ottobre 29, 2009

Tra fiction e realtà

Dopo un'altra fantastica mattinata al nido (che su questa seconda settimana di inserimento vorrei stendere un velo pietoso e riparlarne quando navigheremo in acque migliori), cosa fare di meglio nel pomeriggio se non una visita di controllo dei 15-18 mesi dalla nostra simpaticissima pediatra della mutua? Quella visita che potevi tranquillamente fissare nei mesi estivi (che lei aveva meno da fare) ma che siccome lei è persona così respingente hai preferito rimandare ad oltranza.
Si inizia con i sette minuti di ritardo: miei. Tutta la ragione del mondo, per carità, sette minuti son sette minuti, però...
Buongiorno dottoressa. Entriamo?
Sì, sì, che siamo già in ritardo...[e zacchete!]
Ah, sì, scusi sa ma...
Ma no, lei non c'entra è che è un periodo terribile...
Eh, lo immagino...
No, no, NON se lo immagina... [espressione che insieme a"non ti invidio affatto" e "dimmi tutto" al telefono sono nella mia personale top ten delle frasi supercafone].
Comunque: li misura, li pesa, fa, forca, disfa, borbotta, butta un paio di interrogativi nell'aria del tipo magari-lo-facciamo-vedere-da-uno-specialista-preoccupati-ma-anche-no-o-forse-sì.
Signora, ha fatto bene a lasciarne fuori uno con la nonna perché altrimenti si mettevano a piangere tutti e due [non sia mai!] Il vaccino per la suina? Se li chiamano dall'Asl glielo fa fare, altrimenti no: non so dirle altro. La tosse da fumatore accanito? Mi sa che suo figlio se la tiene una stagione intera: sa, andando al nido. Le prescrivo l'antibiotico da tenere in casa visto che si avvicina il week end: faccia come l'altra volta, se non serve non lo usi. Io avrei finito. Come? La prossima visita? No, senta non ho tempo di guardarle adesso l'agenda: ci si sente in primavera!
Prima di avere figli la mia idea di pediatra era George Clooney che in E.R. diceva "come stai campione?" ai suoi piccoi pazienti. Va bene, la fiction non è la realtà ma a questa donna come è venuto in mente di fare questo mestiere?
Dato che nella nostra Asl se non ti piace la tua pediatra la puoi cambiare ma quella nuova te la scelgono loro, forse è giunto il momento di una visita di controllo privata.

ottobre 25, 2009

Il primo giorno di "scuola"


Il 1°giorno è stato quello della mamma che era emozionata per loro e continuava ad andare a fare pipì. Quello del papà che l'ha accompagnata al nido. Quello di Christian che si è lanciato a esplorare quella sala piena di giochi e di Mattia che osservava a distanza, ronzando attorno al divanetto dove eravamo seduti noi.
Il 2°giorno è stato quello che portare due bambini al nido da sola non è come portarne uno: che mentre togli le scarpe al primo, il secondo apre gli armadietti altrui e meno male che stai facendo l'inserimento e nello spogliatoio ci sei solo tu.
Il 3°giorno è stato quello del "distacco", quello in cui la mamma spiega al piccolo che va via per un po' ma poi torna (modo gentile per dire ti mollo qui ma tu non piangere). E per fortuna non hanno pianto. Salvo Mattia, mezzora dopo, quando gli è venuto il magone e sono rientrata.
Il 4°giorno è stato quello del pranzo insieme. Quello che gli altri bambini stanno tutti composti mentre i miei versano l'acqua nella pastina (uno) e mettono lo sformatino di verdure nel bicchiere (l'altro) per poi berlo, naturalmente.
Il 5°giorno è stato quello che oggi piangeranno sicuramente, mi ha detto l'educatrice. E così fu. Ma solo per Mattia. Quello che sono rimasta qualche minuto nello spogliatoio per sentire quando smetteva e quando ha smesso me ne sono andata. Quello che quando sono tornata a prenderli mi ha detto che sono stati bravissimi, collaborativi, composti nel mangiare (eh?!) e disposti a farsi consolare in caso di bisogno (e questo è importante). Quello in cui il mio piccolo Christian, così indipendente, si è commosso quando mi ha trovato ad aspettarlo all'uscita. E il mio piccolo Mattia lo ha seguito a ruota.
Questa è stata la settimana della consapevolezza che il nido può essere anche un'opportunità, non solo una necessità. Che l'educatrice che segue i tuoi figli deve piacerti molto e la mia (anzi, la loro) mi piace proprio. Che la settimana prossima sarà fondamentale e speriamo vada bene. Incrociate le dita per me.
Questo naturalmente è il mio punto di vista: i veri coraggiosi sono stati loro!
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Ringrazio Diana di Gemelli Gioielli e Yaya di Tre per avermi girato il francobollo dei blog da sbirciare. Non per fare la snob ma dato che tutti i blog che leggo con frequenza sono stati plurinominati, invio virtualmente il mio a tutti - ma proprio tutti - i blog gemellari. Presente le barche a vela che quando si incontrano in mezzo al mare gli skipper si salutano? Ecco, NOI che trainiamo dei bilici anziché dei passeggini, noi che hai voglia a spiegare che la mamma è una sola e voi siete due, noi che finito con uno c'è l'altro che ha le stesse identiche necessità, noi che presi singolarmente sono tranquilli ma insieme sono un'associazione a delinquere, SIAMO UN PO' COSI'.

ottobre 15, 2009

I colloqui


Per la serie le sfighe non vengono mai da sole: 1) severo attacco di "mammite" acuta (mai vista così) e giusto giusto lunedì iniziamo l'inserimento al nido (sezione part time); 2) gengive che scoppiano, occhi lucidi e cagarella alternata che ci manca solo che mi si ammalino ancora prima di iniziare; 3) convocazione avvenuta: la Primadonna mi propone (laddove il termine proporre è un eufemismo) cambio mansioni (e laddove le mansioni sono anche interessanti ma in questo momento della mia vita c'ho altro per la testa).
Può bastare?
Consigli per un buon inserimento? Ho chiesto all'educatrice Elisabetta durante il colloquio individuale. Essere sé stesse, mi ha risposto. Bene. Chissà se le sarò sembrata ansiosa? Mi ha chiesto di cominciare a raccontarle qualcosa e io son partita da Adamo ed Eva, cioè che io il nido non lo volevo neanche considerare perché ai miei tempi non si usava e la mia nonna Pina ci ha cresciuti in tre.
Mi ha concesso di portare il papà il primo giorno. Così conosceremo questo papà visto che lo ha nominato spesso. Si capisce che nel tortone di cose che le ho detto ci ho infilato quelle tre o quattro volte mio marito. E mai a caso, tra l'altro. Come? Ah! No sa, è che io ho la mania di leggere, informarmi mentre lui è più...ehm spartano, secondo lui una volta si sapevano meno cose e i bambini venivano su lo stesso. Sì, insomma, su alcune cose la pensiamo diversamente. Ma niente di eclatante!
Starmene zitta no, eh?

ottobre 12, 2009

Capitolo 1: La PmD


La mamma al quadrato è personcina a modo. Prima della maternità lo era anche di più. Sul lavoro per esempio: mai avuto questioni. Tranne una volta, anni fa, quando le partì uno scatto d'ira furiosa con un superiore (ma non diretto) che qui chiameremo la PmD, anche se era un uomo. Era la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso, lei non venne richiamata e la cosa finì lì. A tarallucci e vino, come si dice. La PmD tempo dopo se ne andò.
Per farla breve: qualche mese fa, per la serie a volte ritornano, chi ti arriva in azienda come Super MegaDirettoreGalattico? Lui, la PmD.
Ammazza che sfiga! Pensa lei.
Vedi Laura, a esporsi: non si sa mai nella vita. Dice sua madre.
Poi viene a sapere che la PmD le vuole parlare, che però magari la chiama tra una settimana perché gli piace mettere la gente alla prova per vedere chi ha i nervi saldi. Lì per lì, alla mamma al quadrato girano un po' le palle, poi decide che c'ha altre priorità (gemellari!) e soprassiede. In attesa di convocazione.

ottobre 11, 2009

Il triciclo

Come ti reinterpreto il triciclo.



(nella foto: Christian) Posted by Picasa

ottobre 05, 2009

Metti una sera a casa di amici...


Metti una sera a casa di amici. Metti che loro hanno due gemelli maschi, come te (ma di un anno più grandi). Metti che vuoi passare una serata a far due chiacchiere e raccontartela su. Ecco due o tre regole base: cioè tutto quello che avresti dovuto fare ma non hai fatto perché ti è venuto in mente dopo.
1) Innanzitutto impedire ai mariti di imboscarsi a tempo record in cucina a parlare di calcio e calciatori. Come? Magari appioppando loro il 50% del pargolame.
2) Oppure osare l'inosabile ovvero provare a lasciare i magnifici 4 da soli nella stanza con i giochi e correre in soccorso solo in caso di grida acute.
3) Spiegare ai tuoi figli che mangiare da soli è una roba da perfezionisti e non è il caso di fare pratica nella cucina splendidasplendente della tua amica.
4) Al momento della cena - quella dei grandi - mettere al tavolo (cioè legare sul seggiolone) un figlio dei TUOI e uno dei LORO: perché l'unione fa la forza e separare i due elementi aiuta. Questa, almeno sulla carta, sembrerebbe una genialiata. Da provare, la prossima volta.
5) Evitare il vino: perché mangiare e (nel contempo) dissuadere i tuoi figli dal perlustrare casa altrui richiede una certa lucidità (poi tu sei quasi astemia...uahahahaha!)
6) Mai incontarsi nei mercoledì di Champions (che il tragitto di ritorno a casa deve starci nel quarto d'ora tra il primo e il secondo tempo e varcata la soglia di casa lui molla il suo pargolo sul lettone e si fionda a caricare la Premium).
Oppure, più semplicemente 7) "prenotare" la nonna per il babysitteraggio e lasciare le creature a casa che magari ti rilassi un po'.

N.B. Se siete una di quelle smart moms che i vostri figli, seppur in piena fase esplorativa, non hanno mai toccano nulla (soprattutto a casa degli altri, e ci mancherebbe!) perché siete state tanto brave ad insegnarglielo: svelatemi il segreto. Se invece siete quelle che le suocere tenevano trecentocinquanta soprammobili in vetro e argento sul tavolino del salotto che tanto lui non toccava niente ma voi dovevate svuotare cassetti e credenze per sopravvivere, allora lasciate perdere.

ottobre 04, 2009

Lost and found

So che amici e parenti faticavano a prender sonno in attesa di good news sul rinvenimento della famigerata manopola. Eccole: è saltata fuori. Il giorno dopo aver ritirato il pezzo nuovo, ça va sans dire.
Durante un pisolino gemellare, la mamma al quadrato passava lo Swiffer, altro misterioso oggetto dei desideri della banda Bassotto*: impossibile usarlo in loro presenza. Da sotto un comodino eccoti rotolare la componente mancante, nonché fondamentale della lavatrice. Eppure non è che non ci avessi guardato...

* lo so, lo so, loro erano in tre.