel mese di agosto. Nel mezzo ci sono ancora diversi giorni di lavoro ma contiamo sul fattore frammentazione per sentirne meno il peso. Del lavoro, intendo. Che anche le vacanze coi figli sono parecchio faticose ma non si può dirlo. Già che siamo in tema, incollo qui e qui i post della nostra prima vacanza da genitori, fu un vero shock. Ma anche questo è politically incorrect e non si dice. Le vacanze sono momenti idilliaci da incollare nell'album dei nostri ricordi di famiglia, eggià. Scherzi a parte, a questo ci credo davvero. I bambini hanno ricordi indelebili delle nostre vacanze estive, piuttosto limitate nelle distanze percorse ma sempre in posti diversi. Quest'anno prendiamo (per la prima volta) l'aereo ed è già una bella novità. Ma soprattutto, come dice una mia amica, parto senza aspettative e questo è positivo. (Ehm, ma non lo faccio sempre?) Il ritorno lo faremmo in nave, finanze permettendo. Uno dei miei figli (C.) non appoggia questa decisione, dice che le navi affondano. Embè, come dargli torto. Credo che in questa storia c'entri Schettino e la nonna Silvana che gli ha spiegato la faccenda.
Dovessi fare un bilancio di questo anno scolastico-lavorativo direi che ho ricevuto parte di quanto ho desiderato nel corso di questi ultimi anni. E ne sono grata, alla vita. Più flessibilità sul lavoro, secondo forme (sconclusionate) che non sto qui a raccontare, ma che mi hanno permesso di essere più presente nella quotidianità dei miei figli. Molti (ma molti) meno viaggi lavorativi del consorte che solo chi ha provato può capire. L'abbiamo già detto che il peggio è stato circondarsi di persone che si muovono in coppia anche per andare al gabinetto? Questo argomento meriterebbe un post a parte e prima o poi lo scriverò.
Il punto iniziale è che sono stata esaudita e in questi mesi ho dedicato tutto questo tempo nuovo alla mia famiglia, perché è lì che doveva arrivare. Trascurando un po' me stessa, e qui dovrei correggere il tiro ma si vedrà.
Sul fronte scolastico è stato un anno bello, impegnativo, emozionante, a tratti molto faticoso. I compiti hanno stravolto i nostri weekend. I bambini - in classi con metodi molto diversi - hanno aggiunto fatica alla mamma, costretta a gestire il loro già continuo (sfiancante) confronto su tutto. Ma proprio tutto. Mentre sul fronte relazioni, ho incontrato tante belle persone, genitori con tante affinità che mi hanno tenuto compagnia in questo nuovo percorso di vita.
La foto del post, che ho trovato bellissima, la dedico alle persone come me che hanno procrastinato la prova costume di mese in mese. E, per la serie ormai è troppo tardi, toccherà buttarsi su un regime detox per salvare (almeno) la faccia. Da domani però, che stasera c'è una cena di saluto pre-ferie.
Vi auguro delle buone vacanze, rilassanti quanto basta ma soprattutto rigeneranti.
Voi dove andate di bello?

marzo 20, 2015

Di aerei, tappi e pizze surgelate

La settimana è stata pesante, in salita ancora prima di cominciare.
La mattina:
lui che parte per lontano lontano. 
D'abitudine, per le tratte intercontinentali mi annoto i voli. Sai com'è, non si sa mai. Mica per niente eh: è che mentre papà è in viaggio ci piace tracciare il suo aereo. La mattina della partenza il dialogo è più o meno questo: mi dai le sigle dei voli?
Eccole. E questa è l'assicurazione...
E saresti assicurato per questa cifra qui?
Ma no, che c'entra! Se l'aereo cade, fai causa all'azienda!
Puoi starne certo, li lascio in mutande!
Il romanticismo non è mai stato il nostro forte ma ultimamente il pragmatismo ha preso il sopravvento.
Il pomeriggio:
il corso di nuoto.
Vi ricordate quando uno dei due veniva spostato nel corso avanzato e il fratello, verde di invidia, non se ne capacitava? Vi ricordate che il gemello avanzato sfrantumava le cosiddette alla mamma perché, sebbene orgoglioso di aver raggiunto un traguardo, non tollerava di essere stato bruscamente separato dai suoi amici ma soprattutto di essere approdato in un corso dove basta-giocare-qui-si-lavora-sodo? Ve lo avevo raccontato che una volta il mal di stomaco, l'altra l'acqua è ghiacciata e poi voglio la magliettina come ce l'ha quel bambino lì? E che io gli ho risposto che la muta se la metterà solo quando nuoterà nell'oceano?
Bene, da sabato il fratello lo ha raggiunto, insieme agli altri compagni di corso, con immensa gioia della mamma che pensava di aver chiuso anche questa parantesi. E invece no: avvicino Mattia negli spogliatoi e gli dico e allora, sei contento del nuovo corso? sei stato bravissimo, come è andata? 
Quello mi guarda e mi dice: male, mi sei mancata!  
Ma dove scusa? in mezzo all'acqua?  
Sì. 
Lo sapevo, dovevo fermarmi al bravissimo e non chiedergli altro, parlo sempre troppo.
E poi la settimana di lavoro che lasciamo perdere. 
E una visita di controllo che mangi equilibrato per quasi un anno per poi cedere miseramente qualche settimana (facciamo mese) prima. La dottoressa dice che dovrei pesare 4 kili in meno di quelli che peso oggi, o meglio, di quelli dichiarati oggi. Considerato che ho bluffato di un chilo e mezzo, dovrei buttarne giù 5 e 1/2. Ehm, vi saluto.
Ma come stai mangiando? Mi chiede il consorte in videochiamata. Lui pensa che, via lui, in questa famiglia ci si alimenti con pietanze cucinate dalla nonna e poco altro. In parte è vero. Beh, cosa vuoi, ieri mi sono mangiata una pizza surgelata mentre guardavo la Bignardi in tivù. Ma lo vuoi sapere il peggio? L'ho scaldata con il  microonde. 
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Avevo detto che dovevo risorgere?
Be' dai, ognuno ha i propri tempi. Io vado forte nel toccare il fondo per poi risalire. Mi chiamavano tappo di sughero.

marzo 11, 2015

Di legami, conflitti e corse a perdifiato

I
Che bello, è arrivato Marzo: il bel tempo e la primavera si avvicinano, sebbene io sia ancora un rottame ambulante. Dopo aver scoperto di essere allergica a tremila pollini (tranne a quelli della betulla che fiorisce appunto in questo periodo) sono in pace con me stessa. Vivo (quasi) in apnea ma sono una donna consapevole. Di che, direte voi? Del mio fisico che cede, inesorabilmente, insieme alla mia palpebra destra: ve ne avevo già parlato, no? Del cedimento della mia palpebra come simbolo della me incompresa?
Mentre sogno una blefaroplastica, mi arrabatto tra casa, lavoro e ménage familiare e ogni tanto mi domando:  ma tutto sto correre è per andare dove?
Ditemi - per favore - che vi fate la stessa domanda sennò mi sento un'aliena.
Ci sono tanti libri sul comodino ma la testa è affollata. Alle volte manca il tempo, altre l'energia. E poi ci sono i weekend, che da quando andiamo a scuola sono più impegnati (e impegnativi).
Sul fronte conflitto gemellare navighiamo sempre a vista.
Oggi: bene.
Domani: ma perché io devo andare a scuola mentre lui fa finta di stare male?!
Il fratello è steso dall'influenza ma poco importa: l'invidia per il gemello che se ne starà a casa in panciolle gli toglie lucidità di pensiero.
Oppure: non è giusto! Io sto già facendo il corsivo e lui è ancora al minuscolo!
Che questa storia che i gemelli vadano separati è sacrosanta, per carità. Però alla dirigente scolastica che si era premurata di dirci (ancor prima che lo chiedessimo) che in questa scuola "si separano per scelta didattica", mi verrebbe voglia di chiedere un sostegno psicoecceteraeccetera per gestire questo perenne contrasto.
Cioè, signora mia, lo spieghi lei a queste due creaturine pensanti che è normale che uno abbia una maestra ispirata e naif che insegna con gioia e tranquillità a leggere e scrivere mentre l'altro un sergente maggiore, ansioso di terminare il programma nei tempi stabiliti.
E che la prima sia migliore dell'altra non è mica detto. Anzi. Epperò, a voler essere precisi, a noi sarebbero andate bene invertite: la maestra peace&love al figlio creativo e l'altra al figlio diligente, quello che fa quello che c'è da fare senza batter ciglio. E invece no, tocca divertirsi a discutere ogni sacrosanto fine settimana, di fronte a una montagna di compiti e alle verifiche del lunedì. Lo so, noi genitori d'oggi siamo incontentabili: è che puntiamo dritti al nostro e al loro benessere. Anni e anni di psicologia ci hanno portato fin qui e ormai non si può più tornare indietro.
Che a noi questo continuo specchiarsi nella vita dell'altro può sembrare poca cosa, o solo fonte di stress, ma per loro deve avere la sua bella importanza. Farli entrare nell'ottica che ciascuno di noi è un universo a sé non è cosa facile per loro che hanno sempre pensato in due.
Poi però mentre quello malato schiaccia un pisolino, ci leggiamo Geronimo Estinto (!) e sgranocchiamo delle patatine: mettine da parte un po' per Mattia, per quando si sveglia, mi dice il fratello. E quando quello si alza e gli domando cos'abbia sognato di bello, mi risponderà: che Christian tornava da scuola!
GULP!

febbraio 25, 2015

Di malanni, pagelle e parrucche rosse

Post di febbraio. Che siamo quasi a marzo e non ho ancora scritto niente.
Sarà che questo mese, come dice la mia mamma, ne ho avuta sempre una.
Dopo aver pensato tra me e me (non fatelo mai) va-che-roccia-che-sono-che-quest'anno-non-mi-sono-neanche-presa-l'influenza, ecco che arriva l'imprevedibile: l'influenza no, ma TUTTO IL RESTO sì. Non entro dei dettagli per dignità e pudore.
Prima ho dato la colpa all'età, che i quaranta si avvicinano (ma non dovevo diventare una splendida quarantenne?) poi al mio stato psicofisico. 
Somatizzo. Punto. 
Quindi se sono diventata una discreta carretta vuol dire che non sono sufficientemente felice. E se non sono sufficientemente felice vuol dire che anche il consorte ha un concorso di colpa nei miei acciacchi. 
Mi devi coccolare e portare dei fiori.
Dei fiori? Ma se non ti sono mai piaciuti.  
Quando l'ho detto, scusa? 
Queste sono le classiche conversazioni che una donna intavola tre giorni prima del ciclo. E non c'è modo di uscirne vincitori, sappiatelo. Si chiama sindrome premestruale. Roba forte, ve l'assicuro. Chi ne soffre lo sa bene (gli altri un po' meno) che in quei giorni lì può accadere l'inimmaginabile: gli istinti più reconditi vengono a galla e si salvi chi può. 
Tornando a noi, stiamo lavorando sulla salute e attendiamo con ansia la primavera e la rinascita. :-)
Questo mese abbiamo ritirato le prime pagelle. Bravi tutti e due ma in modo diverso. 
Di Mattia mi segnalano la timidezza e la riservatezza. Ma suo figlio ce l'ha la voce? Fatico a fargli credere che mio marito mi implora di riempire la casa di quadri per evitare che la sua voce rimbombi. Bambino dalla doppia personalità, oserei dire. O semplicemente molto ligio a scuola, si sfoga a casa con buona pace dei genitori e di suo fratello.
Di Christian mi segnalano la disattenzione, inizia un lavoro poi pensa beatamente ai fatti suoi. E poi, si lamenta, spesso: della compagna che lo disturba, di quella che lo tocca col piede, e di quell'altra che gli chiede sempre la gomma (ha un rapporto complicato con le sue compagne di banco, non c'è che dire). Sulle nuvole e lamentoso: concordo e sottoscrivo. Sarà che ho pochi minuti a disposizione, che vengo da una settimana pesante e che non ho voglia di imbruttirmi ulteriormente ma chiudo in fretta dicendo che anche a casa è così, che è la sua indole. Neanche le ho domandato cosa dovrei fare per aiutarlo a migliorare. Lei mi liquida con un "comunque direi che va tutto bene" e io mi accontento così.
Poi c'è stato il carnevale che io detesto con tutta me stessa. La cosa credo risalga a quando avevo sei anni: mi vestirono da Anna dai capelli rossi e non è che mi sentissi molto a mio agio con quel parruccone lì. Mi ricordo di un bambino che durante la sfilata mi indicò a un amichetto proprio per la cofana di capelli che avevo in testa. Poi uno dice le esperienze che ti segnano a vita... :-)))
(Metto la foto: guardare per credere!).
Comunque  l'abbiamo festeggiato e anche quest'anno (per fortuna) con Spiderman e Superman abbiamo chiuso la pratica. E voi che rapporto avete con il Carnevale?
Vi saluto e vi aggiorno presto.

gennaio 15, 2015

Di sport, denti e pallacanestro

Se tra i propositi per il 2015 avessi scordato il "godere delle piccole cose" direi di aggiungerlo oggi.
Il mio capo che rientra stamattina da una trasferta e ancora incappottato mi dice ah Laura, io oggi non ci sono e se ne va tre minuti netti dopo. Ecco, appunto: godiamoci i momenti.
La scuola è ricominciata senza particolari problemi. E' arrivato il famoso istruttore di educazione fisica, quello del progetto che doveva partire a ottobre: be', dai, siamo a gennaio. La maestra ha detto che è un genio mi dice un loro compagno. Ah, penso io, leggendoci dell'ironia.  
Si chiama Algenio, mi dice Christian. Algenio? Sarà Eugenio, preciso. Eugegno? Noooo, non ho detto che è un genio! E così via per un po'. Comunque il tizio piace molto. Che ultimamente siamo in fissa con lo sport e con il basket soprattutto.
Proibite ai mariti di selezionare i film in famiglia. Il mio ci azzecca sempre e dopo aver visto questo "Thunderstruck" un numero spropositato di volte, palleggiamo ovunque e siamo pronti per l'NBA.
Di lì l'idea di iscriverli a un corso monosettimanale di minibasket. Ma giacché io sono contraria al bambino impegnato come un adulto, ho ritenuto che al momento il corso di nuoto fosse più che sufficiente. Eh ma non si smorzano gli entusiasmi dei bambini, dirà qualcuno. Epperò li si possono pilotare quindi ci penso un attimo.
E a proposito di nuoto: prima di Natale la tragedia greca. Ve l'avevo detto che l'inizio della scuola era coinciso con un periodo di competizione all'ultimo sangue? Bene, la fase è ancora in corso, sebbene meno cruenta. Aggiungo che uno è stato spostato a sorpresa nella vasca dei grandi e l'altro no. Vi risparmio il resto. Peraltro tra i genitori del nostro corso la meno interessata allo spostamento ero io. Prima o dopo non ha importanza purchè li spostino insieme, altrimenti sai il dramma?  Ecco appunto, voi capite.
Eppoi siamo stati per la prima volta dal dentista. La mamma chioccia ha scelto una dentista che segue solo i bambini, che ti fa scegliere gli occhiali da sole prima di iniziare la seduta, ti fa vedere sul dito quello che ti farà in bocca - laser, no trapano ;-) -  e ti regala l'adesivo profumato quando te ne vai. Possibile trovarne uno così che però curi gli adulti?
Guardi anche lei mamma! mi dice la dentista mentre lavora. Ehm, anche no, grazie. Ma come non accettare se qualcuno ti si rivolge così? Mi era successo solo da puerpera in Mangiagalli (come va oggi, mamma?). :-O
Concludo con l'ultimo episodio della maestra Ansia. La incrocio nell'atrio riaccompagnando il bambino a scuola dopo il dentista. Lei mi ferma, mi chiede se posso trattenermi perchè ha una cosa da farmi vedere poi sparisce. No panico ma ansia sì (la mia): madonna-cosa-avrà-mai-da-dirmi? Riappare con il foglio delle deleghe consegnate nel settembre scorso per ritirare i bambini all'uscita. Ho visto dal documento d'identità che suo marito ha un secondo nome. Non l'avete riportato nella scheda. Potrebbe aggiungerlo lei, però con la stessa penna blu?!
Io sono una donna ansiosa e quindi ho massimo rispetto per le ansie altrui. Qui però, boh.

gennaio 05, 2015

Buon 2015 [keep calm and detox]

Buon 2015 a voi passanti. 
Lo volevo fare un bel post con il bilancio dell'anno passato e i classici buoni propositi per quello nuovo e invece niente. Epperò lo faccio adesso. 
Il 2014 è stato un anno fitto fitto (di quelli che il tempo è sembrato correre più velocemente dell'anno prima).  
Si è concluso un ciclo (la materna) e ne è iniziato uno nuovo (la scuola). Abbiamo preso le misure, faticato un po', e poi trovato i nostri ritmi. 
Ho incontrato persone nuove, ne ho persa per strada qualcuna di vecchia.  
Ho avuto un paio di delusioni ma anche qualche sorpresa: le amicizie, ah che fatica!
Due vecchi desideri si sono avverati ma da eterna insoddisfatta sembro già essermene dimenticata (accontentarsi mai eh?). 
Ho perso un po' di chili (a pesarmi oggi non si direbbe ma le feste stanno finendo, keep calm and detox).
Mi augurerei un nuovo anno uguale al precedente ma con qualche consapevolezza in più. 
Il mio benessere al primo posto (insieme a quello delle persone che mi stanno a cuore). Tutto (ma proprio tutto) il resto dopo. Non considerare priorità chi ti considera opzione, diceva qualcuno. Già. 
Per il 2015 conterei anche di diventare una splendida quarantenne: ho undici mesi per prepararmi, si dia inizio al countdown! :-O
E voi? Cosa vi augurate per il nuovo anno?